SISPHE (Sisϕe)
È la forma etrusca del greco Σίσυϕος, con la sincope della semivocale intermedia ed il passaggio della desinenza -ος in -e. Si può però collegare, più direttamente, anche alla forma Σῖσϕος, che ritorna tre volte sul làgynos di Dionysios a Berlino.
S. compare in un dipinto parietale della tomba François di Vulci, e la figura cui si riferisce è solo in parte riconoscibile: è un uomo nudo che solleva una pietra sul capo. Accanto a lui è Anfiarao (Amphare), e la scena si riferisce quindi al mito di Sisifo nell'Ade. Probabilmente S. è ancora da intendersi nella scritta tupisispés in un dipinto parietale della Tomba dell'Orco di Tarquinia. Poiché sispés è genitivo, tupi è la parola reggente, il cui significato è ancora incerto. Sispe sarebbe una forma aberrante di Sisϕe, con l'alternanza p/ϕ come in perse/ϕerse = περσεύς. La figura tarquiniese è molto rovinata, ma, anche in rapporto con le altre figurazioni adiacenti, sembra rappresentare una personalità dell'Ade, e quindi è possibile supporre che rappresenti veramente Sisphe.
Bibl.: C. Pauli, in Roscher, IV, 1909-15, c. 957, s. v.; Fiesel, in Pauly-Wissowa, III A, 1929, c. 368, s. v. Per il làgynos di Dionysos: C. Robert, in 50. Winckelmannsprogramm Berlin, 1890, p. 90 ss.