Pittore (Sermoneta 1521 - Roma 1575). Allievo di Leonardo da Pistoia, lavorò in seguito con Perin del Vaga (Castel S. Angelo, loggia di Paolo III, 1543). Pur risentendo dell'influsso di Perin, lo stile di S. fu sempre più caratterizzato da una ricerca di volumetria e solidità nelle figure e dalla semplificazione dell'impianto compositivo. La tendenza classicista di S. si rafforzò dopo un soggiorno a Piacenza e a Bologna: la conoscenza delle pale d'altare tardo-quattrocentesche emiliane è evidente nella pala per S. Martino Maggiore a Bologna (1548), per il rigoroso impianto architettonico della composizione distribuita su due piani. A Roma lavorò nella Sala Paolina in Castel S. Angelo (1547-49), in S. Luigi dei Francesi (1549-50), in palazzo Capodiferro-Spada (1550 circa); di poco successivi gli affreschi di S. Maria dell'Anima, dove si evidenziano suggestioni michelangiolesche mediate attraverso Daniele da Volterra e B. Franco. Dagli anni Sessanta è intensa la sua produzione di pale d'altare, nelle quali la composizione solenne e semplificata si unisce a un dichiarato intento devozionale, in una sintesi perfettamente aderente ai nuovi dettami della Controriforma (Martirio di s. Caterina, 1567 circa, S. Maria Maggiore; Crocifissione, 1573, S. Giovanni in Laterano; Madonna e santi, 1575, S. Tommaso in Formis).