LASDUN, Sir Denys
Architetto inglese, nato a Londra l'8 settembre 1914. Ha studiato presso l'Architectural Association di Londra. La sua formazione è stata improntata dallo studio delle opere di Le Corbusier e dal contatto con la particolare atmosfera degli anni trenta, definita da H. Russell Hithcock British offshoot: L. partecipa al gruppo Tecton, con B. Lubetkin, e collabora poi con M. Fry nel cantiere di Candigaṛh. Dalla metà degli anni Cinquanta inizia l'attività in proprio e realizza via via le sue opere maggiori. Nel panorama della recente architettura inglese, l'opera di L. costituisce un anello di congiunzione tra le esperienze moderne che precedono l'ultimo conflitto mondiale, e la vivace temperie culturale postbellica in cui il ''germoglio britannico'' diviene rigogliosa fioritura.
La fedeltà ai principi del Movimento Moderno e soprattutto, allora, a Le Corbusier si manifestò fin dalla giovanile casa di Paddington (1938) per proseguire poi, con opere di sempre maggiore pregio espressivo, per tutti gli anni Cinquanta (appartamenti a Bethnal Green, 1955; magazzini Robinson sullo Strand a Londra, 1958). La notorietà internazionale giunse con l'edificio per appartamenti di lusso a St. James Place (1959), da cui traspare chiara l'enunciazione del programma organizzativo e una sapiente capacità d'inserimento che non abdica alla propria autonomia espressiva autenticamente moderna. Negli anni Sessanta, L. inizia una febbrile e insieme rigogliosa attività su temi di respiro comunitario e urbano. Nascono così opere come il Royal College of Physicians a Londra (1964), la cui complessità formale esprime la sensibile volontà di armonioso inserimento nel contesto, o i progetti per i laboratori nel New Museum's Site a Cambridge (1961), in cui s'individua l'attenzione alla contemporanea esperienza di L. Kahn. L. perviene comunque a un rigoroso controllo degli esiti globali, con ricercate accentuazioni di alto sapore espressionistico (come nel progetto per l'edificio del Royal Institution of Chartered Surveyors a Londra, 1962; o nel rigoroso Charles Wilson Building a Leicester). L'opera più impegnativa di quell'epoca è l'East Anglia University a Norwich (1962-68), in cui la prefabbricazione uniformemente adottata, la separazione rigorosa dei percorsi pedonali da quelli motorizzati, gli elementi corposi degli edifici per l'insegnamento e per la ricerca e i volumi piramidali gradonati degli alloggi per gli studenti conferiscono all'architettura una dimensione urbana di alto livello. Nei progetti e nella realizzazione del National Theatre di Londra (1964-75), l'attento studio delle necessità funzionali ha condotto l'autore a creare un'architettura ''senza facciate'', basata su volumi fra loro articolati, tali da garantire l'interazione con il paesaggio urbano, amplificato dalla presenza del Tamigi e, successivamente, dall'IBM London Marketing Centre dello stesso Lasdun. Analoghi pregevoli e forti caratteri sono ravvisabili nell'ampliamento dell'università di Londra a Bloomsburg (1964-68) e in quello del Christ's College a Cambridge (1966-70).
In parte diversa è l'impostazione delle opere più recenti, a partire dalla sede della European Investment Bank nel Lussemburgo che sviluppa splendidamente l'esperienza del National Theatre ma, soprattutto, nel progetto per la sinagoga Hurva a Gerusalemme (1981) e in quello per Milton Court a Londra (1987), in cui emergono corrispondenze simmetriche, non immuni, specie a Gerusalemme, da un certo intento simbolico. Permane la sensibilità alle indicazioni del contesto, come prova il progetto di concorso per il teatro Carlo Felice di Genova, poi realizzato da altri, che risolve assai bene il rapporto con la preesistenza neoclassica e la città. L. continua quindi la sua opera nel solco di una modernità in meditata evoluzione, che coniuga necessità funzionali a ''gioco'' formale: un itinerario creativo consapevolmente lontano sia dalla geniale spregiudicatezza di J. Stirling, sia, soprattutto, dalle ambiguità di certa contemporanea cultura continentale e d'oltre Atlantico.
Tra gli scritti di L. si ricordano: An architect's approach to architecture, in Royal Institute of British Architects Journal (aprile 1965, pp. 184 ss.); A language and a theme (ibid., 1976); Architecture, continuity and change (ibid., 1982, pp. 27-35); Architecture in an age of scepticism (1984).
Bibl.: R. Furneaux Jordan, Denys Lasdun, in The Canadian Architect, settembre 1962, pp. 55 ss.; C. Dardi, Lettura di Denys Lasdun, in Lotus, 7 (1970), pp. 208-35; L. Biscogli, Denys Lasdun. L'architettura come qualificazione del tessuto urbano, in Casabella, 355 (1970), pp. 33-52; D. Sharp, C. Davis, Denis Lasdun: a new national role, in Building (Londra 1976); P. Buchanam, Lasdun landmark, in Architectural Review (1981); L. Doumato, Sir Denys Lasdun, Monticello (Illinois) 1984.