ELLIOT, Sir Henry George
Diplomatico inglese, nato a Ginevra il 30 giugno 1817, morto ad Ardington House il 30 marzo 1907. Figlio di Gilbert E., secondo conte di Minto (v. minto), e cognato di lord John Russell, fece gli studî a Eton e al Trinity College, infine a Cambridge; nel 1841 entrò in diplomazia, dapprima addetto all'ambasciata di Pietroburgo, quindi segretario di legazione all'Aia (1848), a Vienna (1853), infine inviato a Copenaghen (1858). L'anno dopo, salito al trono di Napoli Francesco II (22 maggio), l'E. fu da lord Palmerston inviato colà per riannodare le relazioni diplomatiche con la corte borbonica, rimaste interrotte fino dal 1856, quando Ferdinando II aveva opposto un formale rifiuto ai consigli di Francia e d'Inghilterra, tendenti a mitigare la forma oppressiva del suo governo. La sua missione non ebbe sostanziali risultati, specialmente perché nel frattempo era scoppiata la guerra contro l'Austria da parte del Piemonte alleato della Francia. Poco dopo, la spedizione dei Mille precipitò gli avvenimenti, in riguardo dei quali l'E. ebbe ordine dal suo governo di assumere un'attitudine di non intervento. Può a ogni modo affermarsi che l'E. mantenne un contegno favorevole alla causa italiana, come lo assunse sir James Hudson, che rappresentava l'Inghilterra a Torino; e lo dimostra il fatto che il 10 settembre 1860, seguendo del resto le direttive di lord John Russell, egli ebbe un colloquio con Garibaldi a bordo del Hannibal, che stazionava nel golfo di Napoli, esponendo al duce dei Mille come il governo inglese fosse contrario a qualunque ulteriore spedizione oltre il confine napoletano. Avvenuti i plebisciti, cessò la missione dell'E. a Napoli, ed egli tornò in Inghilterra. Nell'aprile 1862 fu inviato ministro ad Atene, dove cooperò all'elezione al trono di Grecia di Giorgio di Danimarca, e l'anno dopo fu trasferito a Torino, succedendo a sir J. Hudson. Nel 1865 passò con la corte e il governo italiano a Firenze e nel 1867 andò ambasciatore a Costantinopoli, dove rimase fino al 1877, anno in cui passò a Vienna; nel 1884 pose fine alla sua carriera diplomatica.
Bibl.: Times del 1° aprile 1907; le sue Diplomatic Recollections, da lui date a luce per "private circulation", citate da G. M. Trevelyan, Garibaldi and the making of Italy, Londra 1911 (ivi il colloquio di lui con Garibaldi); Carteggio di M. Minghetti e G. Pasolini, Torino 1924-29, IV.