KRANJČEVIĆ, Silvije Strahimir
Poeta croato, nato il 17 febbraio 1865 a Segna, morto a Sarajevo il 29 ottobre 1908. Nel 1883 venne a Roma per prepararsi, nel Collegio germanico, al sacerdozio; ma dopo alcuni mesi ritornò in Croazia ove si abilitò all'insegnamento (1886) nelle scuole civiche; negli otto anni successivi fu docente in diverse scuole commerciali della Bosnia ed Erzegovina e nell'Istituto magistrale di Sarajevo. Nel 1894 vi assunse la direzione della rivista Nada (Speranza) che diresse sino al 1903, quando ne fu sospesa la pubblicazione. Negli ultimi anni della sua vita fu direttore della scuola commerciale di Sarajevo e poi, nella stessa città, ispettore scolastico.
Cominciò a scrivere poesie come studente liceale e ventenne pubblicò a Segna la sua prima raccolta Bugarkinje, cui seguirono il volume antologico Izabrane pjesme (Poesie scelte, Zagabria 1898), Trzaji (Sussulti, Donja Tuzla 1902) e Pjesme (Zagabria 1908). Dai poeti croati che lo precedettero, e dai suoi contemporanei, K. si distingue per maggiore ampiezza e profondità della sua vita spirituale; per lo sforzo costante di dare a questa vita un'espressione immediata, liberata da schiavitù libresche e da tendenziosità invadenti; per una maggiore ricchezza e duttilità del suo linguaggio poetico che talvolta, basandosi anche sulle faticose conquiste dei suoi precursori (in primo luogo di P. Preradović e A. Šenoa), raggiunge una perfezione che fino ad oggi non è stata supeiata nella poesia croata. Anche K. esordì con canti d'ispirazione patriottica, tradizionale presso i Croati, e sociale, comune a tanti altri poeti di un periodo che vide la poesia farsi paladina degli oppressi. Il patriottismo e il sentimento di solidarietà coi deboli erano in lui certamente schietti e profondi; ma le esperienze della vita (in una regione, ove sulle condizioni patriarcali si stava stendendo una vernice artificiale di cultura tedesco-occidentale) e più ancora il suo innato bisogno (reso forse più consapevole dagli studî teologici e dal soggiorno in Italia) di una concezione del mondo intensamente religiosa e universalmente umana lo condussero via via verso un lirismo sempre più soggettivo e più denso di pensiero, ove il contrasto tra i proprî sentimenti e la realtà si fa acutissimo e conduce, nelle sue ultime poesie, a un pessimismo esclusivo che schianta ogni illusione e nega alla vita ogni valore.
Ediz.: Oltre a quelle citate: Pjesnčka proza (Prosa poetica), Zagabria 1912; Život i probrane pjesme (Vita e poesie scelte), a cura di R. F. Magjer e con introduzione di Lj. Dlustuš, Koprivnica 1921; Pjesme, con uno studio di Br. Livadić, Zagabria 1926; Izabrane pjesme (Poesie scelte), ediz. della Srpska književna zadruga (Società letteraria serba), vol. 211, Belgrado 1929 (con un importante studio introduttivo di A. Barac).
Bibl.: Spomenspis prigodom 25-godišnjice Kranjčevićeva književnog rada (Miscellanea nell'occasione del 25° anniversario dell'attività letteraria di Kr.), Sarajevo 1908; Vl. Ćorović, Lektira S. St. K. (Letture di S. St. K.), in Graßa za povijest hrvatske književnosti (Materiali per la storia della lett. croata), Zagabria 1927; Vl. Dvorniković, Shakespeare, Hamlet, Kranjćević, Zagabria 1923; A. Haller, O peoziji S. S. Kranjčevića, in Srpski književni glasnik, 1928.