SIWA (v. vol. VII, p. 362)
Il nome antico dell'Oasi era forse Sekhet-Imau, «il campo dell'albero-ima», in epoca greca era chiamata Ammoniakè (Oasis). Il nome S. è moderno, e deriva dall'omonima tribù berbera. Varie località dell'Oasi presentano resti archeologici da datare tra la XXVI dinastia e l'epoca romana. Siti importanti sono l'acropoli di Aghurmi dove si trovano i resti del tempio di Ammone «libico» (o «cirenaico»), divinità con testa di ariete, assimilato all'egiziano Amon-Ra e al greco Zeus, costruito sotto il regno di Amasis (XXVI dinastia, VI sec. a.C.) e il cui oracolo conobbe grande rinomanza anche nel mondo greco, e il cui visitatore più famoso fu certamente Alessandro Magno; nella pianura, Umm el-'EBayḍa, con i resti di muri appartenenti a un tempio di Amon-Ra, decorati con bei rilievi che conservano ancora l'originaria pittura azzurra, dell'epoca di Nectanebo II; Gebel Mota, «la montagna dei morti», con numerose tombe rupestri, alcune delle quali decorate con pitture, databili tra il VI e il II sec. a.C. La tomba più importante per lo stile delle scene dipinte è quella di Siamon, che dall'acconciatura e dagli abiti (anche di quelli del figlio, che vi è rappresentato) appare essere stato un greco egittizzato; la tomba detta «del coccodrillo», per la rappresentazione di questo animale sacro, è da datare probabilmente al II sec. a.C.
Bibl.: A. Fakhry, Sima Oasis. Its History and Antiquities, Il Cairo 1944; J. Leclant, Témoignages des sources classiques sur les pistes ménants à l'Oasis d'Ammon, in BIFAO, XLIX, 1950, pp. 193-253; A. Fakhry, Recent Excavations at the Temple of the Oracle at Siwa Oasis, in Aufsätze zum 70. Geburtstag von H. Ricke, Wiesbaden 1971, pp. 17-33; J. Osing, in LÄ, V, 1984, pp. 966-967, s.v.; S. Aufrère, J.-C. Golvin, J.-C. Goyon, L'Égypte restituée, II. Sites et temples des déserts, Parigi 1994, pp. 143-166.
)