SIMMIAS (Σιμμίας)
Figlio di Eupalamos, scultore greco di età arcaica.
Un passo del periegeta Polemon, citato da Zenobio (v, 13; Pol., framm. 73) ricordava una statua di Dioniso Mòrychos, eseguita da 5., per una città della Sicilia. L'opera era d'una pietra porosa locale, detta ϕελλάτας, e stava fuori del tempio anziché nella cella; questi elementi fanno pensare che si trattasse d'una scultura di alta antichità. L'insolita collocazione del simulacro, dovuta forse a ragioni di culto, aveva suggerito al mimografo Sophron una vivace immagine, che rivela come l'opera fosse popolare nell'ambiente siciliano del V sec. a. C.: "sei più sciocco del Mòrychos, che invece di stare in casa sta di fuori" (Comicor. fragm., i, n. 74). La citazione di Sophron, tuttavia, non porta che un tenue indizio, insieme al nome dorico della pietra, per la collocazione a Siracusa della statua; incerta resta anche l'origine dello scultore.
Un'altra citazione del medesimo passo di Polemon in Clemente Alessandrino (Protrepticon, iv, 47, 7) offre alcune varianti poco persuasive: il nome dell'artista sarebbe Simon ed il culto di Dioniso Mòrychos avrebbe avuto sede ad Atene.
Bibl.: H. Brunn, Gesch. Griech. Künstler, I, Stoccarda 1889, p. 96; J. Overbeck, Schriftquellen, n. 346, 347; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, III A, 1929, c. 158, s. v. n. 7; id., Die Plastik, in Handbuch d. Arch., III, Monaco 1950, p. 91.