MANGANO, Silvana
Attrice cinematografica, nata a Roma il 21 aprile 1930, morta a Madrid il 16 dicembre 1989. Il suo vero debutto è del 1949, in Riso amaro di G. De Santis, nel quale la sua aggressiva bellezza e il temperamento di attrice s'imposero all'attenzione del pubblico e della critica. Seguirono altri film, come Anna (1952) e Mambo (1954), in cui la M., che nel frattempo aveva sposato il produttore cinematografico D. De Laurentiis, vide crescere il consenso di pubblico e di critica. Sempre del 1954 è L'oro di Napoli, di V. De Sica, in cui si evidenzia chiaramente come le qualità di una brava attrice, al di là dello splendore della sua immagine, possano essere sfruttate da un grande regista.
La M. fu così in grado di affrontare e caratterizzare due ruoli tanto opposti e diversi come quelli di Circe e di Penelope nell'Ulisse (1954) di M. Camerini, o alternare il registro drammatico e quello satirico in La grande guerra (1959), Crimen (1960), Lo scopone scientifico (1972). Nel 1963, diretta da C. Lizzani, affrontò il difficile ruolo di Edda Ciano in Il processo di Verona, per cui ottenne il Nastro d'Argento. La mia signora (1964) e soprattutto Le streghe (1967), due film a episodi firmati da vari registi, confermarono la misura delle sue possibilità di raffinata interprete.
Un grande incontro professionale fu quello con P.P. Pasolini, che le offrì alcuni ruoli straordinari come quello di Giocasta in Edipo Re (1967), e della protagonista di Teorema (probabilmente la più raffinata interpretazione dell'attrice) nel 1968. Con L. Visconti, dopo Morte a Venezia (1971), in cui ebbe il breve ma significativo ruolo della bellissima e misteriosa madre del giovane Tadzio, lavorò in Ludwig (1971) e in Gruppo di famiglia in un interno (1977). L'atteggiamento della M. verso il cinema in generale e la sua carriera in particolare fu sempre di cauta diffidenza e divenne di anno in anno più distaccato fino a una sorta di tacita rinuncia, interrotta da brevi apparizioni in Dune di D. Lynch (1986) e, a fianco di M. Mastroianni, in Oci Ciornie di N. Mikhalkov (1987).