SINCOPE
Medicina. - Si chiama così la perdita più o meno improvvisa, completa e duratura della coscienza, della sensibilità e del movimento, con sospensione o indebolimento esterno dell'attività respiratoria e circolatoria. Nella sincope vera il soggetto improvvisamente impallidisce, perde le forze e cade abbandonato, assumendo l'aspetto di un cadavere. Il respiro e il cuore si arrestano, le pupille si fanno midriatiche e lo sguardo vitreo e fisso. Se tale stato si prolunga, può trapassare nella morte reale. Le molteplici cause agiscono attraverso un duplice meccanismo, circolatorio e nervoso. Così hanno importanza tutte quelle condizioni che provocano direttamente una cospicua e improvvisa anemia cerebrale: lesioni cardiache gravi (blocco, infarto, trombosi e rottura del cuore), angina di petto, embolia polmonare, emorragie profuse, ecc. In via indiretta agiscono i versamenti pleurici abbondanti, lo svuotamento rapido delle raccolte liquide addominali o toraciche (iperemia ex vacuo), ecc. Talvolta è in causa la congestione (colpo di calore). Sincopi di origine nervosa si hanno in molte malattie bulbo-midollari (arteriosclerosi, paralisi bulbare, ictus laringeo della tabe, ecc.) e sono spesso mortali. E, in molti casi, a meccanismo riflesso (dolori violenti, traumatismi addominali, spettacoli impressionanti, ecc.). Anche qui però alcuni ammettono l'influenza predominante del circolo (centro circolatorio bulbare). Per la cura si adagi il soggetto col capo in basso, e si somministrino eccitanti. Importa fare la cura causale.