aureo, sistema
Sistema monetario in cui è stabilito il cambio fisso tra una valuta avente corso legale in un Paese e una determinata quantità di oro. Nel Paese in cui è in vigore tale sistema (ingl. gold standard) la banca centrale si impegna a convertire in oro qualunque ammontare di valuta nazionale (circolazione cartacea convertibile totalmente in oro), o ne ammette la conversione solo in modo ridotto (circolazione cartacea convertibile parzialmente in oro). Nel sistema monetario a. la banca centrale emette moneta con potere liberatorio e, definito il valore dell’unità monetaria dal contenuto aureo, detiene una riserva aurea per assolvere la convertibilità. Si parla di gold exchange standard nei Paesi che permettono la convertibilità della moneta nazionale nella valuta di un Paese che adotta il sistema monetario aureo.
In ambito economico, la principale conseguenza dell’utilizzo del sistema monetario a. è ravvisabile nell’ottenimento di cambi sostanzialmente fissi con le altre valute: il valore delle valute non è funzione della domanda e dell’offerta delle stesse, ma della quantità di oro in cui possono essere convertite. Al vantaggio di avere cambi fissi si oppone, tuttavia, la difficoltà nella gestione dei deficit commerciali, che comportano un deflusso di oro e una contrazione monetaria con conseguente possibile recessione dell’economia. Un ulteriore svantaggio consiste nel rendere impossibile la conduzione da parte della banca centrale della politica monetaria in maniera indipendente dalla produzione di oro a livello locale e globale. La banca centrale ha generalmente il ruolo di emettere la moneta ad alto potenziale (➔ base monetaria) che circola nel Paese di riferimento, in maniera che si allinei alla crescita economica: in un sistema a., per emettere nuova moneta la banca centrale deve acquistare oro, sacrificando una parte della ricchezza prodotta dal Paese per il suo acquisto.
La Gran Bretagna fu il primo Paese ad adottare (1816) il sistema monetario a. (monometallico) in sostituzione del sistema bimetallico basato sulla convertibilità della valuta inglese in oro e argento. Tale passaggio fu dettato dall’arrivo in Gran Bretagna di rilevanti quantità di materiale aurifero dalle colonie inglesi che, contestualmente alla riduzione della quantità disponibile di argento, resero l’oro il principale mezzo di scambio nelle transazioni commerciali. Altre nazioni adottarono ufficialmente il sistema a. dal 1870: Germania (impero tedesco, 1871); Belgio, Italia e Svizzera (1873); Danimarca, Norvegia, Svezia e Olanda (1875); Francia e Spagna (1876); Austria (1879); Russia (1893); Giappone (1897); India (1898); USA (1900). Con la Prima guerra mondiale (1914), il sistema a. fu progressivamente abbandonato da tutti i Paesi per permettere ai governi di finanziare le spese belliche senza acquistare oro, ma emettendo moneta di cui non era più garantita la conversione in oro; con la fine del conflitto, in alcuni Paesi fu reintrodotto il sistema a., che tuttavia durò sino agli anni della grande depressione (1929). Dopo gli accordi di Bretton Woods (1944) fu stabilito un sistema a. in cui solo il dollaro americano aveva la possibilità di essere convertito in oro, mentre le altre valute dei Paesi firmatari dell’accordo fissavano il contenuto a. della propria divisa, adottando il dollaro americano come valuta di riserva e consentendo la convertibilità della propria moneta esclusivamente in valuta di riserva alla parità determinata dai contenuti aurei.
Il sistema durò fino al 1971, quando lo Smithsonian Agreement mise fine agli accordi di Bretton Woods. Nello specifico, già dal 1968 la convertibilità in oro era limitata alle sole banche centrali. Dal 1971, con atto ascritto al presidente degli USA R. Nixon, l’abolizione della convertibilità in oro fu completata. Tuttavia, la fine del gold exchange standard non determinò la cessazione della convertibilità della altre valute con il dollaro statunitense, che rimase comunque la valuta internazionale di riferimento, in un nuovo sistema di cambi cosiddetti ‘flessibili’con il dollaro statunitense. Successivamente, in Europa, l’assenza di un sistema monetario è stata risolta prima attraverso l’introduzione nel 1979 del Sistema Monetario Europeo (➔ SME), poi dall’introduzione dell’euro (➔) nel 1999. Alberto Maria Sorrentino