GUADAGNI, Simone
Nacque a Firenze il 25 luglio 1411 da Vieri di Vieri e da Francesca di Simone Tornabuoni, unitisi in matrimonio nel 1395.
Il padre del G. era stato un esponente di primo piano del reggimento oligarchico guidato dalla consorteria degli Albizzi, con il quale aveva cooperato attivamente raggiungendo, insieme con il fratello Bernardo, una posizione politica di prestigio. Anche il G. sarebbe stato avviato a una brillante carriera politica, se gli avvenimenti che determinarono a Firenze la sconfitta del partito albizzesco e il prevalere della parte medicea, con l'instaurarsi di un regime durato circa sessant'anni, non ne avessero impedito la realizzazione.
Alla morte del padre, nel 1426, il G. ne ereditò, insieme con i fratelli Francesco, Manno, Migliore e Malatesta, le sostanze e i traffici commerciali dispiegati in particolare a Roma, a Firenze e in Francia: la consistenza del cospicuo patrimonio familiare si ricava dalla portata catastale presentata il 12 luglio 1427 dallo stesso G. e dai suoi fratelli. Il 2 giugno 1429 ottenne l'immatricolazione all'arte del cambio e, nel 1430, effettuò nuovamente la dichiarazione fiscale.
Nell'ottobre del 1433 il G. vinse lo scrutinio per i tre maggiori uffici, acquisendo così la possibilità di ricoprire le principali cariche di governo e gli uffici amministrativi. Nel 1434 presentò di nuovo insieme con i fratelli la certificazione catastale.
Tuttavia, con il ritorno di Cosimo de' Medici a Firenze, il 6 ott. 1434, anch'egli, insieme con i fratelli Francesco, Migliore e Manno, subì le conseguenze dei provvedimenti emanati contro coloro che avevano aderito al regime albizzesco. L'assenza del G. da Firenze durò dal 1434 al 1463, quando ebbe la possibilità di rientrare in patria. Durante questi anni risiedette prima a Torino e poi a Ginevra, allora tra i maggiori centri commerciali e finanziari europei, dove sin dal 1446 risulta dirigere una propria compagnia.
La maggior parte delle notizie sulla vita e sull'attività del G., negli anni della sua permanenza all'estero, si trova nei registri 482, 484, 486 del fondo Estranei dell'Archivio dell'ospedale degli Innocenti di Firenze; si tratta, in particolare, della documentazione relativa alla compagnia costituita a Ginevra tra Antonio Della Casa e il G., per il periodo 1453-64; altre notizie sono ricavabili pure dai registri concernenti la compagnia di Roma del Della Casa (483, 485, 487-489).
Pur essendo lontano da Firenze, il G. continuò a presentare le certificazioni catastali: nella portata del 1446, per esempio, le sostanze dichiarate sono assai ridotte rispetto a quelle descritte nelle precedenti attestazioni. Il 4 genn. 1447, a Montpellier, il G. si unì in matrimonio con Ginevra, figlia di Piero di Vanni Castellani - vittima anch'egli delle epurazioni medicee -, che gli sopravvisse fino al 7 dic. 1508, e dalla quale ebbe dieci figli: Francesca, Imberta, detta Lisabetta, Iacopo, Ulivieri, primogenito maschio, nato il 7 apr. 1452, e che, dopo il ritorno a Firenze, si dedicò alla vita politica pur continuando a curare i propri interessi commerciali in Italia e in Francia, morendo l'11 sett. 1541; Tommaso, nato in Savoia il 27 ag. 1454 e morto ad Avignone il 29 maggio 1533; rientrò con il padre a Firenze nel 1463, ma in seguito tornò a Lione dove impiantò una propria azienda commerciale, accumulando un'ingente fortuna tanto da divenire banchiere dei sovrani francesi, che lo ricambiarono con diversi titoli e privilegi. Altri figli del G. furono Leonarda, Giovanna, Migliore, Maddalena e Francesco, nato a Firenze nel 1464.
Anche dopo il matrimonio il G. dovette continuare la sua permanenza a Ginevra, dove nel 1449 risulta tra i maggiori contribuenti, con una tassazione di 6 fiorini. Nel giugno del 1450 costituì ufficialmente una nuova società con Antonio Della Casa - al quale lo legavano da tempo interessi commerciali derivanti dalle attività bancarie che la famiglia del G. e i Della Casa esercitavano a Roma e a Firenze -, investendovi un capitale di 2500 ducati.
Venne anche stabilito che il G. avrebbe partecipato agli utili nella misura dei 5/11. La "ragione" ginevrina, pur con modifiche relative al capitale e ai soci (Antonio Della Casa morì nel 1454 lasciando la sua parte in eredità ai figli Iacopo e Giovanni e ai figli di un altro fratello defunto, Ruggeri), continuò fino al 1464 sotto la direzione del G., ampliando il proprio giro di affari con un notevole incremento del capitale e degli utili da suddividere tra i suoi membri.
Negli anni in cui la società con i Della Casa fu operante, il G., pur con brevi spostamenti per ragioni di lavoro, risiedette stabilmente a Ginevra. Mantenne tuttavia rapporti con la famiglia di origine: nell'ambito dell'azienda ginevrina risulta, infatti, collaborare come dipendente fisso un nipote del G., Filippo, figlio del fratello Francesco, che fu alle sue dipendenze con compiti di sempre maggiore responsabilità per tutto il periodo in cui la compagnia fu operante (un altro impiegato fu, dal 1453, Lionetto de' Rossi, che poi divenne direttore della filiale medicea di Lione, contribuendo forse alla rovina della società Guadagni - Della Casa). Inoltre, nel 1451, un fratello del G., Migliore, che si trovava a Napoli, fece una rimessa di 180 fiorini per conto dello stesso G. a favore della compagnia dei Della Casa di Roma.
In diverse occasioni il G. ebbe modo di ritornare a Firenze, dove, fra l'altro, si riforniva di grosse partite di velluti, damaschi e sete da vendere poi nei principali mercati europei: vi si recò una prima volta, nel 1454, al tempo della fiera di Pasqua, allo scopo di effettuare operazioni commerciali e di cambio. Il 25 febbr. 1458 presentò la dichiarazione catastale. Ancora soggiornò a Firenze nel maggio del 1459, venendo dal Piemonte e fermandosi tra l'andata e il ritorno anche a Milano, Parma e Mantova. Vi tornò pure nel 1461 facendo tappa a Milano. Nel luglio del 1463 si trovava a Lione. Il rientro a Ginevra non durò a lungo: nel settembre dello stesso 1463 il G., con tutta la famiglia, partì per Aigues-Mortes, da dove il 13 ottobre si imbarcò su una galea per raggiungere Firenze. Il 7 novembre seguente risulta già giunto a destinazione, come appare da una lettera da lui inviata, in questa data, a Giovanni Della Casa, a Ginevra, per effettuare un prelievo di 1000 scudi.
In occasione della Pasqua del 1464 si recò per la consueta fiera a Lione, dove ormai convergevano gli interessi delle principali compagnie fiorentine, quali quelle dei Medici, dei Pazzi e dei Nasi; quindi tornò brevemente a Ginevra, come si deduce da una registrazione del 26 giugno di quell'anno, relativa al prelievo di una somma di denaro necessaria per affrontare le spese del viaggio di ritorno a Firenze.
Dopo il 1464 non si fa più menzione della "ragione" Guadagni - Della Casa, né a Ginevra, né a Lione, dove forse ne era stato progettato il trasferimento, poi non attuato, presumibilmente per la concorrenza del banco mediceo. Si sa comunque che la stessa società dovette continuare l'attività a Firenze: infatti, il 15 giugno 1465 il G. sottoscrisse a nome della compagnia, a Firenze, una dichiarazione nella quale si impegnava a osservare l'accordo fatto da Mariotto Lippi a Ferrara con Giovanfrancesco Strozzi con cui la società aveva un credito di 12.000 ducati veneziani.
In seguito il G. si trovò in notevoli difficoltà finanziarie, per una serie di operazioni sbagliate, ma soprattutto per l'ormai inarrestabile ascesa politica ed economica dei Medici: fu, infatti, costretto a contrarre ingenti debiti con Angelo Tani, che era stato per molti anni il direttore della filiale del banco dei Medici a Bruges, tanto che neppure le rendite patrimoniali dello stesso G. bastarono a estinguere, dopo la sua morte, tali pendenze: lo stesso fratello Manno dovette assumersene il carico fino alla sua scomparsa, il 7 ag. 1481.
Il G. morì (non sappiamo se a Firenze) nel 1468.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Carte Ceramelli Papiani, 2509, cc. n.n.; Carte Sebregondi, 2763-2766, cc. n.n.; Manoscritti, 248: Priorista Mariani, cc. 202-203; 597: Carte Pucci, VI, 40; Archivio delle tratte, 79, c. 156v; 363, c. 130v; Catasto, 57, cc. 903r-907v; 409, cc. 91v-94r; 499, cc. 507v-510v; 681, cc. 29v-32r; 830, cc. 647r-648v; 928, cc. 186r-187r; 1022, cc. 54r-55r; Arte del cambio, 12, c. 97r; Otto di guardia e balia, 224, cc. 68v-69r, 87v; Carte Strozziane, s. III, 136, c. 14; Firenze, Arch. dell'ospedale degli Innocenti, Estranei, regg. 482, cc. 45d, 137, 141, 148, 163; 483; 484, cc. 56, 139 (spese del viaggio 28 maggio - 22 ag. 1459 e attività di cambio esercitate dal G.), 245; 485; 486, cc. 153, 197, 283, 247, 289; 487, cc. 122, 132; 488; 489, cc. 123d, 229d, 232; Ibid., Biblioteca nazionale, Mss. Passerini, 171.2; Poligrafo Gargani, 1017, cc. n.n.; Il libro giallo di Ginevra della compagnia fiorentina di Antonio Della Casae S. G., a cura di M. Cassandro, Prato 1976, ad ind. (con bibl.); L. Passerini, Genealogia e storia della famiglia Guadagni, Firenze 1873, p. 73; E. Picot, Les Italiens en France au XVIe siècle, Manziana 1995, p. 79; S. Tognetti, Un'industria di lusso al servizio delgrande commercio. Il mercato dei drappi serici e della seta nella Firenze del Quattrocento, Firenze 2002, pp. 36 s.