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DAL POZZO, Simone

di Raffaella Comaschi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 (1986)
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DAL POZZO (de Putheo, del Pozo), Simone

Raffaella Comaschi

Nacque a Vigevano (Pavia) il 3 febbr. 1492 da Vincenzo di Giovanni Giacomo di Stefano e da una Dalla Chiesa, di Acqui. Intraprese gli studi notarili, ma s'ignora l'anno in cui conseguì il titolo di notaio: sulla sua giovinezza, ed in particolare sulla sua formazione culturale, nessuna notizia ci è infatti pervenuta. Nel 1516 sposò Susanna, figlia del vercellese Gaspare de' Bulgari, dottore in utroque iure.

La prima notizia riguardante un incarico ufficiale del D. nel Comune di Vigevano risale al 1526, allorché, a quanto afferma il Nubilonio (p. 295), venne incaricato dai consoli e dal Consiglio della consegna di alcune lettere a Milano, presso il generale spagnolo don Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto. Tale ambasciata si risolse nell'invio di truppe napoletane a Vigevano, con il compito di presidiare la città e di impedire l'insorgere di agitazioni quali quella dei giorni precedenti, quando parte del popolo di Vigevano aveva risposto all'imposizione di una nuova tassa con l'aggressione ai membri del Consiglio riuniti in assemblea. Ma la presenza di tali milizie, lungi dal ristabilire l'ordine, alimentò nuove sommosse: il 1° luglio le truppe al soldo degli Spagnoli reagirono all'uccisione di un loro luogotenente con il saccheggio della città, che si protrasse per i successivi settanta giorni.

A partire dal 1529 il D. rivestì la carica di cancelliere del Comune di Vigevano, ed è a tale ufficio, che egli occupò per circa quarant'anni, che va ascritta la sua attività di cronista, inestricabilmente connessa con lo svolgimento delle funzioni impostegli dal cancellierato. La sua intera produzione di cronista consistette infatti in un vasto insieme di note, ragguagli, narrazioni storiche, chiose, che egli inserì nei volumi manoscritti la cui redazione gli competeva per professione. In particolare il Libro d'Estimo generale, che con il volume Raccolta di titoli e memorie costituisce ciò che della produzione del D. risulta oggi reperibile, si rivela una fonte notevole di informazioni per quanto concerne la storia di Vigevano. In esso il D. fornisce notizie riguardanti la storia della padronanza del castello, la fondazione della villa sforzesca, le varie chiese della città ed inoltre un insieme eterogeneo di note riferentesi a fatti del tempo ed alla propria vita.

L'unica eccezione alla frammentarietà che caratterizza la produzione del D. cronista può forse essere individuata in un gruppo di opere inedite, oggi perdute. I titoli di queste starebbero a testimoniare una trattazione omogenea, riferentesi ad un argomento centrale. Trattasi di una Historia volgare, in due libri, attinente a Vigevano e già compiuta nel 1555; di un Dialogo tra Francesco Scipione Dal Pozzo, notaio e fratello del D., e Gaudenzio Merula, letterato ed insegnante a Vigevano, con il quale il D. intrattenne rapporti di amicizia; di una Cosmografia, il cui contenuto ci è completamente ignoto e che forse non giunse mai a compimento.

Mosso dal desiderio di preservare le memorie cittadine dalla distruzione o dalla dispersione, il D. profuse inoltre la propria attività nella raccolta di documenti attinenti i rapporti tra il Comune di Vigevano ed i governatori ed il Senato di Milano, senza per altro provvedere ad una loro catalogazione (cfr. Raccolta di titoli e memorie). Ugualmente, pare che il volume designato come Libro Ceruleo, oggi perduto, consistesse nella raccolta di antichi documenti, in particolare diplomi imperiali, concernenti Vigevano.

Scarse le ulteriori notizie sulla vita del D.: rimasto vedovo nel 1541, sposò l'anno seguente Ippolita de' Porri, milanese, dalla quale ebbe due figlie, Susanna Caterina e Livia Caledonia. Ritiratosi dall'ufficio di cancelliere intorno al 1570-71, presentò al Comune la richiesta per una pensione che gli venne concessa solo nel 1572. Rimane incerta la data della morte, che dovette avvenire tra il 1573 e il 1575.

Le opere pervenute del D. sono conservate presso l'Arch. civico di Vigevano: Art. 179, Simone Dal Pozzo cancelliere di Vigevano, Libro d'Estimo generale della città di Vigevano e suo territorio con cronache e notizie stor. ed elenco delle materie in esso contenute 1550; Art. 178: Raccolta di titoli e memorie riflettenti gli interessi del Comune con rubrica in principio 1510 a 1528.

Fonti e Bibl.: C.S. Brambilla, La Chiesa di Vigevano, Mediolani 1669, passim; P.G. Biffignandi Buccella, Mem. ist. della città e contado di Vigevano, Vigevano 1810, pp. XI, XIII s., 169, 200 e passim; C. Nubilonio, Cronaca di Vigevano ossia dell'origine e Principio di Vigevano e guerre à suoi giorni successe, a cura di C. Negroni, in Miscell. di storia ital., XXIX (1892), pp. 295 s.; A. Colombo, La fondazione della villa sforzesca…, in Boll. stor-bibliogr. subaip., I (1896), pp. 217-224, 370-79; II (1897), pp. 371-383; N. Colombo, Alla ricerca delle origini del nome di Figevano, Novara 1899, pp. 185-191; F. Fossati, Lodovico Sforza avvelenatore del nipote ? (Testimonianza di S. D.), in Arch. storico lomb., s. 4, II (1904), pp. 167-171; Id., La plebe vigevanese alla conquista dei poteri pubblici nel 1536, ibid., IV (1905), pp. 288 ss.; Id., Rapporti tra una "terra" e i suoi signori. (Vigevano e i duchi di Milano nel secolo XV), ibid., s. 5, (1914), p. 155; L. Barni, La cattedrale e le primitive chiese di Vigevano, Vigevano 1919, p. 59 e passim; A. Colombo, Cartario di Vigevano e del suo comitato, in Biblioteca della Soc. stor. subaip., CXXVIII (1933), pp. V-XI e passim.

Vedi anche
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