SIRMIO (Sirmium, Σίρμιον)
Città della Pannonia inferiore, posta alla confluenza del fiumicello Bacuzio nella Sava, nel sito dell'odierna Mitrovica. Fu in origine abitata dai Taurisci, ma i Romani vi si trovavano già nel 6 a. C. quando, durante la grande rivolta pannonica fu assalita dai Brevci, che furono sconfitti da Cecina Severo. Con l'estendersi della romanizzazione nella regione fu dai Flavî, forse da Vespasiano, elevata al rango di colonia (colonia Flavia Sirmium); ma particolare importanza essa acquistò prima per le campagne contro i Daci, poi, nel sec. III, per le guerre contro i barbari che premevano sul confine del Danubio. Fu pertanto assai spesso residenza imperiale, e considerata come la città più importante della regione. Probo che ne era nativo, al pari di Aureliano, e che più tardi vi fu ucciso, ne migliorò le condizioni del suolo. Dopo la riforma dioclezianea fu la sede del governatore della Pannonia secunda; in essa avevano luogo una zecca, fabbriche d'armi e una stazione della flotta della Sava. Centro stradale, aveva anche un posto doganale. Devastata da Attila, continuò a vivere anche dopo, per quanto travagliata dalle lotte fra Bisanzio e gli Avari, cui da ultimo soggiacque. Si sono rinvenuti nella città avanzi di terme, di mura e numerose iscrizioni latine; importante è la chiesa, con l'attiguo cimitero del martire Sinerote. Per il concilio di Sirmio, v. arianesimo.
Bibl.: Corp. Inscr. Lat., VII, p. 418; Fluss, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, col. 351 segg.; C. Patsch, Zur Gechichte von Sirmium, in Strena Buliciana, Zagabria-Spalato 1924, p. 229 segg.; per le memorie di S. Sinerote: G. B. De Rossi, in Bull. arch. crist., 1885, p. 144 segg.