SINIS (Σίνις)
Bandito dell'istmo di Corinto che assale ed uccide i viandanti, finché Teseo, nel ritorno da Trezene ad Atene, lo mette a morte.
Le fonti letterarie testimoniano tradizioni in varî punti diverse, ma concordano sostanzialmente nel riferire che S. finì catapultato dall'albero (o dagli alberi) cui Teseo lo aveva legato. Nelle arti figurative tre sono le fasi in cui l'episodio viene distinto: incontro e colloquio tra Teseo e S., prova del piegamento dell'albero da parte dell'eroe, morte di Sinis. I riferimenti più frequenti a S. sono nella ceramica attica, dove il brigante compare con Teseo in figurazioni indipendenti, oppure rientra nella rappresentazione ciclica, più o meno completa, delle imprese dell'eroe.
S. appare due sole volte nella ceramica a figure nere, più spesso in quella a figure rosse.
In queste figurazioni S. ha aspetto diverso: è giovane o barbuto, nudo o vestito, e con abiti varî. E la popolarità del mito, che giustifica tale varietà, ha anche portato i ceramografi a distaccarsi talora dalla tradizione letteraria: infatti Teseo uccide S. con un'arma nella köhx di Firenze 70800 (scure), nella kölix del Louvre G 265 (clava), nel cratere a campana di Madrid (spada), nella pelìke di Cambridge (spada), e nello stàmnos da Al-Mina (spada). Anche nei rilievi si trovano documentazioni dell'episodio di S. e Teseo: nella metopa S 3, frammentaria, del Tesoro degli Ateniesi a Delfi, nella metopa S 2 del Theseion di Atene, in un scena dello heròon di Gjölbaschi-Trysa e in un rilievo Campana. È da escludere, poiché non si tratta di S. bensì di un dio montano, un rilievo di Villa Albani.
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