Vedi SICHEM dell'anno: 1966 - 1997
SICHEM (egiziano Skmm, ebraico Shĕkem; Συχεμ)
Antica città palestinese, identificata con l'odierno Tell Balatah (Giordania). Il tell (altura artificiale) è di limitate dimensioni (circa 200 m di diametro), a circa 3 km a O di Nablus (antica Flavia Neapolis). Collocata a fondo valle, nel passo fra i monti Ebal e Garizim, la città aveva il controllo di tutte le vie che traversano la Palestina centrale in direzione dei quattro punti cardinali.
Il nome di S. compare in due testi della XII dinastia, nel papiro Anastasi I e nella lettera 289 di el-῾Amārnah. Nell'ostrakon 44 di Samaria, la città figura insieme ad altre della tribù di Manasse. Nel testo biblico, sono numerosi gli accenni alla città che è nominata in connessione - oltre che con Abramo (Gen., 12, 1-7) soprattutto con gli eroi delle tribù del N: Giacobbe (Gen., 33: 18-20; 48, 22) e Giuseppe (Gen., 37: 12-14; Giosuè, 24, 32), che sarebbe stato colà sepolto. Evidentemente la città aveva una posizione predominante in Canaan ed è assai probabile che gli Ebrei nuovi arrivati entrassero in relazioni amichevoli con gli antichi abitanti: una traccia di ciò si potrebbe trovare nel racconto del ratto di Dina e nel fatto che Giosuè non conquistò la città. S., ad ogni modo, sembra godesse di una certa autonomia anche in periodo più tardo, fra le altre città della tribù di Manasse, come può lasciar supporre la storia di Abimelech (Giudici, 9). Dopo la distruzione da parte di Abimelech, la città ebbe un periodo di decadenza. Il primo re di Israele, Geroboamo, fortificò S., poi si spostò in posizione strategicamente più sicura (I Re, 12: 25). In periodo post-esilico, S. riacquistò nuova importanza e prestigio quando (IV sec. a. C.) i Samaritani costruirono il loro tempio sul Garizim. Giovanni Ircano conquistò la città nel 128 a. C.
L'identificazione di Tell Balatah con S. è dovuta a H. Thiersch (1903), che nel corso di un sopraluogo notò anche resti di mura ciclopiche affioranti. Scavi regolari vennero intrapresi da una missione tedesca diretta da E. Sellin (1913, 1914), con la collaborazione di G. Praschniker e G. Welter (1926, 1927). I lavori vennero poi diretti da G. Welter (1928-1932) e quindi ripresi dal Sellin e da H. Steckeweh (1934).
A parte alcune acute intuizioni del Sellin, molte deficienze lamentate nel sistema di scavo e la mancanza o la distruzione accidentale della documentazione grafica, rendevano assai ardua l'utilizzazione dei risultati ottenuti dalle missioni tedesche. Una missione congiunta americana diretta da G. E. Wright ha condotto varie campagne sul tell dal 1956, e intende continuare l'esplorazione sistematica del sito.
Gli scavi hanno rivelato tracce di uno stanziamento del periodo eneolitico, che sembra continuare fino alla prima parte del Bronzo Antico. Dopo una breve interruzione, il sito sarebbe stato ancora una volta intensamente abitato nel periodo del Medio Bronzo, durante il quale la città raggiunse la maggiore prosperità: è appunto nell'età degli Hyksos che essa appare come uno dei centri più importanti della regione.
Un'area sacra individuata al limite N-O del tell e che sarà in uso per circa 700 anni - ha una prima fase extra-urbana, databile verso il 1800 a. C circa (MB II A). Successivamente (MB II B, 1750-1650), la città presenta già un aspetto ben sviluppato dal punto di vista urbanistico, con costruzioni di notevoli dimensioni; l'area sacra viene inclusa nella cinta delle mura e la sua costruzione principale è un tempio a cortile centrale con pilastri, che ha il suo più prossimo confronto con i templi di Boǧazköy, capitale hittita.
Durante la fase successiva (Medio Bronzo II C, 1650-1550), hanno luogo alcuni cambiamenti di una certa importanza. L'edificio sacro diviene un "tempio fortezza" a cella rettangolare (m 11 × 13,50), con piccolo atrio (m 5 × 7) e spessi muri. Avviene anche una nuova sistemazione del muro di cinta, con muro e contromuro, con l'aggiunta di casematte interne. Vengono aggiunte inoltre la monumentale porta N-O, con triplice passaggio e torri laterali, e la porta E (un po' più recente della prima), con torri, doppio passaggio e cortile centrale. Le mura e specialmente la porta E mostrano tracce di due violenti attacchi alla città, avvenuti attorno alla metà del XVI sec., in un breve spazio di tempo: è l'epoca probabilmente durante la quale gli Egiziani rioccupavano il paese dopo la cacciata degli Hyksos.
Durante il periodo del Tardo Bronzo (epoca di el-῾Amārnah), viene fatta ancora qualche innovazione e soprattutto riadattamenti nel settore della porta E e delle mura orientali. Anche il tempio ha una fase costruttiva appartenente a questo periodo, con pianta simile alla precedente, ma con asse leggermente spostato; un altare e delle maṣṣevüt sembra venissero aggiunte in quel periodo nella piattaforma antistante.
Alcune strutture - il tempio e la porta E - continuano a essere in uso fino all'inizio del periodo del Ferro. Alcuni restauri, specialmente al sistema difensivo della città (porta E), possono essere attribuiti a Geroboamo. Pochi resti attribuibili all'VIII sec. (granaio sovrapposto all'antico tempio e un'abitazione di tipo israelitico) indicano un periodo di decadenza politica della città.
Due fasi ellenistiche (III e II sec. a. C.) sono rivelate da case di abitazioni al centro del tell e da una torre all'esterno della porta E.
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