Kimbangu, Simon
Figura messianica-profetica, iniziatore di un movimento religioso nel Congo Belga, od. Repubblica democratica del Congo (N’Kamba 1889-Elisabethville, od. Lubumbashi, 1951). Di formazione battista, fra l’aprile e il settembre 1921, presentandosi come inviato da Cristo, predicò un messaggio revivalista a base cristiana, con elementi di religiosità indigena e intonazioni di nazionalismo culturale antieuropeo, nelle regioni di lingua kongo, operando guarigioni, combattendo la stregoneria e raccogliendo un vasto seguito. Temendo una rivolta, le autorità coloniali belghe lo arrestarono con l’accusa di sedizione. La condanna a morte fu tramutata in ergastolo (dopo 120 colpi di fustigazione). K. morì in carcere dopo trent’anni, già venerato come martire della causa della liberazione africana e fonte d’ispirazione del nazionalismo delle popolazioni kongo. Il suo movimento, duramente perseguitato fino al 1959, generò una serie di formazioni religiose indipendenti (➔ Mpadi, Simon-Pierre), in particolare la Chiesa di Gesù Cristo sulla terra attraverso il suo inviato speciale Simon Kimbangu (EJCSK), fondata negli anni Cinquanta dal figlio di K., Joseph Diangienda. La Chiesa kimbanguista è oggi la maggiore confessione congolese dopo quella cattolica; diffusa internazionalmente dalla diaspora congolese, è membro del Consiglio mondiale delle Chiese.