REINA, Sisto
– Nato col nome di Gioseffo verso il 1625, probabilmente a Milano, da Aloysio e Sofonisba Pifferetta; frate francescano (OMC), organista e compositore.
Si hanno scarse notizie circa l’infanzia e la giovinezza: l’esigua documentazione sembra suggerire che Reina possa aver vissuto inizialmente a Milano nella parrocchia di S. Stefano Maggiore, dove si sposarono i genitori (1613) e nacquero due fratelli (Pietro Bernardo, 1616, e Giovanna Ieronima, 1621). La famiglia si trasferì poi nella parrocchia di S. Nazaro Maggiore (l’archivio conserva gli atti di morte di entrambi i genitori: Aloysio, Liber mortuorum 1630-1750, 4 marzo 1642; Sofonisba, ibid., 25 marzo 1666; l’atto di matrimonio è conservato nell’Archivio storico diocesano, parrocchia S. Stefano Maggiore, Registro dei matrimoni 1575-1621, 10 novembre 1613, dove sono pure i dati di battesimo dei fratelli: Pietro Bernardo, Registro dei battesimi 1610-1624, 27 settembre 1616; Giovanna Ieronima, ibid., 24 giugno 1621).
Il nome di Gioseffo compare per la prima volta in un documento del 1639, nel quale il padre lo indica come unico erede di un lascito terriero (Milano, Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana, Località Foresi, cart. 52, fasc. F, c. 109).
Gli anni Quaranta sono quelli della formazione religiosa: nel 1641 Reina fece rogare un testamento nel quale dichiarava di voler prendere i voti e rinunciare ai propri beni in favore del convento di S. Francesco di Saronno, concedendone l’usufrutto alla madre sino alla di lei morte (Archivio di Stato di Milano, Fondo di Religione, 2763, Milano-Saronno, Conventi S. Francesco, OO. VV., Libro magistrale, c. 60v). In quel convento risiedeva il cugino paterno, fra Sisto Campo, organista del vicino santuario della Beata Vergine dei Miracoli, che evidentemente lo spronò alla vita monastica: il 14 novembre 1642, rinunciando definitivamente ai propri beni, Reina fece professione di fede proprio in quel convento, prendendo anch’egli il nome di Sisto (Archivio di Stato di Milano, Fondo notarile, n. 28210, Gio. Pietro Bianconi Carlo Reverendo, 31 maggio 1642 - 26 giugno 1649). Negli anni successivi prese gli ordini minori (ostiariato e lettorato il 23 settembre 1645, esorcistato e accolitato il 24 febbraio 1646; cfr. Milano, Archivio storico diocesano, Registri Ordinazioni, R. 294, 1635-1646) e quelli maggiori (suddiaconato il 7 febbraio 1648, cfr. Milano, Archivio storico diocesano, Archivio spirituale, sez. III, Atti della cancelleria, Classe Ordinazioni, pacco 101, primavera 1648, Y 2707; diaconato e presbiterato prima del 26 luglio 1650, cfr. Archivio di Stato di Milano, Fondo di Religione, 2762, Legati Reyna).
Nulla si sa circa la sua educazione musicale. È tuttavia plausibile ipotizzare che fra Sisto Campo possa essere stato maestro di Reina, tanto che l’11 marzo 1646 i deputati del santuario saronnese accolsero la raccomandazione dell’ormai anziano organista (sarebbe morto di lì a tre anni) affinché Reina lo rimpiazzasse nella carica (Saronno, Archivio del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli, Libro mastro 1635-1646, c. 189r, da cui si evince che Reina accompagnava le messe, i vespri e le litanie per 200 lire annue). L’opera I di Reina, pubblicata nel 1648, contiene un mottetto d’un suo confratello, Egidio Trabattone (nato non oltre il 1595), attivo a Varese e a Seregno: potrebbe essere stato un suo maestro. Su basi stilistiche è stata altresì ipotizzata una discepolanza di Reina presso Michelangelo Grancini, organista in duomo a Milano (Morche, 2005).
Della produzione musicale di Reina conosciamo nove raccolte di musica da chiesa, principalmente mottetti e litanie su testi della devozione mariana, pubblicate a Milano (opp. I-VII) e Venezia (opp. VIII e IX). Tra i dedicatari di interi libri o di singoli mottetti in essi contenuti si contano esponenti del mondo ecclesiastico (diverse monache musiciste di monasteri tra Milano e Como, opp. I-VI; il procuratore generale dell’OMC, Ludovico Macinago da Varese, op. IV; il priore del collegio di S. Girolamo al Castellaccio di Milano, p. Timoteo Schiaffinati; la monaca Erminia Caterina Manzoli, organista nel monastero di S. Giovanni Battista di Bologna, op. VII) e del mondo politico, come Laura Martinozzi duchessa di Modena (op. VIII) e Isabella d’Este duchessa di Parma (op. IX).
Le stampe superstiti, che si fregiano di titoli baroccamente evocativi, documentano la carriera e gli spostamenti del frate musicista. L’op. I, Novelli fiori ecclesiastici concertati nell’organo all’uso moderno a 8 voci (1648), conferma che a quella data Reina era «organista nell’insigne e nobilissimo tempio della Beata Vergine de’ Miracoli di Saronno». Tra il 1651 e il 1659 fu maestro di cappella nello stesso e nel convento di S. Francesco, e ancora organista dal 1656: di questi anni sono l’op. III (Armonicæ cantiones a 1-5 voci, 1651), l’op. IV (Marsyae et Apollini … triumphus a 1-5 voci, 1653), l’op. V (Armonia ecclesiastica a 2-5 voci, 1653) e l’op. VI (Rose de’ concertati odori colte nel giardino delle Muse cantatrici a 1-4 voci, 1656). Nel settembre 1659 Reina lasciò Saronno (ivi, Archivio del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli, Libro Mastro, 1647-1676, c. 217v), dirigendosi a Bologna, dove per un anno fu maestro di cappella in una chiesa non identificata, come egli stesso riferisce nella dedicatoria dell’op. VII, Fiorita corona di melodia celeste a 1-4 voci con strumenti, pubblicata l’anno successivo; in seguito diresse a Piacenza la cappella di S. Francesco. Dal 1662 infine fu a Modena: qui firmò l’op. VIII, La pace de’ numeri publicata con l’armonia di cinque voci, come maestro di cappella della locale chiesa di S. Francesco e organista in S. Bartolomeo, ruolo, quest’ultimo, ricoperto ancora nel 1664, anno dell’ultima raccolta, La danza delle voci op. IX (salmi a 1, a 3, a 8 voci; antifone a 4; e due sonate a 4 violini). Dell’unica raccolta dispersa, l’op. II, è stato di recente ricostruito il sommario e quello che sembra essere una parte del titolo originale, Sacri concentus musici, grazie allo spoglio di alcuni inventari storici dei monasteri svizzeri, compilati tra il secolo XVII e il XVIII (cfr. Bacciagaluppi, 2012).
Se da un lato tutti i repertorii indicano come anno presunto del decesso il 1664, in un paio di occasioni (Jones, 1978 e Bianconi-Walker, 1984) sono state ricondotte a Sisto Reina le musiche (disperse) per Il Ciro in Lidia, opera in tre atti su testo di Giovan Battista Boccabadati, dedicata nel 1665 al treenne Francesco II d’Este e andata in scena a Modena nel teatro di palazzo «con musica del Padre Sisto Reni». Accertata la presenza del frate lombardo a Modena tra il 1662 e il 1664, questo libretto d’opera potrebbe in effetti riportare una forma alternativa o storpiata del cognome (nei territori modenesi e bolognesi il cognome Reni è ampiamente diffuso). In tal caso, l’anno della morte cadrebbe non prima del 1665.
Ed. moderne: De profundis, da Fiorita corona (op. VII), a cura di C. Smith - B. Dickey, continuo di M. Aureli, Sala Bolognese 1998; Fiorita corona di melodia celeste a 1, 2, 3, 4 voci con strumenti, a cura di T. Olivato, Padova 2008 (di cui sette già in Olivato, 2007); Armonia ecclesiastica a 2, 3, 4 e 5 voci (op. V, 1653), a cura di T. Olivato, Padova 2012.
Fonti e Bibl.: J.G. Walther, Musicalisches Lexicon oder Musicalische Bibliothec, Leipzig 1732, p. 517; F.A. Zaccaria, Storia letteraria d’Italia, XIII, Venezia-Modena 1758, p. 238; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, I, Modena 1781, p. 283; K.F. Becker, Die Tonwerke des 16. und 17. Jahrhunderts, Leipzig 1847, p. 63; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 299 s., 486 s.; V, Bologna 1943, p. 440; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker und Musikgelehrten, VIII, Leipzig 1903, pp. 174 s.; X, Leipzig 1904, p. 438; S. Mattei, Serie dei maestri di cappella Minori Conv. di S. Francesco (1800), a cura di D. Stella, in Miscellanea Francescana, XXIII (1922), p. 135; D. Sparacio, Musicisti Minori Conventuali, in Miscellanea Francescana, XXV (1925), p. 98; C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale italiana stampata in Italia fino al 1700, Firenze 1952, 1664a; W.S. Newman, The sonata in the baroque era, Chapel Hill 1959, p. 144; M. Donà, La stampa musicale a Milano fino all’anno 1700, Firenze 1961, pp. 7, 11-13, 68; C. Sartori, R. S., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, XI, Kassel 1963, col. 181; G.G. Jones, Alessandro Scarlattis “Il Ciro”, in Hamburger Jahrbuch für Musikwissenschaft, III (1978), p. 226; L. Bianconi - T. Walker, Production, consumption and political function of seventeenth-century opera, in Early Music History, IV (1984), p. 245; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, VI, Torino 1988, p. 287; R.L. Kendrick, Celestial sirens: nuns and their music in early modern Milan, Oxford 1996, pp. 109, 113 s., 142, 338, 366-368; R.L. Kendrick, La musica tra Cinque e Seicento, in Il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno, a cura di M.L. Gatti Perer, Milano 1996, pp. 433-443; V. Pini - J.M. Pini, La musica sacra vocale di fra S. R. (e materiali biografici), Saronno 1998; N. Pyron, R. S., in The new Grove dictionary of music and musicians, London-New York 2001, XXII, p. 151; D. Torelli, I salmi con strumenti obbligati nella produzione dei maestri di cappella di area padana, in Barocco padano 2, a cura di A. Colzani - A. Luppi - M. Padoan, Como 2002, pp. 158 s.; G. Morche, R. S., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, Kassel 2005, coll. 1502 s.; T. Olivato, Vita e musica del minore conventuale fra Sisto Reina di Saronno espressione del Barocco padano, Saronno 2007; C. Bacciagaluppi, Edizioni musicali italiane in alcuni inventari storici svizzeri (1622-1761), in Fonti musicali italiane, XVII (2012), p. 81; T. Olivato, La musica nel convento di Saronno nei secoli XVI e XVII e il suo maggiore interprete: fra S. R., in Barocco padano 8, a cura di A. Colzani - A. Luppi - M. Padoan, Padova 2014, pp. 249-296.