Phillipps, Sir Thomas
Collezionista inglese (Manchester 1792 - ivi 1872); iniziò a Middlehill, quando era ancora molto giovane, la sua raccolta di manoscritti, che era destinata a divenire una delle più cospicue raccolte private di Europa: ricercava soprattutto i codici membranacei per i quali aveva un particolare amore di collezionista. I primi importanti acquisti risalgono agli anni 1825-1830 durante i quali, lasciata l'Inghilterra, viaggiò a tale scopo per l'Europa: Paesi Bassi, Francia, Germania eSvizzera.
Nel 1832 trasferì la sua collezione a Cheltenham dove poi essa rimase. Il Catalogo (Catalogus librorum manuscriptorum in Bibliotheca D.T. Phillipps Barth., Londra 1837), che fu stampato privatamente e restò interrotto, descriveva 23.837 manoscritti, i quali raggiungevano il numero di 36.000 al momento della sua morte; cifra però ben lungi da essere quella effettiva anche per il fatto che spesso sotto un unico numero venne segnalata un'intera serie di unità diverse.
Tra gli acquisti più notevoli fatti dal P. in Italia va ricordato quello dell'Archivio della famiglia bolognese Ranuzzi, che in gran parte è tornato più tardi in Italia per acquisto da parte dello stato.
Dopo la morte del raccoglitore la biblioteca fu ereditata da una sua figlia, poi dal figlio di lei, T. Fitzroy Fenwick, che ne iniziò la dispersione. Le vendite cominciarono con contratti privati; poi dal 1886 continuarono con aste curate dalla Sotheby and C. per il nucleo residuo che appartiene ormai al Robinson Trust. In seguito a ciò, per mezzo di acquisti, collezioni intere o singoli pezzi sono tornati in possesso dei paesi cui in origine appartenevano. Anche l'Italia ha potuto recuperare, oltre a documenti d'interesse archivistico, tra i quali vanno ricordate almeno lettere di Giovanni Lanfredini e di Francesco Vettori, vari manoscritti; tra questi i più importanti sono due codici nonantolani dei secc. X e XII (acquistati nell'ottobre del 1967) scomparsi dopo il 1798 dalla biblioteca Sessoriana e oggi riuniti a quella collezione che si conserva nella biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Purtroppo non ha avuto la stessa sorte un autorevole codice della Commedia, il Phillipps 8881, datato 1363 e probabilmente copiato a Venezia, che è descritto dal Moore e segnalato dal Petrocchi (Introduzione); questo codice risulta acquistato da un bibliofilo nordamericano, il cui nome non è stato possibile conoscere.
Il Moore descrive, correggendo per alcuni aspetti il De Batines, altri due manoscritti membranacei della Commedia, corrispondenti rispettivamente ai nn. 247 (ora nella collezione Bodmer di Cologny) e 9589 del Catalogo Phillipps. Un altro codice contenente il Paradiso col commento di Iacopo della Lana (Phillipps 248, della metà del sec. XIV) è stato venduto all'asta nel novembre 1971 (Bibliotheca Phillippica: Catalogue of Manuscripts..., Londra 1971, pp. 51-52) e acquistato dall'Italia per la biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Tutta la raccolta P., che comprendeva anche un'eccezionale collezione di quadri e di sculture, è stata oggetto di un minuzioso e lungo studio che occupa gli ultimi tre volumi dei Phillipps Studies.
Bibl. - E. Moore, Contributions, Cambridge 1889; S. De Ricci, English collectors of books and manuscripts 1530-1930, Londra 1960, 119-130; A.N.L. Munby, Phillipps studies III-V, Cambridge 1954-1960; Catalogue of Manuscripts on papyrus, vellum and paper, Londra 1971 (Phillipps 248).