SICIONE (Σικυών, Σικυωνία [nelle monete e nelle iscrizioni: Σεκυών], Sicyon)
Antica città della Grecia, situata sulla costa settentrionale del Peloponneso, non lontano da Corinto, in una regione fertilissima. Priva di un porto sicuro, Sicione esplicò la sua vita soprattutto sulla terraferma. E fu, in generale, vita fiorentissima, sia per la ricchezza del suolo, sia per le industrie, che godettero per lunghi secoli vasta fama, elevandosi fino al dominio dell'arte vera e propria, come - ad esempio - l'industria della ceramica, quella del bronzo, quella della pittura.
Sulla storia primitiva di Sicione non si sa di certo che qualche più o meno vaga notizia intorno ad alcune lotte sostenute dai Sicionî, sia per difendersi da incomodi vicini sia per allargare il proprio territorio. La storia di Sicione comincia, per noi, con la dinastia degli Ortagoridi, i quali, sostenuti dalla società ionica dei contadini, sottomessi dai Dori invasori e da loro costretti nella classe inferiore dei κορυνηϕόροι, riuscirono a impadronirsi del potere. Questa tirannia durò circa un secolo (dal 640 al 540 circa), e portò Sicione a un alto grado di potenza, per l'ingegno, l'attività e la prudenza di quanti si succedettero nel dominio della città. Celebre fra gli altri è il tiranno Clistene, del quale sappiamo che ebbe una parte principale nella prima guerra sacra (595-586) e vinse a Delfi nelle gare pitiche del 582. Alla dinastia degli Ortagoridi seguirono altri tiranni fino a che, circa il 510, non riuscì alla nobiltà dorica di riacquistare il dominio sulla città. In tal modo Sicione cadde sotto gli antichi dominatori, i quali, se prima si appoggiavano ad Argo, ora consideravano come loro sostegno la ferrea città dorica del Peloponneso, Sparta. Così durante le guerre persiane, durante le lotte del sec. V fra Atene e Sparta, che culminarono nella guerra del Peloponneso, durante la guerra corinzia che si accese pochi anni dopo quella, Sicione prestò aiuto agli Spartani, non tanto con forze navali quanto - come ben s'intende - con milizie terrestri. Dopo la battaglia di Leuttra (371 a. C.) che segnò il principio dell'egemonia tebana, riuscì ad Epaminonda d'impadronirsi di Sicione, scacciandone il partito oligarchico amico di Sparta. Di questo stato di cose approfittò Eufrone per farsi tiranno di Sicione, con la speranza di restituire alla città la sua indipendenza (367); ma dopo poco egli venne ucciso a Tebe, e i Sicionî non poterono se non venerarne la memoria con onori eroici. Dopo avere seguito fino alla battaglia di Mantinea (362) le sorti dei Tebani, i Sicionî videro altri due tiranni, Aristrato ed Eufrone, nipote del primo Eufrone, succedersi al potere, fino a che la città non fu coinvolta nelle vicende del regno macedonico e nelle complicate lotte dei diadochi. Si venne poi di nuovo alla tirannide, più o meno favorita dai Macedoni, la quale durò fino alla metà del secolo III, fino a quando cioè Arato non liberò la città (251-50). Da questo momento in poi la storia di Sicione è intimamente collegata con quella della lega achea, e passa, attraverso l'amicizia verso i Macedoni, alla resistenza contro i Romani. Dopo le gesta di Corinto e la sottomissione della Grecia ai Romani, Sicione sembra aver perduto ogni importanza e non compare nella storia se non a rari intervalli.
Molto fiorente fu la vita di Sicione nel campo religioso. Notevoli fra gli altri i culti di Apollo (Pizio e Liceo) e di Afrodite, le cui immagini e i cui simboli compaiono anche sulle monete. Fiorentissime poi furono le arti, e specialmente quella della scultura, nella quale eccelsero Policleto e Lisippo.
Bibl.: Per la geografia, la topografia e l'archeologia di Sicione, v. C. Bursian, Geogr. von Griechenland, II, Lipsia 1868-1872, p. 23 segg.; W. J. Mc. Murtry e U. L. Earle, in Amer. Journal, IV (1888), p. 427 segg.; V (1889), p. 267 segg.; U. L. Earle, C. L. Brownson e C. H. Young, ibid., VII (1891), p. 281 seg.; VIII (1893), p. 388 segg.; A. S. Arvanitopullos, in Πρακτικά, 1900, p. 74 segg.; A. Skias, in 'Αρχ. 'Εϕημ., 1919, p. 45 segg.; F. Geyer e G. Lippold, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. v. Sikyon. - Per la storia, v. G. Busolt e K. J. Beloch nelle loro storie della Grecia, passim; F. Geyer, op. cit.; Ch. H. Skalet, Ancient Sicyon with a prosop. Sicyonia, Baltimora 1928. - Per le iscrizioni, v. Inscriptiones Graecae, IV, n. 424 segg. - Per le monete, v. B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 409 segg.