FUBINI, Simone
Nacque il 23 ott. 1841 a Casale Monferrato da Salvador e da Allegra (nel registro anagrafico della locale comunità ebraica non è indicato il casato della madre). Studiò a Torino, dapprima allievo del R. Ospizio della maternità e poi del corso di laurea in medicina e chirurgia dell'università, ove conseguì la laurea nel 1862 discutendo una tesi sul cretinismo, argomento allora di grande rilievo sociale e per questo oggetto di particolare attenzione nell'ambiente politico-sanitario piemontese. Dopo la laurea si recò a Parigi, ove seguì le lezioni di fisiologia sperimentale di C. Bernard e di F.A. Longet e si perfezionò in clinica delle malattie nervose ed elettroterapia. Rientrato a Torino, cominciò a esercitare la pratica elettroterapica, acquisendo in breve una buona notorietà, tanto che nel 1866 fu chiamato da J. Moleschott alla cattedra di fisiologia di quell'università in qualità di assistente. Aveva così inizio la collaborazione del F. col grande fisiologo, che doveva protrarsi incessantemente fino al 1879. Per rimanere a Torino, alla scuola del maestro, il F. rinunciò alla cattedra di fisiologia offertagli nel 1873 dalla libera università di Ferrara e alla chiamata come straordinario presso l'università di Siena nel 1877, dopo essere stato onorevolmente classificato al concorso indetto nel 1875 dall'università di Genova.
A Torino il F. sostituì spesso il Moleschott nell'insegnamento e lo affiancò nelle originali ricerche di laboratorio. Dopo aver tenuto corsi liberi di istologia, dal 1879 al 1881 fu incaricato ufficialmente dell'insegnamento della farmacologia nella facoltà di medicina, e della stessa disciplina fu titolare presso la R. Scuola di farmacia diretta da M. Lessona. Superati nel 1881 i concorsi di professore ordinario di fisiologia per l'università di Palermo e di materia medica per quella di Torino, optò per la sede isolana, ove insegnò fino al 1888, incaricato anche, per la specifica competenza maturata, dell'insegnamento di neuropatologia ed elettroterapia. Nel 1888 il F., forse anche mosso dal desiderio di riavvicinarsi al Piemonte, si trasferì nell'università di Pisa, assumendovi la direzione della cattedra di materia medica e farmacologia sperimentale, e in questa sede concluse la sua carriera universitaria.
Formatosi alla scuola del Moleschott, grande teorico del positivismo scientifico e acuto osservatore delle implicanze sociali della fisiologia materialistica, il F. si distinse per l'analisi di molteplici problemi della fisiologia sperimentale e per il fecondo impulso dato allo studio della cosiddetta materia medica, ovvero di quella farmacologia sperimentale distaccatasi come ramo vitale dalla fisiologia.
Ricercatore originale nella scelta dei temi e delle modalità di indagine, dotato di una vasta conoscenza della letteratura scientifica nazionale e internazionale, il F. fu autore di numerose pubblicazioni, nelle quali è facilmente riconoscibile l'impronta dello stimolante ambiente medico-scientifico dell'epoca: il Moleschott anzitutto, G. Bizzozero, C. Bozzolo, P. Giacosa, A. Mosso. I temi dei suoi lavori possono essere distinti, in linea di massima, in tre gruppi: fisiologico in senso stretto, farmacologico-sperimentale, fisiologico-farmacologico.
Tra quelli del primo gruppo si ricordano anzitutto le esperienze sulla respirazione, condotte su vari animali e in differenti condizioni, che gli consentirono di valutare la quantità di anidride carbonica emessa dall'organismo in rapporto a una serie di fattori (temperatura corporea e ambientale prima e dopo l'assunzione di cibo, regime alimentare vegetale e animale, valore della superficie corporea misurata con metodi originali) e per il puro effetto dello stimolo luminoso sul chimismo della respirazione, indipendentemente, cioè, dalla contrazione muscolare (Della perspirazione di anidride carbonica nell'uomo, in Arch. per le scienze mediche, I [1876-77], pp. 175-205, in coll. con J. Ronchi; Influenza della luce monocromatica sulla espurgazione di acido carbonico, ibid., XI [1887], pp. 315-333, in coll. con F. Spallitta; Influence de la lumière sur le chimisme de la respiration. Observations faites sur des animaux à l'état hibernant, in Archives italiennes de biologie, XVI [1891], pp. 80-86, in coll. con A. Benedicenti; Über den Einfluss des Lichts den Chemismus der Athmung; Beobachtungen an Thieren im Winterschlaf haltend, in Untersuchungen zur Naturlehre des Menschen und der Thiere, XIV [1892], pp. 623-629, in coll. con A. Benedicenti).
Già in precedenza sull'argomento il F. aveva collaborato col Moleschott alla stesura di una vasta esposizione di ricerche, pubblicata a Torino nel 1879: Sull'influenza della luce mista e cromatica nell'esalazione di acido carbonico per l'organismo animale: ricerche. Sempre tra questo primo gruppo di lavori meritano ancora di essere ricordate le ricerche sulla fisiologia dell'intestino (Sopra alcune esperienze riguardanti la fisiologia dell'intestino, in Giornale della R. Acc. di medicina di Torino, s. 3, XXXI [1883], pp. 565-588, in coll. con M. Luzzati; Influenza della paura sul movimento intestinale, in Annali universali di medicina e chirurgia, 1886, vol. CCLXXVII, pp. 288 s.), quelle sulla cataforesi (Sulla cataforesi elettrica; esperienze fatte sull'uomo e sopra diverse specie di animali, in Archivio per le scienze mediche, XVIII [1894], pp. 341-364, in coll. con P. Pierini; Über die elektrische Kataphorese; Untersuchungen am Menschen und an verschiedenen Thieren, in Untersuchungen zur Naturlehre des Menschen und der Thiere, XV [1893-95], pp. 377-398, in coll. con P. Pierini), lo studio della resistenza del cuore alle ferite (Rimarchevole tolleranza di ferite al cuore, in Giornale della R. Acc. di medicina di Torino, s. 3, XXXV [1887], pp. 367-374, in coll. con F. Spallitta) e le originali osservazioni sul tremore condotte con un apparecchio di sua invenzione in grado di registrarne le varie forme "grafiche", che gli consentirono di definire esattamente il fenomeno, di individuarne le cause, di classificarne i tipi (Nuovo metodo per scrivere il tremore, in Annali universali di medicina e chirurgia, vol. CCLXXVII [1886], pp. 391-399).
Tra i lavori appartenenti al secondo gruppo merita anzitutto di essere ricordata una interessante osservazione in tema di idrofobia, con la dimostrazione, desunta da attente esperienze cliniche, dell'efficacia dell'uso topico del cloridrato di cocaina sulla mucosa faringo-laringea impiegato per calmare la "sitofobia" in pazienti colpiti da "avvelenamento rabbico" o affetti da diabete insipido grave (Utilità delle pennellazioni di cocaina per lo spasimo faringo-laringeo, in Medicina contemporanea, V [1888], 3, pp. 88 s.); quindi gli studi, condotti in collaborazione con A. Benedicenti, sull'azione della laudanina in comparazione con quella della stricnina sul sistema nervoso, sul cuore e sul sistema circolatorio in varie specie animali (cane, gatto, topo, piccione, rana, salamandra: Notes expérimentales sur la laudanine, in Archives italiennes de biologie, XVI [1891], pp. 58-64); nonché le ricerche sulla contrastata questione del passaggio attraverso la cute sana e integra di "corpi non volatili" con le relative implicazioni farmacologiche (Assorbimento della pelle, in Bullettino della R. Acc. medica di Roma, XIX [1893], pp. 95-99, in coll. con P. Pierini). Occorre ancora ricordare che il F. in collaborazione col Moleschott aveva preparato dalle cartilagini laringee e tracheali la condrina e ne aveva studiato le proprietà chimiche e fisiche (La condrina, Torino 1872) e che aveva iniziato a scrivere il suo Trattato di farmacoterapia, del quale poté portare a compimento soltanto il primo fascicolo (ibid. 1898-99).
Al terzo gruppo, infine, appartengono i numerosi contributi sull'azione di varie sostanze e di composti (dalla caffeina all'acido fenico, dall'atropina al citrato di ferro) sui più importanti processi metabolici. Tra questi studi si distinguono - per la completezza sul piano comparativo e per l'immediata implicazione nella pratica medica - i lavori concernenti il ricambio azotato (si ricordano, quale esempio: Influenza di alcuni alcaloidi dell'oppio sulla quantità di urea emessa colle urine; esperienze fatte sull'uomo e sopra altri animali omojotermici, in Annali universali di medicina e chirurgia, 1881, vol. CCLV, pp. 385-402; Influenza del joduro di potassio sulla quantità di urea emessa colle urine; esperienze fatte sull'uomo in condizioni di salute, in Osservatore [Torino], XVII [1881], pp. 529-532; Influenza della caffeina e dell'infuso di caffè sulla quantità giornaliera di urea emessa dall'uomo colle urine, in Giornale della R. Acc. di medicina di Torino, s. 3, XXX [1882], pp. 570-574, in coll. con D. Ottolenghi; Influenza dell'iodoformio sulla quantità giornaliera di urea emessa colle urine dall'uomo, in Riv. di chimica medica e farmaceutica, I [1883], pp. 379-382, in coll. con F. Spallitta).
Interamente dedito allo studio, il F. fu una figura nota e apprezzata nella comunità scientifica. Nel 1893, alla morte del Moleschott, il F. gli successe con G. Colasanti, fino al 1895, presso la redazione di Untersuchungen zur Naturlehre des Menschen und der Thiere; fu inoltre redattore della Gazzetta medica di Torino. Mentre era a Palermo, nel 1885, si prodigò in occasione dell'epidemia di colera, contraendo egli stesso la malattia. Appartenne a numerose accademie e società scientifiche italiane e straniere ed ebbe il titolo di cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia.
Caduto malato, si ritirò nella sua casa sui colli torinesi, ove morì il 6 sett. 1898.
Lasciò il suo ricco patrimonio librario alla biblioteca Bacchetti di Pisa e un legato annuale di 1.500 lire a favore delle università di Torino, Palermo e Pisa, per il conferimento di un premio triennale da conferirsi al miglior lavoro in tema di materia medica.
Fonti e Bibl.: Necr. in Giornale della R. Acc. di medicina di Torino, s. 4, LXI (1898), pp. 368-370; in Archives italiennes de biologie, XXXI (1899), pp. 479-484; in Annuario della R. Univ. di Pisa per l'anno accademico 1898-99, Pisa 1899, pp. 309-313; P. Schivardi, Manuale pratico di elettroterapia, Milano s.d., pp. 59, 247, 321, 508; Indice generale delle pubblicazioni, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, s. 4, LVIII (1895), 5, p. 62; I. Tesori, L'università di Torino, Torino 1993, p. 103; A. Hirsch, Biogr. Lexikon der hervorragenden Ärzte…, II, p. 637.