Simplicio
Filosofo (6° sec. d.C.). Neoplatonico, nato in Cilicia, fu allievo, ad Alessandria, di Ammonio, figlio di Ermia, e poi, ad Atene, di Damascio. Chiusa per il decreto di Giustiniano (529) la scuola filosofica di Atene, S. accettò di recarsi presso il re di Persia (531 o 532), facendo però presto ritorno in Grecia, dove, non potendo più esercitare attività didattica, si dedicò a una vasta opera di commento, soprattutto ad Aristotele. Tale opera si è rivelata di somma importanza come fonte di conoscenza dell’antico pensiero greco; nei suoi commenti infatti (e soprattutto in quello sulla Physica) S., interpretando il pensiero di Aristotele, vi illustra anche quello dei filosofi che Aristotele presuppone o combatte, citando spesso brani originali delle loro opere. Dal punto di vista speculativo, il pensiero di S. si ricollega direttamente a quello di Damascio, e insiste sulla tesi della fondamentale concordia di Aristotele con Platone. Superstiti sono i commentari agli scritti aristotelici De coelo, Categoriae, Physica, De anima (attribuzione che è stata messa in dubbio da alcuni studiosi) e al Manuale di Epitteto.