SIMONE Mago
Di questo importante personaggio dei primissimi tempi cristiani abbiamo notizie sia dal Nuovo Testamento, sia da antichi scrittori cristiani. Secondo Atti (VIII, 9-24), S. risiedeva nella città di Samaria allorché, poco dopo l'anno 37, vi giunse da Gerusalemme il diacono Filippo a predicarvi la dottrina di Cristo; nella città S. godeva di grande autorità, perché con le sue arti magiche aveva guadagnato moltissimi seguaci. Udita la predicazione di Filippo, S. si battezzò, mosso anche dai prodigi che vedeva operare da lui; quando più tardi gli apostoli Pietro e Giovanni vennero a Samaria per confermare i neofiti, vedendo S. che costoro "ricevevano lo Spirito Santo" per mezzo dell'imposizione delle mani degli apostoli, offrì a questi denaro per aver la virtù di fare altrettanto. Respinto da Pietro e invitato a far penitenza, S. si raccomandò agli apostoli affinché fosse distornata da lui ogni punizione. Né il Nuovo Testamento accenna più a lui.
Dall'antica letteratura cristiana riceviamo molte altre notizie. Secondo Giustino era nativo di Gitta, che era una borgata vicino a Nabulus, patria di Giustino. Lo stesso Giustino riferisce che S. venne a Roma ai tempi di Claudio, vi guadagnò molti seguaci con le sue arti magiche, e gli fu perfino innalzata una statua nell'Isola Tiberina con l'iscrizione Simoni deo sancto (sennonchè questa ultima notizia è certamente falsa, perché nel 1574 si ritrovò effettivamente nell'Isola Tiberina una base, la quale però portava l'iscrizione Semoni Sanco deo fidio sacrum, ecc., ossia era dedicata al dio sabino Semo Sancus); inoltre S. aveva con sé una certa Elena di Tiro, donna già di mala vita, che egli quale "Grande Potenza di Dio" aveva liberato come "Prima Intelligenza" (πρώῖη ἔννοια). Secondo Ireneo l'autodivinizzazione di S. lo portava ad affermare di essere apparso ai Giudei come "Figlio" (di Dio), a Samaria come "Padre", e ai pagani come "Spirito Santo". Per l'ulteriore esposizione del sistema gnostico di S., v. gnosticismo, XVII, p. 477.
Altre notizie su S. sono date da Ippolito (Philosophumena, VI, 7-20) ma sono prive di fondamento storico. Anche più fantastiche sono le informazioni degli apocrifi Atti di Pietro, ov'è riportata la leggenda della sfida lanciata da S. in Roma a Pietro e Paolo: S., per convincere Nerone, si offre ad ascendere verso il cielo nel Foro Romano, e con le sue arti magiche riesce a volare; ma le preghiere dei due apostoli annullano l'efficacia della sua magia, egli precipita, si sfracella e poco dopo muore disperato.
Dall'episodio di S. che tenta di comperare da S. Pietro poteri e grazie spirituali è derivato il termine "simonia" (v.).
Bibl.: Oltre alle opere citate a gnosticismo e a clemente i papa, cfr. P. Lugano, Le memorie leggendarie di S. M. e della sua volata, in Nuovo Bull. di archeol. crist., 1900, pp. 29-66; F. Savio, S. Giustino martire e l'apoteosi di S. M., in Civiltà catt., 1910, pp. 532, 673; H. Dannenbauer, Die römische Petruslegende, in Histor. Zeitschrift, 1931, pp. 239-62.