Figlio (Gripsholm 1566 - Varsavia 1632) di Giovanni III di Svezia e di Caterina, sorella di Sigismondo Augusto. Re di Polonia (1587), successe al padre come re di Svezia (1592). Inviso in patria per il suo zelo cattolico, lasciò il potere allo zio Carlo di Sudermania, che nel 1599 si fece incoronare re di Svezia. In urto col partito di Jan Zamoyski, sebbene al grande cancelliere dovesse la propria elezione al trono di Polonia, a causa del suo progressivo accostamento agli Asburgo, represse (1606-09) la ribellione, provocata dal tentativo di esautorare il sejm, della media nobiltà, in buona parte calvinista, capeggiata da M. Zebrzydowski. Dopo una inutile guerra contro la Svezia, volse la sua attenzione ai problemi orientali: favorì l'unione di Brest (1596) fra il clero ortodosso bielorusso e ucraino e la Chiesa romana, rafforzando per il momento l'unità dello stato polacco-lituano. Poi intraprese una campagna contro la Moscovia, incoraggiato dai Gesuiti e dal nunzio pontificio, che portò alla temporanea occupazione (1610) di Mosca e si concluse (1619) con l'acquisto di Smolensk e di Černigov; ma non andò realizzato il piano di unire la Moscovia alla Polonia con un vincolo dinastico. L'appoggio fornito da S. III agli Asburgo contro il principe di Transilvania G. Bethlen provocò l'intervento turco (1620-21), che aprì la serie delle imprese militari polacche contro gli Ottomani; mentre la sua ostinazione a rivendicare i diritti al trono svedese condusse alla seconda guerra contro la Svezia (1617-29) e alla perdita della Livonia.