sincope
Perdita di coscienza improvvisa, espressione di una disfunzione cerebrale acuta, transitoria e diffusa, secondaria a una brusca riduzione del flusso ematico globale (➔ ischemia cerebrale). Un’ischemia momentanea determina perdita di coscienza entro 8÷10 s, se si prolunga per più di 20÷30 s possono associarsi contrazioni tonicocloniche generalizzate, con eventuale incontinenza sfinteriale. La classificazione indicata nelle linee guida della Società europea di cardiologia divide le s. in due grandi gruppi: da cause circolatorie extracardiache o intracardiache. Le s. cardiache sono frequentemente causate da aritmie; seguono l’infarto acuto del miocardio, la dissecazione aortica acuta, l’embolia polmonare. Le s. neuromediate (o riflesse, neurogeniche o neurocardiogeniche) sono le più frequenti da cause extracardiache, provocate da riflessi che portano a vasodilatazione e bradicardia (➔ lipotimia), con conseguente ipoperfusione cerebrale. Tra queste s. rientrano: le s. vasovagali, sia da stress sia situazionali (tosse, starnuto, sollevamento pesi, apnea, minzione, defecazione, dolore viscerale, deglutizione, uso di strumenti a fiato); la s. postattività fisica, da ipovolemia acuta; la s. da stimolazione del seno carotideo, da nevralgia glossofaringea o trigeminale. Le s. per disfunzione cronica del sistema nervoso autonomo (➔ insufficienza autonomica primaria) presentano deficit dei meccanismi di adeguamento circolatorio all’ortostasi (riduzione del tono vagale e aumento del tono simpatico con reazione di vasocostrizione e tachicardia). Una variante degli adolescenti e giovani adulti è la POTS (Postural Orthostatic Tachicardic Syncope), sincope da tachicardia posturale ortostatica, che non riesce a compensare l’ipoperfusione con un valido aumento delle resistenze periferiche. I sintomi iniziali delle s. neuromediate sono quelli della lipotimia, segue la perdita di coscienza (che può durare dai 5 ai 20 secondi fino a pochi minuti), e durante questa fase, che in genere non viene rammentata, gli osservatori descrivono il paziente con aspetto pallido o grigio, cute fredda e sudorazione profusa, occasionalmente pupille dilatate, raramente movimenti tonicoclonici e incontinenza urinaria; la fase di recupero può durare dai 5 ai 30 minuti ed è caratterizzata da astenia, lieve stordimento, mal di testa o nausea. Alcuni pazienti sviluppano sintomatologia similconvulsiva (se l’ipotensione è grave): l’ischemia dei centri corticali superiori porta alla caduta dell’influenza inibitrice sulla sostanza reticolare, con conseguenti scariche neuronali che determinano opistotono e scosse tonicocloniche specialmente ai muscoli facciali (deviazione dello sguardo verso l’alto); le scosse possono comprendere anche tronco e arti. L’unica forma epilettica che si accompagna a s. è la crisi convulsiva tonicoclonica generalizzata (➔ epilessia).