SIMONETTA, Francesco, detto Cicco
Nato nel 1410 a Caccuri (Catanzaro), fu per opera dello zio Angelo (v. simonetta) ammesso ai servigi di Francesco Sforza, e nel 1448 ebbe da Renato d'Angiò il titolo onorario di presidente della Camera della Sommaria nel Regno di Napoli. Si distinse nella guerra di Lombardia e già nel 1449 era governatore di Lodi; nel 1451 ebbe la signoria di Sartirana nella Lomellina, e poi altri feudi in gran numero. Consigliere e "secretario fidelissimo" dei duchi Francesco e Galeazzo, fu strumento devoto e intelligente del loro governo; e all'uccisione di Galeazzo (1476), seppe salvare il dominio sforzesco e fu, nella minorità di Gian Galeazzo, accanto alla reggente Bona di Savoia, il vero padrone dello stato. Sventò la rivolta di Ludovico il Moro e degli altri zii del duca (25 maggio 1477) e li fece condannare al confino. Non riuscì tuttavia a impedire la perdita di Genova (1478), né la presa di Tortona da parte del Moro e del Sanseverino. L'insofferenza del suo dominio, la divisione degli animi, la passione della duchessa per il cameriere Tassino, ch'era malveduto da Cicco, trassero questo a rovina. La duchessa richiamò il Moro, che ritornò come padrone. Caricato d'ogni sorta d'accuse, il S. fu rinchiuso il 10 settembre nel castello di Pavia e dopo un processo iniquo, nel quale fu più volte applicata la tortura, fu decapitato (30 ottobre 1480).
Fu "homo audace e che non pativa superiori", politico avvedutissimo, buon conoscitore del diritto, delle lingue classiche, dell'ebraica, delle moderne, raccoglitore di una buona biblioteca nel suo castello di Sartirana, amico e protettore di dotti, autore di Constitutiones et ordines della cancelleria sforzesca, di Regule ad extrahendum litteras ziferatas, di un diario, di epistole.
Bibl.: C. Redaelli, Biografia di C. S., in Annali universali di statistica, I e II, Milano 1829; C. Belgioioso, C. S., dramma con prefazione storica, Milano 1858; F. Malaguzzi Valeri, La corte di Ludovico il Moro, Milano 1913-23; Z. Arici, Bona di Savoia, Torino 1935; articoli di E. Motta, in Arch. della R. Soc. rom. di st. patr., XI (1888), p. 253 segg.; di P.-M. Perret, in Bibl. de l'École des chartes, LI (1890), p. 516 segg., e in Notices et extraits de mss., XXXIV (1891), p. 323 segg.; di A. Giulini, in Arch. stor. lombardo, XLV (1918), p. 580 segg., e LX (1933), p. 569 segg.