SIGOLI, Simone
– Figlio di Gentile (del popolo di San Niccolò d’Oltrarno), nacque a Firenze presumibilmente nel 1349, stando a quanto si legge in un appunto a margine di una scheda del Poligrafo Gargani della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, segnalato da Alessandro Bedini; nulla si sa invece dell’identità della madre.
Nonostante appartenesse a una famiglia che – attestata già a partire dal XIII secolo – ricoprì un ruolo significativo nella vita pubblica fiorentina, e fu tradizionalmente impegnata nella vita economica della città nel settore della mercatura, Sigoli non sembra aver ricoperto incarichi pubblici; allo stato attuale della ricerca, la documentazione ha restituito una sola testimonianza, che lo indica nel 1365 insieme al prozio, Priore di Arrigo, come mallevadore di Cerio di Iacopo del popolo di sant’Ambrogio.
Sappiamo però con certezza che nel 1384 Sigoli intraprese un pellegrinaggio devozionale in Terrasanta: tale esperienza dovette certo rappresentare uno dei momenti salienti della sua vicenda biografica (o quanto meno il momento meglio ricostruibile), e la sua fama è legata appunto alla reportatio di quel viaggio, tràdita con il titolo di Viaggio al Monte Sinai.
La scelta di conservare memoria dell’esperienza del pellegrinaggio gerosolimitano non è certo inusuale: ma il viaggio al quale Sigoli prese parte «ha avuto la non consueta ventura di venir raccontato giorno per giorno da tre personaggi differenti per indole, per cultura, per autorevolezza» (F. Cardini, prefazione a S. Sigoli, Testimone a Gerusalemme..., a cura di A. Bedini, Roma 1999, p. 7). Infatti anche Lionardo di Niccolò Frescobaldi, membro dell’oligarchia fiorentina, e Giorgio di messer Guccio di Dino Gucci, mercante e anch’egli uomo politico di un certo rilievo, in tempi e forme diverse stilarono una propria memoria di quel viaggio, dando forma a tre racconti complementari e in certi punti strettamente interdipendenti. Oltre che da Sigoli, Frescobaldi e Gucci, la compagnia era composta da Andrea di messer Francesco Rinuccini, da Bartolomeo di Castel Focognano, da Antonio di Pagolo Mei lanaiuolo, da Santi del Ricco vinattiere, accompagnati da sei famigli. Il progetto del pellegrinaggio era maturato dunque in un ambiente fiorentino culturalmente e politicamente non secondario.
Sigoli forse non condivise il progetto sin dall’inizio: Frescobaldi afferma infatti di averlo conosciuto a Venezia. Diverse sono anche nei tre resoconti le date di arrivo nella città lagunare, il che fa presumere che i tre fiorentini avessero raggiunto autonomamente la città. Il viaggio si snodò secondo l’itinerario ormai classico che collegava l’Italia alla Terrasanta – da Venezia verso Alessandria d’Egitto e da lì a Gerusalemme – per una durata di nove mesi e otto giorni.
Il testo di Sigoli, che restituisce nel suo scritto dettagli biografici ed etnografici di un certo rilievo, ripercorre tappe, tempi di percorrenza, modalità in cui avvennero gli spostamenti, e descrive spazi, paesaggi, luoghi visitati, nonché particolarità e costumi delle genti che incontrò lungo il cammino; solo nelle ultime pagine tratta dei luoghi santi visitati durante il pellegrinaggio gerosolimitano. Egli dichiara di aver lasciato Firenze il 13 agosto 1384 e di aver raggiunto Venezia cinque giorni dopo; di essersi trattenuto lì più di due settimane e di aver preso la via del mare la notte di domenica 4 settembre
La prima sosta fu a Zante, distante 900 miglia da Venezia, dopo che la nave era dovuta tornare indietro di 150 miglia a causa del maltempo. Una seconda tappa, Modone, precede l’arrivo al porto di Alessandria, avvenuto la notte di martedì 27 settembre, dove i pellegrini si trattennero per otto giorni. Proseguirono quindi via terra attraverso il territorio egiziano e il Sinai: risalendo il Nilo, il 10 ottobre, entrarono al Cairo, dove si fermarono sette giorni e, dopo una traversata del deserto di 12 giorni, raggiunsero il monastero di S. Caterina nel Monte Sinai. Prima di visitare la chiesa e i dintorni, racconta Sigoli, la comitiva fu costretta a riposarsi per due giorni per riprendersi dalle fatiche del viaggio.
Anche il viaggio dal Sinai verso Gerusalemme non fu privo di difficoltà e disavventure, primo tra tutti l’assalto e il furto da parte di un gruppo di predoni berberi. Il 12 novembre Sigoli registra l’arrivo a Gaza dove, dopo essersi presentati al governatore della città, i pellegrini si trattennero per otto giorni visitando il centro urbano e il palazzo. Il 19 novembre Sigoli colloca l’arrivo a Hebron, dopo una sosta il giorno precedente in un villaggio poco distante. La mattina del 21 novembre il gruppo si mise in viaggio verso Betlemme; giunsero in città la sera e vi si trattennero per un solo giorno. Ripresa la strada per Gerusalemme arrivarono e visitarono i luoghi santi e il Santo Sepolcro per undici giorni. Lasciarono la città santa il 2 dicembre 1384, diretti a Damasco, dove giunsero dopo sette giorni di viaggio e dove rimasero per un mese e ventidue giorni, soggiornando presso la casa dei pellegrini. In quella città si ammalarono e morirono Andrea Rinuccini e un certo Pietro di Cione, detto Bolognino. Lasciata la città la mattina del 29 gennaio 1385, i pellegrini si diressero verso Beirut, dove arrivarono, non prima di aver visitato il luogo nel quale si racconta fosse stata costruita l’Arca di Noè e aver superato aspre montagne, il 1° febbraio 1385. La permanenza nella città siriana si protrasse per più di due mesi, fino al 10 aprile quando si imbarcarono sulla cocca di ser Niccolò Ricco e, dopo quarantadue giorni di navigazione raggiunsero Venezia.
Non sono segnalate altre notizie sulla vita di Sigoli, del quale si conosce una figlia, Caterina, destinataria di un lascito nel testamento di Giovanni di Priore nel 1431. Stando alla stessa nota che indica la data di nascita, egli sarebbe morto nel 1401, all’età di 52 anni.
Il testo di Sigoli godette, subito dopo la sua stesura, di una certa fortuna. La realizzazione dei sette manoscritti che tramandano il Viaggio al Monte Sinai si colloca infatti entro un arco cronologico compreso tra l’ultimo quindicennio del Trecento e la metà del secolo successivo. Si tratta dei mss. II.IV.117, Magliabechiano XIII.73 e Palatino 128 della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, dei mss. 1030 e 1998 della Biblioteca Riccardiana di Firenze, del ms. 2268 della Biblioteca Angelica di Roma e del ms. Fonds Italiens 897 della Bibliothèque nationale de France di Parigi.
Citato in 52 voci a partire dalla fine del Seicento nella terza impressione del Vocabolario della Crusca (sulla base del cod. II.IV.117 della Biblioteca nazionale, allora appartenente alla biblioteca di Carlo di Tommaso Strozzi), il resoconto di Sigoli fu oggetto di un ulteriore più sistematico spoglio in occasione della quinta impressione del Vocabolario agli inizi del XIX secolo.
L’editio princeps fu realizzata proprio da due accademici della Crusca, Luigi Fiacchi e Francesco Poggi, sulla base della collazione di quattro dei sette manoscritti che tramandano il testo (il citato ms. II.IV.117, i due Riccardiani e il ms. della Biblioteca Angelica); venne data alle stampe a Firenze nel 1829. Gli editori avevano in questo modo accolto l’invito di uno dei più impegnati compilatori della quarta edizione del vocabolario, Rosso Antonio Martini, a lavorare su tutti quei ‘Libri antichi’ che i compilatori di quella edizione non avevano veduto o avevano scarsamente analizzato. Come è stato recentemente osservato (Salvatore, 2014, pp. 56, 66, 70), prassi filologico-editoriale e lessicografica si vanno dunque intrecciando nell’edizione del Viaggio al Monte Sinai. Il testo fu ripubblicato nel 1839 da Basilio Puoti, il celebre purista napoletano, all’interno di un progetto di pubblicazione di Le più limpide fonti della Toscana eloquenza in aperta polemica con le scelte filologiche di Poggi al quale tuttavia Puoti si rifece per la restituzione del testo. Anche le successive edizioni a stampa, compresa quella di Cesare Angelini pubblicata a Firenze nel 1944, si rifanno all’edizione di Poggi, che resta a oggi quella di riferimento.
Opere. Viaggio al Monte Sinai di S. Sigoli. Testo di lingua citato nel Vocabolario, con due lezioni sopra il medesimo di Luigi Fiacchi e di Francesco Poggi, Firenze 1829; Viaggio al monte Sinai di S. Sigoli. Testo di lingua per la prima volta pubblicato dal Poggi in Firenze nell’anno 1829 e ora di nuovo messo a stampa, a cura di B. Puoti, Napoli 1831; Viaggio al Monte Sinai di S. Sigoli e in Terra Santa di ser Mariano da Siena, Parma 1843; S. Sigoli, L. Frescobaldi, Viaggi in Terrasanta, a cura di C. Angelini, Firenze 1944; Viaggio al Monte Sinai, in Pellegrini-scrittori, Viaggiatori toscani del Trecento in Terrasanta, a cura di A. Lanza - M. Troncarelli, Firenze 1990, pp. 219-255; Testimone a Gerusalemme. Il pellegrinaggio di un fiorentino del Trecento, a cura di A. Bedini, Roma 1999.
Fonti e Bibl.: F. Cardini, Il pellegrinaggio. Una dimensione della vita medievale, Manziana 1996, pp. 141-144; Id., In Terrasanta. Pellegrini italiani tra medioevo e prima età moderna, Bologna 2002, pp. 328-330; R. Nelli, Giorgio Gucci, in Dizionario biografico degli Italiani, LX, Roma 2003, pp. 546-549; D. Balestracci, Terre ignote strana gente. Storie di viaggiatori medievali, Roma-Bari 2008, pp. 81 s.; E. Salvatore, Il viaggio al Monte Sinai di S. Sigoli nei lavori degli Accademici della Crusca, in Carte di viaggio. Studi di lingua e letteratura italiana, VII (2014), pp. 51-72.