SIMO (Σῖμος, Simus)
Pittore greco. Plinio (Nat. Hist., 35, 143), in una specie d'elencazione alfabetica di pittori famosi, vissuti per lo più dopo Alessandro Magno, menziona di lui tre opere: un giovane che riposa, i lavandai (fullones) che celebrano la festa di Minerva nel locale ove lavorano, e una figura di Nemesi. Può darsi che S., come tanti altri, abbia praticato anche la scultura, e che sia il figlio di Temistocrate da Salamina (di Cipro, più probabilmente che dell'Attica), noto da due basi firmate di statue di bronzo, databili per la paleografia nel sec. III a. C. Una fu trovata a Rodi, l'altra a Tera: le figure erano ritratti virili, dedicati a divinità. Per la provenienza della prima iscrizione, s'è voluto ascrivere l'artista alla scuola rodia.
Nell'isola lavorò, circa un secolo dopo, un altro S. scultore, da Olinto: le omonimie sono così frequenti, che tutto si riduce a una semplice possibilità.
Bibl.: J. Overbeck, Antike Schriftquellen, Lipsia 1868, n. 2021; H. Brunn, Gesch. d. griech. Künstler, Stoccarda 1889, I, p. 327; II, pp. 193, 200; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung d. Griechen, Monaco 1923, pp. 808 e 819. Per S. da Salamina: E. Loewy, Inschr. griech. Bildhauer, Lipsia 1885, nn. 163-64; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie, III A, col. 202 seg.