SIWALIK (A. T., 93-94)
Catena di colline lunga 320 km. e larga da 15 a 20, posta ai piedi meridionali del Himālaya, parallela a questo tra l'alto corso del Beas (NO.) e Hardwar sul Gange (SE.). L'altezza va da 600 a 1200 m.; la catena è rettilinea, senza contrafforti d'una qualche importanza, con pendii alquanto ripidi; il passo principale è quello di Mohan, percorso dalla strada SaharanpurDehra.
Le colline constano d'un gigantesco ammasso di arenarie e conglomerati terziarî, poco consolidati, aridi, assai permeabili, aventi una potenza da 400 a 800 m., prodotti dall'erosione delle più antiche catene himalayane avvenuta nell'Eocene e che nel Pliocene vennero poi con quelle ripiegati. Oltre al piegamento, le colline di Siwalik hanno subito anche una serie di fratture longitudinali, tanto più recenti quanto più si procede verso S., in modo da far supporre che al movimento ascendente partecipino in progresso di tempo zone sempre più periferiche. Dal Himālaya le colline sono separate da una serie di bacini longitudinali di forma allungata (doun), probabilmente d'origine tettonica, in parte riempiti da alluvioni, spesso paludosi, ben popolati e abbastanza fertili, adatti per il loro clima anche al soggiorno degli Europei. La base delle colline è invece cinta da una fascia di ciottoli grossolani (bhabar). Il rilievo è coperto da una foresta poco densa, con essenze comuni alle zone più calde dell'India e un sottobosco d'arbusti. Albero caratteristico è Shorea robusta, dalle foglie lucide e dal legno resistente.