silvestro
L'aggettivo ricorre due volte nel senso di " selvatico ": in pianta silvestra, " idest arborem dura " et asperam " (Benvenuto), si trasforma l'anima del suicida (If XIII 100); così in Pg XXX 118 dove, riferito al terreno che, non colto, diventa maligno e... Silvestro, l'aggettivo rende efficacemente l'idea di un fitto intrico vegetale (" Frequente usa parole che destano l'idea di selva ", nota il Tommaseo).
In un altro caso s. ha il valore più generico di " aspro ", " difficile ": lo cammino alto e silvestro (If II 142) che D. intraprende, confortato da Virgilio, è la via " quae ducit ad Infernum, quae est profunda et aspera " (Benvenuto). L'espressione ritorna nell'ammonimento di Virgilio a Malacoda: Lascian' andar, ché nel cielo è voluto / ch'i' mostri altrui questo cammin silvestro (XXI 84).
Al passo del c. II il Chimenz annota: " silvestro: forse, nel senso di ‛ orrido ', come in Inf. XXI, 84... ma forse anche in senso proprio, con riferimento alla selva, nella quale parrebbe doversi trovare - topograficamente e ideologicamente - la strada che mena alla porta dell'Inferno ". Tale interpretazione confermerebbe quanto osservato dal Tommaseo (a Pg XXX 118); ma l'evidente analogia con l'occorrenza di If XXI 84, dove ogni riferimento alla ‛ selva ' è senz'altro assente, induce a respingerla, e a dare a s. il senso generico di " difficile " (non escluso il valore più ampio di " difficile " anche moralmente, quindi " penoso ").