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Alighieri, Simona

di Renato Piattoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Alighieri, Simona

Renato Piattoli

Figlia di Bellino, una delle cinque che questi, morendo in S. Giovanni in Persiceto (1299), lasciò, per volontà espressa nel testamento, sotto tutela congiunta della moglie Guccia di Guccio dei Farolfi da Monte S. Savino e del suo amico e socio in affari di prestito, il fiorentino Vanni di Importuno degli Importuni, anch'egli trasferitosi a Persiceto. Il padre tuttavia non aveva nominata nel testamento S., e quindi non è specificato come per le altre sorelle il lascito di 300 lire di bolognini. Di questa S. dunque conosciamo solo il nome attraverso l'atto con cui l'Importuni chiese al giudice del podestà di Bologna, il 24 ottobre 1300, di essere confermato nella tutela dei bambini, a cui l'aveva chiamato la fiducia del defunto socio e amico.

Il fatto che S. non venga nominata sia nel testamento paterno, sia nell'atto di conferma di tutela ottenuto da Guccia il 12 dicembre 1299, ma solo nell'atto relativo all'Importuni circa dieci mesi dopo, fa pensare che la bimba fosse una figlia postuma.

Bibl. - G. Livi, D. in Bologna, Bologna 1918, m, cap. IV; ID., D. e Bologna, ibid. 1921, II, cap. II; Piattoli, Codice 65, 67, 68, 76.

Vocabolario
alighièro
alighiero alighièro s. m. [voce di origine germanica]. – 1. In marina, sinon., ormai poco usato, di gancio d’accosto o gaffa. 2. Il marinaio che manovra il gancio stesso, più comunem. detto prodiere.
simonìa
simonia simonìa s. f. [dal lat. tardo, eccles., simonīa, der. dal nome di Simone Mago, il samaritano che, secondo gli Atti degli Apostoli 8, 18-24, cercò di comprare dagli apostoli Pietro e Giovanni, offrendo loro del denaro, il potere...
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