SIRACUSA (XXXI, p. 869; App. I, p. 1005; II, 11, p. 835)
Tra i capoluoghi di provincia siciliani, S. s'impone come quello che ha avuto negli ultimi vent'anni il più forte incremento demografico: la popolazione residente nel comune, pari a 53.166 ab. nel 1936, è cresciuta infatti a 71.016 nel 1951 e a 90.333 nel 1961, cioè, in complesso, del 70%. Questo aumento si deve soprattutto all'incremento naturale degli abitanti. Lo stesso movimento migratorio, che fin verso il 1950 mostrava un'eccedenza negativa, si è poi via via invertito, sicché la differenza tra i due flussi o correnti ha raggiunto la cifra positiva di 290 unità nel 1954 e di 1223 nel 1958.
Le cospicue correnti migratorie sono state in parte sollecitate, dopo il 1950, dal grande sviluppo delle attività industriali. Esse però, a differenza di quanto sta avvenendo in altre città siciliane, come Catania, Messina, Palermo e Porto Empedocle, non si sono installate alla periferia dell'impianto urbano, ma si sono dislocate su un fronte di circa 30 km, dai dintorni di S. fino ad Augusta, lungo il litorale. Si tratta di grandi complessi chimici, di raffinazione di olî minerali, di centrali termoelettriche e di cementifici, che hanno sentito pressante il richiamo del mare. Appunto per questa distribuzione lineare della nuova zona industriale, che si stende sul territorio di più comuni, e che attrae dai varî centri abitati vicini la mano d'opera necessaria (aggirantesi sulle 4000 unità nel 1959), la popolazione attiva di S., in rapporto a quella totale con più di 10 anni, anche se è aumentata, non si distacca molto, nel 1958 (38,5%), dalle cifre prebelliche (1936: 33,3%). Strettamente connesse con la nuova opera d'industrializzazione del litorale, anche le attività commerciali si sono incrementate, ravvivando la vita della città: le automobili, che nel 1951 non sommavano a 1500, risultano oggi 7500. L'attività edilizia ha pure ricevuto una notevole spinta: soltanto dal 1956 al 1958 sono stati costruiti 27.000 vani, e ne sono in cantiere altri 11.000.
L'attività del porto, tuttavia, è diminuita dal periodo prebellico del 44,2% (1954: 84.769 t di merci), con una contrazione particolarmente sensibile nel settore delle esportazioni. Notevole risulta invece il numero dei passeggeri, arrivati e partiti (23.415 nel 1954): Siracusa è scalo delle linee dirette a Malta, Tripoli, Bengasi, Alessandria d'Egitto e Beirut.
Come conseguenza del notevole incremento demografico, nel dopoguerra l'impianto urbano si è allargato con nuovi quartieri sorti in prevalenza nel settore occidentale, tra la stazione ferroviaria, Piazza della Vittoria e l'anfiteatro romano, e al di là della Villa Politi, con una forte soluzione di continuità nell'impianto urbano, in una fascia che dal mare si addentra nell'interno fino a raggiungere la strada che porta direttamente verso la zona industriale Siracusa-Augusta.
Bibl.: N. Calabrò, Aspetti geografici dello sviluppo industriale della costa sud-orientale della Sicilia, in Atti del XVII Congresso Geografico Italiano, Bari 1957; D. Notaro, Sviluppo industriale e addestramento professionale nel Siracusano, in Rassegna "Siracusa", Siracusa 1959; S. Piccardi, I porti della Sicilia sud-orientale, nel vol. I porti della Sicilia, Napoli 1961, pp. 179-192.