siniscalco
Era nel Medioevo titolo del maestro di casa, o maggiordomo, della famiglia reale e delle grandi famiglie feudali e aristocratiche. Compare in Fiore CXVIII 2, tra le categorie di persone dedite a rapidi e disonesti guadagni: Vedete che danari hanno usorieri, / siniscalchi e provosti e piatitori!
Il termine non trova corrispondente in alcuna delle categorie citate nel Roman de la Rose (cfr. vv. 11537 ss. " Mais esgardez que de deniers / Ont usurier en leur greniers, / Faussonier e termeillur; / Baillif, bedel, prevost, maieur, / Tuit vivent près que de rapine "), e parrebbe mostrare la preoccupazione per le sorti delle grandi famiglie aristocratiche (il seguito del sonetto si soffermerà appunto sulla rovina dei cavalieri, causata dall'intraprendenza economica dei borghesi).
La parola ha numerose attestazioni in testi del Due e Trecento, quasi sempre nel significato di " maggiordomo " (Fiore di Virtù, Decameron, ecc.); nel Novellino (XIX) appare come sinonimo di ‛ tesoriere ': " Il siniscalco, ovvero tesoriere, prese quelli marchi e mise uno tappeto in una sala, e versòllivi suso ".