ATUMANO, Simone (Συμεὼν 'Ατουμάνος)
Nativo di Costantinopoli, monaco studita, successe nel 1348 al celebre Barlaam nel vescovado di Gerace, che resse lodevolmente per 17 anni sino alla sua promozione ad arcivescovo di Tebe nella Beozia (1366). Ridotto in miseria dall'occupazione catalana, inviso a don Pietro IV d'Aragona, si rifugiò a Roma, dove, eccetto un breve viaggio a Costantinopoli, rimase fino alla morte avvenuta tra il 1383 e il 1387, insegnando il greco e attendendo a comporre il suo Vecchio Testamento triglotto (ebraico, greco e latino), di cui presentò una copia ad Urbano VI. Di quest'opera è superstite per la versione greca un unico manoscritto, in parte autografo, il Marciano greco VII, detto Greco-Veneto, pubblicato dal Gebhardt nel 1875. La versione dall'ebraico è del tutto nuova, letterale sino allo sforzo del lessico e dell'indole della lingua greca di cui l'A. era assai perito. La sua traduzione latina del De remediis irae (= De cohibenda ira) di Plutarco parve semigreca (cioè troppo letterale) e inculta a Coluccio Salutati, che perciò la rimaneggiò in forma più elegante. All'A. appartenne il prezioso codice Laurenziano greco XXXII, 2, nel quale appose notizie personali e postille nei margini delle tragedie di Sofocle e di Euripide.
Ediz.: Graeco-Venetus. Pentateuchi Proverbiorum... Versio graeca, ed. O. Gebhardt, Lipsia 1875.
Bibl.: G. Mercati, Se la versione dall'ebraico del codice Veneto greco VII sia di Simone Atumano, in Studi e testi, XXX, Roma 1916. V. anche Revue biblique, 1916, pp. 510-526.