SIPONTO (Sipontum)
Città antica nella Daunia, fondata, secondo una leggenda comune a moltissime città dell'Adriatico, da Diomede. Come importante punto strategico, appare sovente nella storia delle lotte che Roma ebbe a sostenere nell'Italia Meridionale e, più tardi, durante le guerre civili. Livio afferma essere stata Siponto il porto di Arpi. Dopo la sottomissione di Arpì ai Romani, questi nel 194 a. C. dedussero a Siponto una colonia. Ma già ai tempi di Cicerone la città appare in piena decadenza.
Il sito dell'antica città si suol collocare presso la chiesa romanica di S. Maria di Siponto, tre chilometri a sud di Manfredonia (prov. di Foggia). Ma il fatto che il terreno non mostra nemmeno la più piccola traccia dell'antico porto, fa pensare che qui sorgesse solo la città romana o medievale, che la città greca vada cercata (ad analogia di Salapia) in riva al Lago Salso che, ancora accessibile dal mare o addirittura sul mare vivo, avrebbe funzionato da porto, e che il Candelaro, navigabile per navi antiche almeno per qualche tratto, facilitasse gli scambî con l'interno. L' insabbiamento dell'emissario (ovvero la trasformazione del golfo in lago) spiega agevolmente la decadenza della città, sia dal lato commerciale, sia da quello igienico. Pochi chilometri a occidente del Lago Salso, alle estreme propaggini del Gargano, nella contrada di Coppa Nevigata, fu messo alla luce un abitato della fine dell'età del bronzo e del principio dell'età del ferro (sec. XII-VIII), forse il primo nucleo donde si svolse la Siponto daunia, prima della colonizzazione greca.
Conquistata da Odoacre (485), da Teodorico (488), salvata dall'ira di Totila per l'ascendente del suo vescovo Lorenzo, e per la difesa del presidio bizantino, fortemente mantenuta dai Greci che con Narsete, al tempo di Giustiniano, fecero di Siponto il perno del loro dominio, resistette ai Longobardi fino al 642. Fu poi depredata da Slavoni (642), da Longobardi, da Saraceni. Scacciati questi dal Gargano (787), fu da Carlomagno aggregata al ducato di Benevento (803). Continuò ad essere disputata dagl'imperatori greci e latini, dai duchi di Benevento, dai Normanni che vi misero radici (1039-1042). Cresciuta d'importanza, da Benedetto IX fu staccata da Benevento cui era unita dal 668, ed ebbe suffraganei i vescovati di Melfi, Rapolla, Troia, Monopoli, infine Viesti; Leone IX vi tenne concilio (1050), e la riunì a Benevento (12 luglio 1053); da questa la separò Alessandro II. Conquistata da Ruggiero, duca di Puglia e conte di Sicilia, gli rimase fedele durante la discesa in Puglia dell'imperatore Lotario II (1137), fu costituita in dote a Giovanna figlia di Enrico II d'Inghilterra sposa di Guglielmo II. Federico II vi fondò l'ospedale di S. Lazzaro per i contagiosi. Un terremoto la distrusse nel marzo 1223. Già malsana fin dall'antico perché il sinus Uriae si veniva interrando, terreno ingrato alle fatiche perché arido e duro, fu abbandonata dalla popolazione, che emigrò nella "nuova Siponto" (cominciata a costruire il 26 gennaio 1256), la città che dal suo fondatore, Manfredi, prese nome Manfredonia (v.).
Bibl.: Philipp, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, coll. 271-72; A. Mosso in Monumenti antichi, XIX, p. 305 segg.; F. Gregorovius, Nelle Puglie, Firenze 1882; F. Lenormant, À travers l'Apulie et la Lucanie, Parigi 1885, trad. ital. col titolo Nella Puglia dauna, a cura di Vocino, Martina Franca 1917; E. Bernich, La cattedrale di Siponto, in L'uovo di Colombo, 1899, n. 25; A. Beltramelli, Il Gargano, Bergamo 1907; L. Pascale, L'antica e nuova Siponto, Firenze 1932.