SIRMIONE (A. T., 20-21)
Paese e comune della provincia di Brescia, sulla sponda meridionale del Lago di Garda. Dei 1747 ab. censiti nel 1931, appena 971 vivono nel centro principale, pittoresco borgo di pescatori posto all'estremità della piatta e sottile penisola (4 km. di lunghezza; larghezza minima 120 m.) che fra Peschiera e Desenzano si protende verso N. nel lago. Stazione (mansio) di una certa importanza sotto i Romani e i Longobardi, venne nel 1250 fortificata dagli Scaligeri (la Rocca, o Castello, con torre è stata di recente restaurata). Il comune, vasto 33,88 kmq., contava 580 ab. nel 1861, 956 nel 1901, 1150 nel 1911 e 1243 nel 1920.
Sirmione è frequentata ancor oggi per le sue terme. La sorgente minerale che le alimenta sgorga a 300 m. dalla riva e a 18 m. di profondità sul fondo del lago, donde una tubazione la conduce allo stabilimento termale. È una sorgente clorurato-sodica-solforosa, radioattiva, termale (69° alla scaturigine) usata per bagni, inalazioni e bevanda nelle forme artritiche e reumatiche, nelle affezioni sifilitiche, nelle dermatosi, nelle intossicazioni e nei catarri respiratorî. Le cure si fanno nelle RegieTerme, stabilimento situato sulla riva del lago, aperto dal maggio al novembre. Per il suo clima mite e dolce, Sirmione è pure frequentata come luogo di villeggiatura: la località è pittoresca, ricca di boschi d'ulivi, di lauri, interessante per i ruderi romani che ancora vi rimangono.
La penisola consta di tre alture: la più elevata è la meridionale, chiamata Cortina, ai cui piedi è il paese; su quella di mezzo sorge la chiesetta di S. Pietro; su quella a tramontana restano le grotte che erroneamente si chiamano di Catullo: edificio balneario romano, probabilmente del sec. IV, che, malgrado il suo stato di rovina, mostra ancora imponenti muraglie e vòlte di sostruzione e lascia riconoscere una complicata serie di locali col pavimento musaicato, a uso termale. Pare tuttavia che a quel tempo non vi arrivasse la nota sorgente d'acqua calda solforosa che zampilla a poca distanza entro il lago. Né si sa dove fosse la casa di Catullo. Frammenti romani sono sparsi in varie parti del luogo.
Le altre mura che giravano attorno all'isolotto e ne formavano la rocca centrale, si crede appartenessero a una fortificazione longobarda. Certo nel secolo VIII ricorre menzione nei documenti delle due chiese di S. Salvatore e di S. Pietro in Mavino, la prima ridotta ormai a pochi ruderi, l'altra conservata nella sua forma romanica, con affreschi trecenteschi.
Allo stesso secolo XIV deve appartenere anche il castello scaligero, che si leva all'estremità meridionale dell'isola e del paese, e con le torri e le cortine di tipo spiccatamente veronese, imprime una suggestiva fisionomia al panorama.
Bibl.: G. G. Orti Manara, La penisola di Sirmione, Verona 1856; O. Brentari, Guida del Lago di Garda, Bassano 1896, p. 24 segg.; J. Ulmann, Führer durch die halbinsel Sermione, Arco 1899; Jahreshefte des österr. archäologischen Institutes, II, App., p. 4 segg.; O. Brentari, Sirmione: guida storica, Milano 1909; B. Ebhardt, Die Burgen Italiens, Berlino 1916 segg.