CARDELLA, Simone
Nato a Lucca da un Nicolò, cospicuo mercante, intorno all'anno 1440, fu a Roma "mercator curiam Romanam sequens" com'egli stesso lasciò scritto. È, probabile che già prima del 1467 egli tenesse la gerenza del banco familiare da tempo operante a Roma, ove il giovane C. conobbe i primi prodotti della stamperia, arte nuova introdotta dai prototipografi Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz nel 1467, al quali si era affiancato - sempre nel 1467 - Ulrich Han di Ingolstadt. Il giovane mercante - tra il 1467 e il 1470 - comprese che l'era del copista era finita e che cominciava il grande sviluppo della stampa. Intuì inoltre che il libro stampato sarebbe divenuto una nuova merce pregiata da commerciare come le sete e le spezie. Capì anche, assistendo alla crisi economica che affliggeva i tipografi, che non bastava stampare belli e buoni libri, ma che occorreva saperli vendere; seppe certo della supplica rivolta al papa per ottenere aiuti dai due prototipografi che dicevano "di aver casa non piccola piena di libri, ma vuota di cibo". Fu il primo a intendere che per il trionfo della nuova arte occorrevano ingenti capitali di investimento e una capacità di smercio dei libri non solo nella città di produzione, ma in tutte le piazze colte della cristianità: fu il primo a comprendere, cioè, che agli stampatori era necessario che si affiancassero finanziatori (editori). Il C. non esitò dunque a tentare quella che poteva essere un'avventura commerciale rischiosa, ma che - imitata da altri capitalisti di Venezia e di Milano - si dimostrò essere uno degli elementi determinanti il rapidissimo trionfo della stamperia. Così cominciò la grande editoria.
Nel 1470 il C. si associò con lo Han (Udalricus Gallus), che aveva bottega in una casa dei Tagliacozzo (ramo della famiglia Orsina) nel rione Ponte e che godeva della potente protezione del cardinale Torquemada, di cui aveva stampato le Meditationes (31 dic. 1467) e del quale era mentore il sapiente vescovo di Teramo, Giovanni Antonio Campano.
Il primo prodotto fu il libro del Tortelli, Ortographia, sottoscritto: "Insculptum est in Roma in domo de Taliacoxis sub iussu Vlrici Galli Teutonici et Simonis Nicolai Lucensis. Anno. do. Mcccclxxi". È, un in folio di cc. 304, stampato con caratteri romani, nuovi e diversi da quelli usati dallo Han (L. Hain, n. 15563). Forse in questo stesso anno fu pubblicato il Repertorium iuris di Giovanni Milis, che non ha note di stampa; è un in 2º di cc. 220 (cfr.: Indice generale degli incunaboli delle Biblioteche d'Italia [I.G.I.], n. 6431). Nell'anno 1472, mentre si andavano preparando alcune importanti edizioni di libri giuridici affidate alla cura di Giovan Battista Lanci (o de Lanciis), venne terminato di stampare il 20 novembre un grosso tomo in due parti contenente le Decisiones Rotae Romanae (I.G.I., n. 8453) che si conserva in esemplare unico nella Biblioteca Casanatense di Roma. L'anno 1473 fu quello della maggiore attività dei due soci, attività rivolta specialmente alla divulgazione di opere giuridiche come la Summa super titulis Decretalium del cardinale Ostiense (Enrico da Susa) edita il 30 apr. 1473 (due volumi, col testo curato dal de Lanciis: cfr. I.G.I., n. 4664), le Constitutiones di Clemente V nel commento del glossatore Giovanni di Andrea edite il 6 luglio 1473 (cfr. I.G.I., n. 3019), le Institutiones di Giustiniano con la glossa accursiana (di cui restano in Italia due soli esemplari, conservati rispettivamente alla Biblioteca nazionale di Firenze e a quella di Napoli: cfr. I.G.I., n. 5490), ed il Super primo libro Decretalium di Antonio da Budrio, edito il 18 nov. 1473 (ne resta un solo esemplare in Italia completo delle due parti, conservato presso la Bibl. capitolare di Lucca: cfr. I.G.I., n. 726). Del vescovo Guillaume Durand, il noto giurista postaccursiano, il C. ed il suo socio stamparono il Rationale divinorum officiorum: l'edizione, datata 23 giugno 1473 (cfr. I.G.I., n. 3617), è la quarta replica a stampa della celebre opera, dopo l'edizione maguntina di Furst e Schoeffer. Sempre del Durand i due stampatori romani pubblicarono anche le quattro parti dello Speculum iudiciale con le aggiunte di Giovanni di Andrea; dell'edizione, che non reca note di stampa, resta in Italia un solo esemplare completo, conservato presso la Biblioteca comunale di Siena (cfr. I.G.I., n. 3650). La stessa opera fu pubblicata una seconda volta dal C. nel maggio del 1474 sempre con le Additiones di Giovanni di Andrea, e recava in appendice l'Inventarium speculi iudicialis di Berengario Fredolo: di questa nuova edizione è giunta sino a noi una sola copia completa delle cinque parti, conservata presso la Biblioteca nazionale di Napoli (cfr. I.G.I., n. 3653). Il 13 ott. 1472 aveva pubblicato il Liber sextus decretalium di Bonifacio VIII, con la glossa di Giovanni di Andrea: l'edizione era un in folio di 220 cc. (cfr. I.G.I., n. 1962). Il 30 apr. 1473 veniva pubblicata la Summa aurea super titulis decretalium di Enrico de Segusio: due tomi di grossa mole, curati da Giovan Battista de Lancia (che si vedrà lavorare per il C. sino al 1479). Questa edizione, già citata dall'Audiffredi, è stata descritta per la prima volta dai compilatori dell'I.G.I. (n. 4664): sono complessive cc. 785 in folio. Sempre nel 1471, il 17 ottobre, vennero pubblicate dal C. le Meditationes del Torquemada seguendo l'edizione datane dallo Han nel 1467 (L. Hain, nn. 15722, 15724) Il 4 novembre dello stesso anno furono stampate le opere complete di Virgilio in 267 cc. in folio (cfr. I.G.I., n. 10188).
A queste edizioni il C. sembra abbia dato - oltre alla fornitura dei capitali - anche opera assidua nella loro esecuzione, come si ricava da alcune sottoscrizioni ove si dicono procurate "a prudenti viro Simone Nicolai de lucha mercatore dignissimo sua facultate cura diligentia...". Ogni edizione constava di 250-300 copie; trattandosi di volumi quasi tutti di gran mole, del maggior formato, stampati su carta ottima e pesante, con caratteri più volte rinnovati, è facile affermare che il capitale anticipato dal C. dovette essere ingente. Devesi anche considerare che i rientri erano lenti per la difficoltà di riscuotere i crediti fuori piazza, mentre le vendite in Roma erano - come si sa - assai scarse. Non può quindi destar meraviglia se nell'anno 1474 l'attività libraria del C. andò scemando. Infatti in quell'anno le edizioni note sono tre in tutto: la già citata ristampa dello Speculum iudiciale, il De civitate Dei di s. Agostino (I.G.I., n. 970) che è un in folio di cc. 264, ed un'antologia contenente, fra l'altro, quattro opere di Lattanzio (De divinis institutionibus,De ira Dei,De opificio Dei,De phoenice carmen: cfr. I.G.I., n. 5624) che è una ristampa, curata da Angelo Sabino, dell'edizione 1470 della quale mantiene la prefazione di Giov. Andrea Bussi premessa all'edizione romana del Pannartz.
Con l'anno 1474 cessa - non si sa per quali motivi - la collaborazione tra il C. e lo Han, che tuttavia continuò a stampar ancora per alcuni anni da solo. È probabile che negli anni 1475-1478 il C. abbia finanziato due altre tipografie romane delle quali poco di preciso si conosce: l'una fu quella anonima "apud s. Eustachium in domo dominorum Antonij et Raphaelis de Vulterris scriptorum apostolicorum" ove sembra lavorassero alcuni di quei tedeschi "stampatores librorum" che si trovano iscritti nelle matricole del "Collegium Teotonicorum"; la seconda - meglio nota e molto più attiva - fu quella, pur anonima, situata "apud s. Marcum", "appresso a san Marco", della quale era motore quel Vicus Puecher, abile stampatore di cui è ignota la vita privata e il cui nome non compare su nessuna edizione, benché sia menzionato in molte prefazioni di opere pubblicate "apud s. Marcum".
Nella Biblioteca Casanatense di Roma si conserva un esemplare del Repertorium utriusque iuris di Pietro Del Monte, vescovo bresciano, stampato il 5 apr. 1476 "apud s. Marcum": esso reca dopo il colophon uno scritto di mano antica: "Per honorabilem virum dominum Simonem Nicolai De Lucha mercatorem Curiam Romanam sequentem". Difficile è stabilire se la scritta è coeva del volume, comunque è testimonianza che già anticamente si riteneva che il C. avesse relazioni editoriali con la stamperia "apud s. Marcum".
Nell'anno 1477 il C. decise finalmente di impiantare una stamperia per suo conto assumendo abili operai, quasi certamente tedeschi, forse scelti tra i migliori che avevano lavorato sia a S. Eustachio, sia "presso a s. Marco".
Il primo prodotto della nuova tipografia è stato il Rosarium decretorum di Guido de Baysio, sottoscritto: "per Simonem lucensem 31 V 1477" (I.G.I., n. 4554). Nel De animalibus di Alberto Magno, uscito il 2 apr. 1478 (I.G.I., n. 161) di cc. 392 infolio il colophon reca: "Impressum per egregium virum Simonem Nicolai de Luca huius laboratorii dominum". Da osservare che nell'esemplare della Biblioteca Casanatense di Roma il nome del C. non appare nel colophon. L'ultimo prodotto noto del C. è il Decretum Gratiani cum apparatu Barth. Brixiensis terminato il 18 maggio 1479, di cui restano tre soli esemplari in Italia (cfr. I.G.I., n. 4398). Questa edizione non reca il nome dello stampatore, ma nella dedica di Giovan Battista de Lancis al cardinal Riario si legge: "cum igitur Symon Lucensis vir egregius mihi obtulerit corrigendum opus..." e quindi l'attribuzione di essa alla tipografia del C. è cosa certa. Una lettera di Matteo de Fannelli - noto per aver curato talune edizioni di stampatori romani - è indirizzata all'"eloquentiae purpurato viro domino Symoni Lucensi..." e termina: "Vale, decus linguae latinae et specimen eloquentiae". Fatto il debito conto delle iperboli laudative consuete agli scrittori di quei tempi, se ne deve dedurre che il C. - oltreché mercante di larghi mezzi - dovette essere anche uomo che possedeva una buona cultura.
Dopo l'anno 1479 di lui nulla più si conosce.
Bibl.: G. B. Audiffredi, Catalogus historico-criticus Romanorum editionum saeculi XV, Romae 1783, pp. 89, 131-135, 235; G. Fumagalli, Lexicon tipograph. Italiae, Florence 1905, p. 337: F. Nagel-A. Lang, Mittheilungen aus dem Archivdes deutschen Nationalhospices S. Maria dell'Anima in Rom, in Römische Quartalschrift, XII (1899), Supplemento pp. 112-131; A. W. Pollard, in Catalogue of Books printed in the XVth Century now in the British Museum, IV, London 1916, pp. 22 ss., 75; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahrhundert im Ausland, München 1924, p. 86; L. De Gregori, La stampa a Roma nel secolo XV, Roma 1933, pp. 46 s., 68 s.; V. Scholderer, Fifty Essays in Fifteenth and Sixteenth Century Bibliography, Amsterdam 1966, pp. 71, 259; M. E. Cosenza, Biographical andbibliogr. Dict. of the Italian Printers... in Italy: 1300-1800, Boston 1968, p. 580 (s.v. Simon de Luca).