SIVAS (A. T., 88-89)
Città della Turchia centrale, capoluogo di uno dei più importanti ed estesi vilâyet (superficie 26.930 kmq.; 329.551 ab.), 377 km. a E. di Angora.
È situata nella valle del Murdau-Su, affluente di destra dell'alto Kizil Irmak a circa 1200 m. s. m., in un altipiano leggermente inclinato, dominato a O. da ciglioni rocciosi che raggiungono altezze superiori ai 2000 m. La città ha clima nettamente continentale, caratterizzato da forti escursioni termiche, con estati calde, inverni rigidi e prolungati, durante i quali la neve copre il terreno per molti mesi, e precipitazioni inferiori ai 500 mm. annui. Sivas deve la sua importanza e il suo continuo sviluppo alla posizione, dato che si trova sulla convergenza delle principali vie di comunicazione tra il Mar Nero, l'Eufrate e il Mediterraneo. La popolazione, in notevole aumento, ammontava a 28.000 ab., nel censimento del 1927, saliti a 35.207 nel 1935.
Si chiamò in età imperiale romana Sebastica e prima forse con altro nome non tramandatoci, e fece parte ora del Ponto Polemoniaco, ora della Cappadocia, finché Giustiniano non la fece capoluogo della nuova provincia di Armenia Prima. Batté moneta tra la fine del sec. II e la fine del III d. C. (da Lucio Vero a Valeriano); Giustiniano ne restaurò le fortificazioni (Procop., De aedificiis, III, 4); un suo vescovo prese parte al concilio di Nicea. Essendo stato il luogo sempre abitato, le rovine dell'antica città non sono molto appariscenti. A N. della città si notano tombe rupestri.
Un'antica cittadella, in rovina, domina dall'alto l'abitato di Sivas, che si presenta, nel suo insieme, di povero aspetto, con la maggior parte delle case in terra battuta. La città possiede, però, bei monumenti e fontane dell'epoca selgiuchida: tra questi si ricordano la Gök Medrese, convento fortificato del sec. XI, e il Birucyie, antica moschea, adibita, ora, a scuola.
Nel vilâyet, il suolo fertile produce grano, orzo, tabacco, e nelle parti più riparate crescono la vite e l'albicocco. Sono sfruttate numerose foreste di querce, abeti e faggi.
Il suolo è ricco di minerali, quali: manganese, argento, ferro, rame, piombo, e di sorgenti minerali calde e fredde. Nelle vicinanze della città, presso Ulak, sono sfruttate alcune saline. I prodotti del vilâyet vengono indirizzati verso il porto di Samsun, collegato a Sivas per mezzo di una ferrovia; la città è, inoltre, unita all'importante nodo di Cesarea da un'altra linea ferroviaria; in costruzione è la linea da Sivas a Erzincan.