GUADARRAMA, Sierra de (A. T., 39-40)
Massiccio montuoso della Penisola Iberica, all'estremità della cordigliera carpetanica, separante i due bacini del Duero (a N.) e del Tago (a S.). Come limiti se ne possono considerare a SO. la Sierra de Malagón (1561 m.) e la Sierra de Ayllón o la Sierra Pela a NE.; queste ultime legano il massiccio stesso al sistema iberico, del quale ripetono i caratteri, soprattutto geologici (prevalenza di rocce mesozoiche e giurassico-cretaciche nella copertura).
La Sierra de Guadarrama si stende così da NE. a SO. per una lunghezza di circa 180 e con una larghezza media di 45-50 km. e risulta da più fasce di rilievi, parallele o quasi, culminanti nel Pico de Peñalara (2406 m.); parecchie altre vette superano i 2000 m. Come tutto il sistema carpetanico, si tratta di una zona di corrugamento nella quale sotto il mantello variamente intessuto di elementi sedimentarî, mesozoici o paleozoici, compare lo stesso supporto granitico o cristallino-scistoso della meseta: i rilievi vi s'innalzano a mo' d'isole. Alle differenze petrografiche fra le varie unità del massiccio, si aggiungono quelle morfologiche, derivate dalla più o meno intensa denudazione alla quale sono andate soggette. La glaciazione quaternaria è attestata dalla presenza di circhi e di laghi glaciali, specialmente nella zona che guarda all'alta e pittoresca valle del Losoya, l'unica un po' ampia ed estesa che trovi posto fra la dura chiostra dei monti. I due versanti sono, qui, nettamente asimmetrici: più ripido e breve quello volto a S. (sierra brava), più dolce e acclive verso la Vecchia Castiglia (sierra mansa). L'interno del massiccio è coperto ancora qua e là da boschi di conifere e di latiloglie, ma la mano dell'uomo, l'estendersi della coltura degli alberi da frutta e la pastorizia hanno ridotto notevolmente la superficie prima occupata da foreste.
La Sierra è d'ostacolo alle comunicazioni fra i due bacini e quindi fra le due parti della meseta, data l'asprezza dei declivî e la mancanza di valli trasversali. Le strade sono costrette a valicarla attraverso colli (puertos) superiori tutti ai 1400 m. (puerto de Somosierra, sulla via Madrid-Burgos, m. 1428; puerto de Guadarrama e puerto de Navacerrada, ambedue sulla via Madrid-Segovia, m. 1533 e 1778, rispettivamente) e anche le ferrovie Madrid-Ávila e Madrid-Segovia debbono internarsi nelle viscere delle montagne. I centri abitati sono tutti marginali, i maggiori agli sbocchi delle valli (Navas, m. 1221, Ávila, m. 1126, S. Lorenzo del Escorial, m. 1040, Segovia, m. 1000, ecc.).
Bibl.: J. F. Zabala, Excursiones al Guadarrama, Madrid 1913; J. Carandell, Las calizas cristallinas del Guadarrama, Madrid 1914; C. Bernaldo de Quiros, Guadarrama, Madrid 1915; H. Obermaier e J. Carandell, Los glaciares cuaternarios de la Sierra de Guadarrama, Madrid 1917.