SIUT (o Assiut, Asyūṭ; A. T., 115)
Città dell'Alto Egitto e capoluogo di provincia, situata sulla riva sinistra del Nilo a 379 km. dal Cairo. Al centro di una vasta fertile pianura, larga tra la catena libica e l'arabica circa 20 km., la città godette fin dall'antichità notevole importanza economica, anche come punto di partenza delle carovane dirette alle oasi libiche e al Sudan, e conserva tuttora il suo nome primitivo, mentre i greci la chiamarono Lycopolis, cioè la città dei lupi, con allusione alla divinità Wepjew-w'q̂iwe ("apritore delle vie", così detto perchè la sua immagine era portata in testa alle truppe marcianti), che vi si venerava specialmente e che era rappresentata sotto forma di uno sciacallo. Nel sec. III d. C. vi nacque Plotino, filosofo neoplatonico. Siut fu cristianizzata ai primi del sec. IV e diede i natali a Giovanni da Licopoli, che ebbe fama di santo e di profeta. La città attuale, con 57.000 ab. (1927), è la più grande dell'Alto Egitto; essa ha perduto molta della sua importanza come centro carovaniero, ma è tuttora fiorente per la coltura dei datteri, dei cereali, e per le industrie specialmente ceramiche e tessili, per le sculture in avorio, lavori in cuoio, commercio del natron, ecc. Uno sbarramento lungo m. 833, alto m. 12,50, costruito attraverso il Nilo alla fine del secolo scorso, un po' a valle della città, serve a regolarizzare il canale Ibrāhīmiyyeh e a irrigare le provincie di Asyūṭ, Minyā e Benī S′uēf. Nei dintorni esistono interessanti ipogei egizî, nei quali i primitivi cristiani si ritirarono poi a vita contemplativa.