CREMA, Simone da
Nacque probabilmente a Mantova nell'ultimo quarto del sec. XIV da Bartolomeo "nobilis vir", come è detto in un documento del 1406 (D'Arco).
Nei primi anni del '400 lo vediamo al servizio del signore di Mantova, il conte Francesco I, il quale lo impiega per alcune missioni diplomatiche. Nel 1402 (Archivio Gonzaga, b. 439) il C. fu inviato una prima volta a Praga, dove alla corte del re di Boemia Sigismondo si trovava anche il fratello, l'imperatore Venceslao IV, probabilmente per ottenere per Francesco da quest'ultimo il titolo di marchese, titolo che fu concesso nel 1403. Tuttavia esso aveva scarso valore, in quanto Venceslao era stato deposto dagli elettori già nel 1400.
Nel 1404 il C. fu mandato a Milano (Archivio Gonzaga, b. 1620) all'indomani della pace che il duca Giovanni Maria Visconti aveva ristabilito tra i guelfi e i ghibellini (28 marzo), seguita ai tumulti scoppiati in città dopo la fuga del conte Francesco Barbavara, governatore dello Stato milanese (15 marzo). Purtroppo l'unica lettera rimasta nell'archivio gonzaghesco non ci dice il motivo della missione affidata al Crema.
In seguito del C. non abbiamo notizie sino al 1424, quando, secondo il D'Arco, venne eletto consigliere del Comune di Mantova, e poi sino al 1432, quando lo troviamo investito della podesteria di Peschiera, come risulta da una lettera da quella cittadina del 10 aprile (Arch. Gonzaga, b. 2391). Nel frattempo il C. era entrato al servizio del nuovo signore di Mantova, Gian Francesco Gonzaga, il quale "li dete - come riferisce Antonio da Crema all'inizio dell'Itinerario al S. Sepolcro del 1486 - la legatione dil tramare fusse creato marchese et di la parentella di... Barbara di Brandinburgo ...:et l'una et l'altra empresa condusse in bono effecto... Etiam lo exercitete per oratore per la summa de viazi trentasei ultramonte". Di queste ultime, numerose missioni attribuite da Antonio al nonno non restano che scarse tracce. Più documentate sono invece le prime due.
Il Gonzaga, che non aveva rinunciato ad adoperarsi per ottenere il titolo marchionale, nell'ottobre del 1412 aveva inviato in Friuli presso il nuovo imperatore, Sigismondo, frate Gaspare per avere l'investitura definitiva. Ma la missione era fallita per l'imprevista sconfitta inflitta all'imperatore da Carlo I Malatesta signore di Rimini. Il Gonzaga dovette così attendere ancora un ventennio prima di poter coronare il suo sogno. Nel marzo del 1432Sigismondo, che era sceso in Italia per ricevere la corona imperiale, entrò in Parma. Gian Francesco gli mandò verso la fine di aprile una ambasceria, della quale faceva parte anche il C. (Archivio Gonzaga, b. 1367), per riprendere le trattative; trattative che egli stesso concluse venendo di persona a Parma, nel maggio seguente, ottenendo così la definitiva investitura dietro pagamento di ben 12.000fiorini d'oro. Nel settembre seguente il Gonzaga ricevette solennemente a Mantova l'imperatore che lo proclamò finalmente marchese. Si può supporre, se si vuole prestar fede alle parole di Antonio da Crema in mancanza di qualsiasi documentazione, che al C. fosse già stato affidato l'incarico di iniziare le trattative per un possibile matrimonio tra Barbara di Brandeburgo, nipote dell'imperatore, e Luigi, primogenito di Gian Francesco. Sigismondo, proprio durante il suo soggiorno mantovano, annunciò le prossime nozze.
All'inizio del 1434 (Arch. Gonzaga, b. 723) Gian Francesco dette al C. incarico di recarsi a Basilea per seguire i lavori del concilio e per tenerlo informato sugli sviluppi della composizione, favorita dall'emanazione della bolla del 15 dic. 1433, del dissidio sorto tra il papa Eugenio IV e il sinodo in seguito alla bolla del 1431, colla quale il papa dichiarava lo scioglimento del concilio di Basilea e il suo trasferimento a Bologna. Nel 1436 (Archivio Gonzaga, b. 439) il C. venne inviato ancora a Praga, quando l'imperatore Sigismondo prese possesso del regno di Boemia, che aveva ottenuto definitivamente proprio in quell'anno, dopo una lunga guerra religiosa contro gli Ussiti, coll'accordo raggiunto, il 5 luglio, a Iglau.
A Praga il C. era ancora il 2 gennaio dell'anno successivo, quando Sigismondo lo nominò suo consigliere, concedendogli un salvacondotto ed esenzioni doganali (J. F. Böhmer, Regesta Imperii).
Il C. morì a Mantova nel 1441, nella sua casa della contrada Monticellorum Alborum (D'Arco).
Ebbe un unico figlio, Gabriele, che secondo il D'Arco ottenne da Gian Francesco il titolo di conte.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Mantova, Arch. Gonzaga, bb. 439, 723, 1367, 1620;Ibid., Documenti patrii D'Arco: C.D'Arco, Famiglie mantovane, III, f. 324;Guastalla, Bibl. Maldotti, Fondo Galvani, ms. 100: A. da Crema, Itinerario al S. Sepolcro; J. F.Böhmer, Regesta Imperii, a cura di W.Altmann, XI, 1, Hildesheim 1968, p. 389 n. 11613; A. Luzio, L'Archivio Gonzaga di Mantova. La corrisp. familiare, amministrativa e diplom. dei Gonzaga, Verona 1922, pp. 62, 96; G. Coniglio, Mantova, La storia, I, Mantova 1958, p. 447.