CIBURRI, Simeone
Pittore perugino attivo nella prima metà del Seicento. Morì nel 1624; fu seppellito il 4 gennaio di quell'anno nella chiesa della Confraternita di S. Maria dei Laici a Gubbio (Degli Azzi, 1912).
Secondo Degli Azzi, fu figlio di Polidoro di Stefano di Polidoro, ma si può avanzarequalche dubbio, se si considera che non è elencato fra i figli nominati da Polidoronel testamento di recente ritrovato (F. F. Mancini, in Diz. biogr. degli Italiani, XXV, s. v.). Inoltre, un documento menzionato dall'Orsini (1806) e pubblicato da G. Alazzatinti (in Rassegna bibl. dell'arte ital., II [1899], p. 146) lo elenca fra gli artisti "garzoni" che pagano alla dogana 5 scudi a semestre, e poiché nello stesso documento compaiono altri Ciburri, fra cui un altro figlio di Polidoro, Silla, che come artisti "maestri" pagano 10 scudi, si può pensare che fosse di una generazione più giovane di quelli e forse figlio di uno di loro.
La sua produzione va considerata nell'ambito del baroccismo perugino, fenomeno che interessa in senso stretto una decina d'artisti operosi fra l'ultimo quarto del sec. XVI e i primi decenni del successivo. Maestro del C. fu infatti Benedetto Bandiera, che, secondo le fonti (Pascoli), fu allievo diretto del Barocci e il cui stile, peraltro, è caratterizzato da un baroccismo alquanto superficiale.
In realtà, le opere del Bandiera ripetono i consueti schemi controriformati in composizioni volentieri simmetriche (Crocifisso fra i ss. Francesco e Carlo Borromeo, Bettona, collegiata), oppure organizzano elementari montaggi di figure disposte in più piani sovrapposti, talora anche tre (S. Michele arcangelo con la Trinità, angeli e santi, Perugia, S. Agostino; Madonna col Bambino e s. Anna e i ss. Antonio da Padova, Bernardino da Siena, Francesco, Chiara, Elisabetta d'Ungheria, con fedeli, Foligno, convento di S. Francesco), mentre i personaggi appaiono compatti e fermi nei loro pesanti panneggi. La lezione del Barocci si risolve nell'adozione di una caratteristica tipologia facciale e in un generico cangiantismo che non riesce però a mutare in cromatica la struttura delle figure, che resta disegnativa (e l'artista spesso indugia a sottolineare con pazienti grafismi le trine e i broccati).
Numerose affinità stilistiche apparentano a quelle del Bandiera le opere del C., che inoltre furono eseguite in stretta contemporaneità (l'Assunzione e incoronazione della Vergine del Bandiera nella parrocchiale di Collemancio è datata 1610, come pure la pala di Pieve Petroia, del C., con lo stesso soggetto); si comprende come le fonti perugine abbiano finito ben presto per confondere i due artisti.
Già il Morelli (1683) attribuisce al Bandiera opere del Ciburri.
Col tempo si vengono aggiungendo ulteriori grovigli: l'Orsini nel 1784 giudica "d'incerto Autore" opere del C. o le attribuisce al Bandiera (per esempio, S. Diego e beati della Galleria nazionale di Perugia); nel 1806 ascrive al C. opere del Bandiera. Le confusioni sono ripetute, salvo qualche minima rettifica, dagli storici successivi (Siepi, Lupattelli), e non si giungerà ad una definitiva sistemazione nemmeno con Degli Azzi, agli inizi del XX secolo.
È evidente quindi che qualsiasi discorso sul C. non possa prescindere dalla verifica e dalla ricostruzione del suo catalogo. Punti fermi, oltre alle opere firmate, il manoscritto di Ottavio Lancellotti, da, tabile prima del 1671, anno di morte dell'autore. Si tratta della fonte più antica, la cui attendibilità è stata confermata dalla analisi stilistica delle opere.
Delle opere ricordate dalle fonti, commissioni quasi esclusivamente locali, restano oggi: S. Diego, i beati Giovanni e Antonio da Stroncone, l'Umiltà, la Purità e la Pazienza, Perugia, Galleria, nazionale, proveniente da S. Francesco al Monte in Perugia, firmata (della firma restano frammenti), databile intorno al 1600, anno in cui fu eretta la cappella che l'ospitava; Tintera decorazione pittorica della quarta cappella a sinistra nella basilica di S. Maria degli Angeli (Assisi), comprendente le sei tele sui due pilastri d'ingresso (Angeli, Virtù, Santi), le sei sulla volta (Eterno in gloria, Angeli, Santi), i laterali(Miracolo di s. Diego, firmato e datato 1603; Apparizione dei ss. Francesco e Chiara), la pala d'altare, oggi trasportata nella biblioteca del convento (Assunzione e incoronazione della Vergine), copia della Incoronazione di Monteluce di Giulio Romano e del Penni su disegno di Raffaello, già nel monastero di Monteluce a Perugia (Pinacoteca Vaticana); l'Adorazione dei pastori, Villa Andria (Perugia), parrocchiale, firmata, da identificare quasi certamente con l'opera ricordata dalle fonti (Lancellotti, Siepi) nella chiesa dei cappuccini di Perugia; Madonna col Bambino, S. Giovannino e i ss. Nicola di Bari e Francesco, Montefalco, Museo di S. Francesco, datata 1605, da identificare con l'opera ricordata dalle fonti (Lancellotti; Morelli e Orsini, con attribuzione al Bandiera) nella chiesa di S. Francesco al Prato di Perugia, e che nel 1927 fu portata nei magazzini della Pinacoteca nazionale di Perugia (F. Guardabassi, sempre con attribuzione al Bandiera); l'Assunzione della Vergine con iss. Stefano e Carlo Borromeo, Perugia, S. Maria della Valle, del 1612 circa, secondo il Siepi.
A queste sono da aggiungere altre opere, non menzionate dalle fonti: i due Angeli, Sigillo, S. Agostino (Storelli, 1978, con attribuzione a Ippolito Borghesi); e la Madonna fra i ss. Giovanni Battista, Anna (?), Caterina, Gregorio Magno e le Stimmate di s. Francesco Perugia, S. Filippo, di cui si proppne l'attribuzione al C. perle stringenti somiglianze compositive, tipologiche e cromatiche con altre opere, fra le quali è sufficiente citate la Adorazione dei pastori di Villa Andria e la pala di Montefalco.; Martirio di s. Orsola, Perugia, S. Domenico, in cattivo stato di conservazione, ritagliata ai margini, dove equivale quasi ad una firma dell'artista la dimensione abbastanza ridotta dei panneggi, e soprattutto la grandezza eccessiva delle mani dei personaggi, che torna in quasi tutte le altre opere del C.; la Assunzione e incoronazione della Vergine, di Pieve Petroia (Perugia), S. Maria Assunta, datata 1610, replica del quadro eseguito sette anni prima per S. Maria degli Angeli; l'Annunciazione, nella sagrestia della stessa chiesa, da considerarsi una delle prime opere; la Comunione di s. Bonaventura, Roma, coll. priv., forse modello, date le ridotte dimensioni (cm 88 × 49), per la pala già in S. Francesco al Prato oggi dispersa.. (l'attribuzione poggia, fra gli innumerevoli confronti possibili, sulle strette analogie con le tele in S. Maria degli Angeli; è da notarel'effetto di grazia semplice e un poco ingenuache realizzano le candide figure, l'architetturaneoperuginesca, i colori smaglianti, con tantacoerenza che si può ritenere questa fra lemigliori opere del C.; va osservato, a riguardo, che i piccoli formati sembrano i più adattialle sue formule artistiche); Clemenza, Fede, Speranza, Carità, Perugia, Gall. naz. (conattribuzione al Bandiera), già nella Confraternita di S. Agostino (decidono dell'attribuzione il tono particolare del baroccismo, delicato e ridotto come non mai nel Bandiera, unacerta pesantezza nella struttura dei corpi chesi segnalano, come sempre nelle opere dell'artista, per l'aspetto vistoso delle mani e deipiedi, la consistenza lanosa dei panni; nonsembrano necessari ulteriori confronti; bastiaccostare il volto. ed il panneggio della Caritàa quelli della S. Orsola di S. Maria degliAngeli; la Pentecoste, Trevi, S. Francesco, ante 1613; recentemente attribuita al C. (S.Nessi-S. Ceccaroni, Da Spoleto a Trevi, Spoleto 1979, p. 121); Battesimo di Cristo, Perugia, Biblioteca del convento di S. Filippo, da idelitificare, probabilmente, conl'opera. che la letteratura artistica attribuisceal Bandiera e che si trovava in S. GiovanniRotondo (E. Ricci, La chiesa dell'Immacolata Concezione, Perugia 1969, pp. 20-26. L'attribuzione è inequivocabile per iriscontri possibili con altre opere: basti confrontare la tipologia facciale del s. Giovannie quella degli apostoli della Assunzione di Perugia); Crocifissione di s. Pietro, Gualdo Tadino, Val di Rasina, S. Pietro, senz'altro da tiferire al C.: i volti dei. personaggi in basso sonoi soliti adoperati dall'artista; L'Eterno congli angeli e il martirio di s. Ercolano, Perugia, duomo, sacrestia, che nonostante l'importante collocazione (originaria) non comparecitata nella letteratura periegetica, mentre ètra le più, interessanti opere dell'artista, ancheper la sintetica ed efficace veduta delle muradi Perugia e della chiesa di S. Ercolano.
Vanno tolte dal catalogo del C. due opere di recente attribuzione (V. Casale-G. Falcidia-F. Pansecchi-B. Toscano, Pitturadel '600 e '700... in Umbria..., Treviso 1976, nn. 138, 339): la Madonna del Rosario (Sangemini, S. Giovanni Battista), e la Circoncisione (Papigno [Terni], chiesa dell'Annunziata), riferibili, almeno la prima con sicurezza, al Bandiera. Al catalogo del Bandiera va aggiunta anche la Madonna col Bambino, s. Anna e i ss. Francesco ed Elena (Corciano, S. Francesco), datata 1606, che Orsini (1806) e Lupattelli attribuiscono al C. e che si lega strettamente alla pala del Bandiera in S. Agostino di Perugia, citata.
Le fonti registrano altre opere, oggi non più rintracciabili: Storie di s. Alberto, Perugia, S. Simone del Carmine (Lancellotti, Siepi); Pentecoste, Perugia, chiesa della Misericordia (Lancellotti; Morelli e Pascoli, con attribuzione al Bandiera); Martirio di s., Stefano, Perugia, ss. Stefano e Biagio (Lancellotti; Orsini, 1784, come "d'incerto autore"; Siepi); Comunione di s. Bonaventura, Perugia, S. Francesco al Prato (Lancellotti; Morelli e Orsini, 1784, che la attribuiscono al Bandiera). Quest'ultima opera si trovava nel 1927 nei magazzini della Pinacoteca nazionale di Perugia (E Guardabassi).
Da lamentare la recente sparizione di un'opera firmata ("Simeon... [Bevilaqua] de Ciburris faciebat": la Madonna con due santi, s. Diego e un conunittente, già a Bettona, S. Antonio, nella cappella del portico, a sinistra.
Le opere rimaste ci consentono di delineare la fisionomia artistica del C., unodei più singolari nella costellazione dei barocceschi perugini, e di modificare l'unico giudizio, negativo, con cuice lo consegna la letteratura artistica.
A differenza dei Bandiera, generalmente impettito nelle sue composizioni, che mostrano personaggi mameristicamente allungati in paludamenti fastosi, il C. usa schemi più semplici, di una naïveté spesso piena di carattere, per i suoi personaggi meno snelli, anzi quasi tozzi; ed è più interessato ai problemi coloristici, al punto che, in certi casi (pala di Montefalco, S. Diego a Perugia), riesce a comporre quasi superando la struttura disegnativa, che invece è sempre presente nelle opere del maestro. Èevidente l'indifferenza per i problemi dello spazio, in una volontà arcaizzante e riduttiva che è la particolare declinazione del suo baroccismo.
Ai debiti verso il Barocci sono da aggiungere altri verso Ventura Salimbeni, conosciuto attraverso le opere di Foligno e di S. Maria degli Angeli, come si può notare, pur attraverso il carattere semplificante, nelle tre Virtù della pala con S. Diego a Perugia.
Fonti e Bibl.: Si tenga presente che in alcune voci bibl. le opere del C. sono riferite al Bandiera. Perugia, Bibl. comunale. O. Lancellotti, Scorta Sagra..., [ms., ante 1671], cc. 169r, 211v, 250v, 288v, 304r, 442v, 502v, 558r; G. F. Morelli, Brevi notizie delle pitture, sculture, Perugia 1683, pp. 73. 113 s.; L. Pascoli, Vite deipittori, scultori et archit. perugini, Roma 1732, pp. 162-165; B. Orsini, Guida al Forestiere... [1784], a cura di B. Toscano, Treviso 1973, pp. 52, 311, 341; A. Mariotti, Lettore pittor. perugine, Perugia 1788, p. 252; B. Orsini, Mem. de' pittori perugini del sec. XVIII, Perugia 1806, pp. 9 s.; S. Siepi, Descrizione... della città di Perugia, Perugia 1823, I, pp. 231, 238, 357; II, pp. 673, 744; M. Guardabassi, Indice Guida dei monum. pagani e cristiani... nella provincia dell'Umbria, Perugia 1872, p. 30; A Rossi, Note al Morelli, in Giornale di erudiz. artistica, IV(1875). p. 212; A. Lupattelli, Storia della pittura in Perugia, Foligno 1895, pp. 64 s.; G. Degli Azzi, C. S., in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, Leipzig 1912, p. 568; F. Guardabassi, IlTempio di S. Francesco al Prato in Perugia restituito..., Perugia 1927, p. 52 n. 1; S. Nessi-P. Scarpellini, La chiesa museo di S. Francesco a Montefalco, Spoleto 1972, p. 68 n. 96; E. Storelli, Idue "angeli" di Sigillo..., in La Nazione-Umbria, 19 febbr. 1978; B. Teodori. Aspetti del baroccismo Perugino: B. Bandiera. F. e V. Pellegrini, in Arte e musica in Umbria tra Cinquecento e Seicento, Atti del XII Congresso di Studi umbri, Gubbio 1979, in corso di stampa; V. Casale, Come distinguere e considerare B. Bandiera e S. C., ibid.