SINCRETISMO
È vocabolo greco (συγκρητισμός), usato da Plutarco (De frat. am., 19) a significare il "coalizzarsi dei Cretesi" (mentre abitualmente sono in lotta fra loro) di fronte a un nemico comune. Ripresa da Erasmo (lettera a Melantone, 22 aprile 1519), la parola passò nella controversia umanistico-filosofica e teologica dei secoli XVI e XVII a designare le tendenze ireniche, armonistiche ed eclettiche fra posizioni dottrinali estreme (platonici ed aristotelici, luterani ortodossi e riformati, tomisti e molinisti), col senso di "fusione", "mescolanza" (falsa etimologia da συγ-κεράννυμι), o anche - con punta polemica - di "confusione" "ibridismo".
Oggi il vocabolo appartiene specialmente alla terminologia della scienza e storia delle religioni, che lo usa a indicare una determinata classe di fenomeni risultanti dall'incontro di due religioni, in quanto esso dia luogo a un'assimilazione, a una fusione delle religioni stesse, generatrice di nuove forme religiose composite, mentre quando il risultato dell'incontro è che una delle due religioni cessa di esistere come tale, essendo annullata oppure assorbita dall'altra, si ha la conversione (v.).
Il sincretismo risale a tempi antichissimi. Già all'alba della storia le migrazioni dei popoli portano a contatto le religioni degl'invasori con quelle dei paesi invasi. Le religioni delle nazioni antiche sono, originariamente, come in genere le nazioni stesse, formazioni sincretistiche. Tale è, per es., la religione babilonese, delle cui origini composite, cioè sumero-accadiche, si ha anche un segno linguistico nella sopravvivenza della lingua sumera nell'uso sacrale e liturgico, accanto all'accado. Sincretistica è anche, per le sue origini, la religione greca, in quanto risulta dalla fusione di un elemento ellenico con uno preellenico: tale fusione è già in atto nell'epoca micenea; e tutta la storia successiva della religione greca (v. grecia: Religione), cioè la graduale progressiva inserzione degli elementi misterici e dionisiaci sotto la religione della polis, non è che la ripercussione di quell'iniziale dualismo e un prolungamento di quel primitivo processo sincretistico. Anche la religione ebraica è originariamente una formazione sincretistica, in quanto risulta dalla fusione della religione jahvistica dei Benē Israel, seminomadi e pastori, con la religione agraria delle popolazioni cananee agricole e sedentarie; né s'intende la storia della religione ebraica se non si tiene conto di questa duplicità dei suoi elementi costitutivi.
In tempi storici molte volte l'espansione politica e commerciale dei popoli con la guerra, le conquiste, le colonie, gli emporî portò a contatto religioni diverse. Anche le deportazioni di popoli debellati ebbero importanti conseguenze religiose di carattere sincretistico, in specie quelle degli Ebrei in Babilonia all'epoca assira e degli stessi Ebrei in Asia Minore al tempo dei re di Siria. L'impero, come organismo politico che trascende i confini della nazione, è un clima particolarmente propizio alle formazioni religiose sincretistiche. Già l'espansione egiziana nell'Asia Minore fece sì che a partire dal II millennio a. C. e forse anche prima, la Ba‛alat, ossia la "dea" di Gubla (Byblos) fosse adorata sotto i tratti della dea egizia Hathor. Nel pantheon dei Hittiti in Asia Minore (II millennio a. C.) sono visibilissime le influenze di culti appartenenti ai varî popoli assoggettati. Nell'impero degli Achemenidi fiorì un sincretismo religioso persiano-babilonese (Anāhitā-Ištar, Mithra-Šamaš): allora fu introdotta dalla religione babilonese nella persiana la rappresentazione figurata delle divinità, e il culto di Anāhitā in figura di Ištar si diffuse, specie per lo zelo di Artaserse II (405-359 a. C.), anche fuori della Persia, dalla Battriana alla Lidia (Beroso, in Clemente Alessandr., Protrept., V, 65, 3). L'età ellenistica si inaugura, per così dire, con un'interessante formazione sincretistica di carattere politico, ufficiale e statale, cioè la istituzione del culto di Serapide in Egitto, dovuta alla politica religiosa di Tolomeo I (304-285 a. C.) e destinata a unificare i due elementi costitutivi del nuovo stato greco-egizio. Nell'epoca ellenistica si compie anche il processo secolare di assimilazione sincretistica della religione romana alla religione greca, fino alla sua quasi completa ellenizzazione. A sua volta l'espansione imperiale di Roma porta anche in Occidente la religione romana a contatto con le religioni dei popoli celtici e germanici, dando luogo anche qui a interessanti fenomeni sincretistici.
L'età ellenistico-romana è veramente l'epoca classica del sincretismo religioso. Ai fattori politici, economici, culturali del sincretismo, si viene ad aggiungere in questo periodo un altro fattore, propriamente religioso, cioè la propaganda e la missione religiosa.
L'attività propagandistica e missionaria è essenzialmente (sebbene non esclusivamente) propria delle religioni supernazionali e universalistiche. Il buddhismo la esercitò su vasta scala nell'India e fuori dell'India: con risultati definitivi nell'Asia centrale e nell'Estremo Oriente. Questa penetrazione diede luogo a una quantità di formazioni sincretistiche fra il buddhismo e le religioni del Tibet, dell'Indocina, della Cina, della Corea, del Giappone. Qui si ha dunque un sincretismo di religioni di tipo nazionale con una religione supernazionale quale è il buddhismo. Il lamaismo tibetano è un buddhismo impregnato di una quantità di elementi - animistici, demonistici, magici - del paganesimo indigeno prebuddhistico. In Cina le influenze buddhistiche si fecero sentire specialmente sulla religione taoistica. Nel Giappone il buddhismo, introdotto nel secolo VI d. C., ottenne i suoi primi successi tra le classi più elevate della società; nella gran massa del popolo giapponese penetrò soltanto in un secondo tempo, quando si fu amalgamato con l'antica religione nazionale del Giappone - lo shintoismo - secondo una formula sincretistica che concepiva le numerose divinità shintoistiche come incarnazioni di altrettanti Buddha e Bodhisattva (sincretismo shinto-buddhistico).
Nel mondo antico la propaganda religiosa, esercitata già dall'orfismo e poi dalle religioni di mistero, fu praticata specialmente dal giudaismo e dal cristianesimo. Il cristianesimo è una religione supernazionale e universalistica come il buddhismo; ma la sua propagazione in Occidente si compì in modo del tutto diverso da quella del buddhismo in Oriente. Questa diversità, che stabilisce una differenza capitale fra la storia religiosa dell'Oriente e quella dell'Occidente, consiste in ciò che il buddhismo lasciò sussistere accanto a sé le religioni dei paesi in cui si diffuse, il cristianesimo, invece, le distrusse. L'introduzione del buddhismo dà luogo al sincretismo; quella del cristianesimo alla conversione.
Tuttavia si ebbero anche nel mondo cristianizzato formazioni sincretistiche, per quanto sporadiche ed effimere. Nei primi secoli anche il cristianesimo, parzialmente e temporaneamente, fu attratto nell'orbita della gnosi, cioè di quel movimento in cui il sincretismo celebra, per così dire, le sue orge; ma poi riuscì a svincolarsene. Quando, dopo aver conquistato l'impero romano, il cristianesimo si affacciò all'orizzonte dell'Europa barbarica, anche là portò il suo spirito esclusivistico. Fu questo spirito che trionfò nelle conversioni in massa delle varie popolazioni germaniche e slave. Tuttavia qua e là si ebbero formazioni sincretistiche interessanti, come la "doppia credenza" presso gli Slavi. Analoghi fenomeni di sincretismo si produssero nella propagazione del cristianesimo presso le antiche popolazioni del Messico, del Perù e di altre parti dell'America, dove, pur variamente dissimulate sotto il culto cattolico, persistettero a lungo credenze e pratiche delle antiche religioni pagane.
Il manicheismo è anch'esso una religione supernazionale e universalistica; ma, a differenza delle altre, è già per sé stesso, inizialmente, una religione di carattere composito e sincretistico (elementi iranici, mesopotamici, cristiani, ecc.), mentre poi nel corso della sua amplissima diffusione in così vaste zone dell'Oriente e dell'Occidente ebbe ad assumere forme diverse, variamente accostandosi alle religioni dei paesi dove si diffuse.
Anche l'islamismo, con la sua vasta propagazione in ambienti di antica civiltà come l'Europa mediterranea, l'Egitto, la Persia, l'India, la Cina, e in paesi barbarici, come la Malesia e l'Africa settentrionale, o addirittura primitivi, come il resto dell'Africa, diede luogo a un'interessante varietà di formazioni sincretistiche.
Bibl.: Encyclopaedia of Religion and Ethics, XII (1921), p. 155; Fr. Cumont, Les religions orientales dans le paganisme romain, 4ª ed., Parigi 1930; U. Wilcken, Urkunden per Ptolemäerzeit, I (1922), p. 77 segg.; G. Wissowa, Interpretatio romana, in Archiv für Religionswissenschaft, XIX (1918); H. Gressmann, Heidnische und jüdische Mission in der Werdezeit des Christentums, in Zeitschrift für Missionskunde und Religionswissenschaft, 1924, pag. 168 segg.; C. Clemen, Missionary Activity in the non-Christian Religions, in Journal of Religion, 1930, p. 107 segg.; R. Pettazzoni, Sincretismo e conversione nella storia delle religioni, in Bulletin du Comité international des sciences historiques (Parigi), 1933, pagina 24 segg.; id., Syncrétisme et conversion, in Revue d'histoire et de philosophie religieuses, 1934.