SIKKIM (detto dai Tibetani Denjong; A. T., 93-94)
Stato vassallo dell'India Britannica, il quale occupa la regione montuosa incastrata tra il Nepal (a O.) e il Bhutan (a E.), che appartiene idrograficamente al Tista e ai suoi affluenti e che verso N. e NE. s'affaccia sul Tibet mentre a S. confina col distretto di Darjeeling. Poiché la catena principale in questo punto s'abbassa e presenta alcuni passaggi abbastanza agevoli, il Sikkim ha grande importanza per il transito. Data questa sua posizione diede spesso luogo a contese di confine, finché un trattato tra il vicerè dell'India e il rappresentante cinese (marzo 1890) lo ha posto sotto controllo britannico, che si esplica con la vigilanza nei rapporti con l'estero e col mantenimento d'un rappresentante politico. Capo dello stato è un mahārājā.
Dalla pianura del Gange-Brahmaputra (350 m.), attraverso una successione di valli e di altipiani sempre più elevati, il territorio culmina nel Kinchinjunga (m. 8579). Si distingue la zona bassa (350-1600 m.), con caratteri tropicali, dalla zona intermedia (1600-4000) temperata e da quella superiore (oltre i 4000 m.) che ha caratteri spiccatamente alpini. Ivi prevalgono le rocce gneissiche. Data la vicinanza del Golfo di Bengala, il clima è caratterizzato da grande umidità (monsone di SE.) e da precipitazioni abbondanti, che cadono da marzo a ottobre. Di grande interesse è la flora, splendida e variatissima (4000 specie).
Il Sikkim si estende su una superficie di 7298 kmq. (che è pari a quella della provincia di Udine) e conta (1931) una popolazione di 109.808 ab., con una densità di 14 per kmq. Che le sue condizioni economiche siano abbastanza floride lo prova il fatto che in un trentennio ha quasi raddoppiato gli abitanti (1901: 59.014) e che nell'ultimo decennio l'incremento è stato del 34,4%. La popolazione è composta in maggioranza da Nepalesi, che emigrano numerosi dal loro paese; religione prevalente (65%) è l'induismo, per quanto il buddhismo sia la religione di stato. L'occupazione principale è l'agricoltura (riso, grano, miglio, cardamomo) e la frutticoltura (aranci, mele), per la quale esistono dei terreni demaniali. Anche il tè viene coltivato in distese diboscate. Il bosco è infatti ovunque in regresso, sostituito da colture. La popolazione vive per lo più in dimore isolate; vi sono tuttavia anche 528 villaggi e una cinquantina di conventi. Gangtok, che è il capoluogo, si trova a 1640 m. sul mare e viene di solito raggiunta passando per Siliguri e la valle del torrente Teesta. A NE. di Gangtok si trova il passo di Jeylap (4730 m.) attraverso il quale si può giungere a Gyantse. Altri passi importanti sono quelli di Cho La e di Kongra, che hanno permesso di estendere l'influenza inglese nel Tibet; attraverso di essi avvengono anche i maggiori scambî con la Penisola Indiana.
Bibl.: J. C. White, Sikkim and Bhutan, Londra 1909; J. Easton, An unfrequented Highway, ivi 1928.