SIRMIUM
Identificata con la città moderna di Srijemska Mitrovica in Iugoslavia, sulla Sava.
La sua grande importanza risulta dalla sua posizione; durante tutta l'antichità, la città è stata punto chiave del sistema stradale dell'Illirico. Nata nello stesso periodo augusteo in cui furono fondate le città di Emona e di Siscia, S. era perno orientale del sistema di difesa della prima linea del limes. Vi si arrivava dalla Pannonia Superior ed Inferior e di qui si dipartivano strade sia verso le province dell'E, sia per Roma attraverso Emona-Aquileia e attraverso Salona. Al grande traffico stradale si aggiungeva quello fluviale attraverso il suo porto, Bononia. La sua vicinanza alle miniere di Domavias fece sì che vi si impiantasse ben presto anche una delle zecche imperiali. Dalla fine del I sec. d. C. la città ebbe un carattere prettamente civile e fu denominata anche mater urbium magna et populosa (Amm. Marcell., x, 1, 10, 2) oppure ἡ μεγίστη πόλις, come la chiama Erodiano (7, 2). Fu sede temporanea di Marco Aurelio durante le guerre marcomanniche ed è qui che Erode Attico abitò per un certo periodo di tempo. Fu luogo di nascita e di residenza dell'imperatore Probo e nelle sue vicinanze nacque l'imperatore Decio. Durante la tetrarchia la città arrivò al suo massimo splendore, perché scelta come una delle capitali dell'Impero. Diocleziano vi soggiornò nel 293-294 e Teodosio vi fu proclamato imperatore. Il suo splendore fu troncato dalla distruzione che vi portò Attila.
Per la sovrapposizione della città moderna, ci sfugge quasi tutta la topografia antica. Vi si eseguirono solamente scavi irregolari, ma attraverso le fonti letterarie si ha una buona documentazione dei suoi monumenti. Si sa infatti che all'età di Valentiniano un fulmine palatii et curiae partem incendit et fori (Amm. Marcell., xxx, 5, 13), palazzo di cui parla anche Zosimo (4, 18). È difficile però dire in qual punto della città moderna si potessero collocare questi monumenti. D'altra parte si sa che Erode Attico, nella sua visita a Marco Aurelio abitò ἐν προαστείς (Philostr., ii, 11 = 11, 68, 5 ed. Kayser). Molto probabilmente una simile abitazione degna di Erode Attico si può identificare con quella villa suburbana da cui è venuto fuori anche un bel mosaico e che è situata ad E della città. Nei dintorni della città v'erano πύργοι καὶ ἡμιτύργοι. Da Prisco (Exc. de legat., 134, 51) si sa che molto materiale architettonico dell'antica città fu trasportato nella reggia di Attila. Si sono trovati capitelli, basi, trabeazioni, mensole, rilievi decorativi e anche alcune sculture ma di tono modesto. Per il periodo cristiano si ha la testimonianza di numerosi monumenti sacri di cui una cella trichora, ultimamente venuta alla luce. Le forme di questa cella si collegano con quelle specifiche di Aquileia diffuse poi lungo tutto l'Illirico.
Bibl.: C. I. L., III; Vjesnik Hrvatskog Arheoloskog Društva, N. S. I, Zagabria 1895; V, 1901; VII, 1903; VIII, 1905; X, 1908-9; XI, 1911; J. Zeiller, Les origines chrétiennes dans les provinces danubiennes de l'Empire Romain, Parigi 1918, p. 129; B. Saria, Vor - und frühgeschichtliche Forschungen in Südlsavien, in 16. Bericht des RGK, 1927, p. 113 ss.; C. Patsch, Zur Geschichte von Sirmium, in Strena Buliciana, Zagabria 1924, pp. 232-250.