FORTESCUE, sir John
Giurista e costituzionalista inglese. Nato fra il 1390-1400 di antica famiglia, abbracciò la carriera giudiziaria, divenne chief justice of the king's bench nel 1442. Le vicende della sua vita si connettono a quelle della guerra delle Due rose e alle vicende della casa di Lancaster, cui rimase fedele. Esule in Scozia al seguito d'Enrico VI, si crede fosse da questi nominato cancelliere d'Inghilterra. Nel 1463 fu in Francia con la corte esiliata. Solo dopo la morte di Enrico VI e il naufragio definitivo della causa dei Lancaster, il F. chiese e ottenne il perdono di Edoardo IV (1471) e fu fatto membro del King's Councell. La data esatta della sua morte non è accertata (circa 1476). L'attività di scrittore del F. è strettamente connessa alla sua attività politica, e la sua importanza appare grandissima ove la si consideri in relazione all'opera dei giuristi inglesi più antichi e all'influenza che essa ebbe sulle generazioni successive, specialmente nelle discussioni e nelle lotte giuridiche e costituzionali inglesi dei secoli seguenti.
Vanno ricordate fra le sue opere: De Natura Legis Naturae (1461-63), scritto di scarsa importanza, che deve la sua occasione alle questioni dinastiche sorte per le rivendicazioni contrastanti dei Lancaster e dei York; fu stampato nell'edizione completa ma privata delle opere del F. fatta da un suo discendente, lord Clermont (1869). Il trattato De Laudibus legum Angliae fu scritto in Francia fra il 1464 e il 1470, e stampato la prima volta durante il regno di Enrico VIII (circa 1537). Il Governance of England (o The difference between an Absolute and a Limited Monarch., 1471-76) è il più antico trattato intorno alla costituzione inglese scritto in lingua inglese (ed. critica a cura di Ch. Plummer, Oxford 1885). L'opera del F. è primieramente indirizzata allo studio e all'esaltazione della costituzione d'Inghilterra come una forma di monarchia limitata. Il valore straordinario della sua analisi deriva dall'esperienza profonda non solo del governo e dell'ordinamento giuridico dell'Inghilterra, ma delle cose di Francia. Il problema storico fondamentale nello studio dell'opera del F. è quello della corrispondenza che intercede fra l'ideale costituzionale che egli dipinge e lo stato della costituzione inglese dei suoi tempi, corrispondenza affermata da taluni (Stubbs), negata da altri (Pollard). Ben chiara comunque è nel F. la coscienza dei problemi e delle necessità urgenti del suo tempo, e la sua opera (specialmente l'ultimo scritto sopra ricordato) si può dire che abbia un duplice significato, in quanto contiene a un tempo una delle più eloquenti apologie del regime costituzionale e la giustificazione teorica dell'avvento della forte monarchia dei Tudor. Nel sec. XVII l'autorità del F. fu frequentemente invocata nella lotta contro l'assolutismo, e fu detto che i suoi scritti ebbero parte non piccola nello sviluppo delle dottrine costituzionali inglesi.
Bibl.: v. Dictionary of National Biography, s. v.; Ch. Plummer, Introduz. all'ed. crit. del Governance of England; Skeel, The influence of the writings of Sir J. F., in Transactions of the Royal Hist. Soc., Londra 1916.