Burnet, Sir Frank Macfarlane
Patologo australiano (Traralgon, Victoria, 1899 - Melbourne 1985). Prof. di medicina sperimentale all’Univ. di Melbourne, svolse la sua carriera scientifica (a parte due parentesi trascorse a Londra, presso l’istituto Lister e il National institute for medical research) nell’istituto Walter and Eliza Hall di Melbourne per le ricerche mediche, di cui fu anche direttore dal 1944 al 1965.
Nelle sue ricerche, B. sviluppò l’indagine sperimentale sugli agenti delle malattie infettive umane e sui meccanismi immunitari in un inquadramento evoluzionistico dei fenomeni di interazione tra agenti infettivi e ospiti e dei processi che sono alla base dell’immunità adattativa. In partic., B. si dedicò inizialmente allo studio dei batteriofagi, ipotizzando per primo che questi virus possano esistere in una forma stabile, non infettiva, che si moltiplica nell’ospite batterico; in seguito studiò il virus dell’influenza, analizzandone le dinamiche epidemiologiche e mettendo a punto le tecniche per testare sierologicamente l’emagglutinina, una proteina della superficie virale. Nel 1941 pubblicò una monografia intitolata The Production of Antibodies (la produzione di anticorpi), in cui sostenne che gli anticorpi sono proteine sintetizzate da cellule e che non ci si deve domandare solo come faccia l’orga-nismo a sintetizzare anticorpi contro qualunque antigene, ma anche perché non produce autoanticorpi. In sostanza, B. introdusse la fondamentale distinzione tra self e non self del sistema immunitario. Cambiando il modo di guardare ai problemi immunologici, nel 1949 elaborò il concetto di tolleranza immunitaria, confermato sperimentalmente nel 1953 da P. Medawar e che aprirà strada alla medicina dei trapianti. Per tali studi, nel 1960, B. e Medawar ricevettero il Nobel per la fisiologia o la medicina. Nel 1957 B. pubblicò un articolo in cui ipotizzò che la sintesi degli anticorpi sia governata da un meccanismo selettivo di tipo darwiniano, che chiamò selezione clonale. La teoria della selezione clonale venne confermata sperimentalmente agli inizi degli anni Sessanta, diventando il punto di riferimento teorico per le ricerche sulla fisiologia cellulare, per individuare le basi genetico-molecolari dell’immunità adattativa e per lo studio dell’origine delle malattie autoimmuni.
B. si dedicò alla stesura di testi divulgativi sulle implicazioni anche sociali e politiche delle nuove conoscenze biologiche (tra questi: Viruses and man, 1953; trad. ital. 1960; Autoimmunity and autoimmune diseases, 1972; Endurance of life: the implications of genetics for human life, 1978), e assunse alcuni incarichi per studiare gli indirizzi della ricerca medica e della politica sanitaria in Australia. B. è considerato il più importante scienziato a cui l’Australia abbia dato i natali.
F. M. Burnet
1899 Nasce a Traralgon, Victoria
1924 Si laurea in medicina all’univ. di Melbourne
1926 Inizia le ricerche sui batteriofagi presso l’istituto Lister di Londra
1928 Consegue il dottorato all’univ. di Londra e torna in Australia
1932 Trascorre un anno presso il National institute for medical research di Londra
1944-65 È direttore dell’istituto W. ed E. Hall del Melbourne Hospital
1951-56 Studia la genetica dei virus influenzali
1959-63 Membro del Comitato per la ricerca medica dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
1960 Riceve il premio Nobel per la medicina o la fisiologia
1960-62 Studia la reazione di rigetto nei trapianti
1965 Diventa presidente dell’Australian Academy of Science (fino al 1969)
1966-69 Presiede la Commonwealth Foundation
1985 Muore a Melbourne