CANIGIANI, Simone
Nacque il 27 dic. 1402 da Antonio di Iacopo e da Taddea di Piero degli Albizzi. Fu fratello maggiore di Giovanni, uno dei più importanti uomini politici del governo di Lorenzo, ed egli stesso fu un eminente cittadino al tempo di Cosimo de' Medici.
Il C. ricoprì il suo primo ufficio pubblico nel 1431 quando fu ufficiale delle Torri e, dopo il ritorno dall'esilio di Cosimo de' Medici nel 1434, rivestì numerose cariche importanti nel governo centrale. Priore nel 1435, fece parte delle Balie medicee del 1438 e 1444, e fu dei Dieci di balia nel 1440, al tempo della battaglia di Anghiari, nel 1447 e infine nel 1456. Inoltre fu per due volte console del Mare, nel 1445-46 e nel 1453. Nel 1443 fu uno dei sette ambasciatori incaricati di accompagnare Eugenio IV nel viaggio da Firenze a Roma. Nel 1451 tenne per due mesi, marzo e aprile, l'ufficio principale del governo fiorentino, quello di gonfaloniere di Giustizia.
Ricoprì inoltre vari incarichi in città sottoposte a Firenze: nel 1437 fu podestà di San Gimignano, nel 1439 vicario di Anghiari e nel 1442 vicario di Valdinievole con residenza ufficiale a Pescia. Da Pescia egli scrisse una lunga lettera al suo successore, Mariotto Segni, che costituisce una bella descrizione della vita e delle condizioni di un ufficiale fiorentino in una città del contado. Nel 1446 andò a Prato come podestà fiorentino della città, e nel 1448 svolse lo stesso ufficio a Pistoia. Raggiunto l'apice della carriera politica con la carica di gonfaloniere di Giustizia, il C. si ritirò gradualmente dalla vita pubblica; nel 1452 fu comunque podestà di Montepulciano e nel 1454-55 capitano di Arezzo. L'ultima carica che occupò fu quella di podestà di Castiglione Fiorentino nel 1458-59.
Non sembra che il C. abbia avuto alcun importante interesse commerciale: egli si dedicò soprattutto all'accrescimento del suo patrimonio fondiario. Possedeva due case in S. Felicita, sulla riva dell'Arno a Firenze; acquistò una di queste nel 1443 dall'ospedale di S. Maria Nuova. Più tardi acquistò anche una casa in via de' Bardi dove si era già trasferito il fratello Giovanni. Questo trasferimento dei fratelli Canigiani dalla tradizionale parrocchia familiare di S. Felicita alla zona più ricca di via de' Bardi è indice del loro accresciuto prestigio nella Firenze medicea. Il C. ebbe proprietà anche in Val d'Ema, Valdelsa e nel contado di Arezzo e aveva investito notevoli somme nel Monte Comune.
Morì il 28 ottobre 1465.
Si sposò tre volte: alla fine degli anni venti con Andrea di Francesco Mannelli, nel 1432 con Caterina di Bernardo Magalotti e nel 1439 con Margherita di Adoardo Alberti che gli sopravvisse. I registri del catasto menzionano cinque figli e sei figlie del C., di cui Adoardo fu fattore dei Medici a Bruges nel 1466, e Bernardo fu uno dei maggiori rappresentanti dell'arte della lana ed uno dei corrispondenti di Marsilio Ficino.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Tratte, 67, passim;80, ff. 134, 390; Catasto, 64, f. 101; 785, f.197; Mediceo avanti il Principato, XI, 269; Archivio Canigiani, 60 (Libro di debitori e creditori di Bernardo di Simone Canigiani,1474-82); Firenze, Biblioteca nazionale, Carte Passerini, 186; Carte poligrafo Gargani, 471; G. Morelli, Ricordi, in Delizie degli eruditi toscani, XIX(1785), p. 145; G. Cambi, Istorie fiorentine,ibid., XX (1785), p. 277; S. Ammirato, Istorie fiorentine, Firenze 1845-1849, III, p. 41; A. Gherardi, Lettera di S. C. a Mariotto Segni, in Miscell. fiorentina di erudizione e di storia, VIII (1886), pp. 122 ss.; N. Rubinstein, The Government of Florence under the Medici, Oxford 1966, pp. 258, 268.