Shimamoto, Shōzō. – Artista giapponese (Osaka 1928 - ivi 2013). Innovativo animatore, insieme a J. Yoshihara e ad altri artisti, del movimento d’avanguardia Gutai (1954), ha elaborato un linguaggio che si pone come ardita rottura dei tradizionali canoni espressivi orientali, sperimentando azioni performative, tecniche e materiali insoliti (una lamiera costellata di fori e retroilluminata da una lampada, presentata alla prima riunione autonoma del gruppo Gutai tenutasi all’aperto ad Ashiya nel 1955; una tela su cui è collocato un masso che l’artista colpisce con recipienti colmi di pigmenti policromi, secondo la tecnica del bottle crash che ne costituisce una delle cifre stilistiche, presentata nel 1956 all’Ohara Kaikan di Tokyo). Dopo lo scioglimento (1972) del gruppo Gutai, S. iniziò a interessarsi alla mail art e al body painting e ad avvicinarsi al gruppo Fluxus, costruendo una rete di contatti tra artisti di tutto il mondo che costituisce uno dei più solidi tentativi di applicazione dei paradigmi concettuali del gruppo Gutai. Sperimentatore audace e indipendente, in anni più recenti S. si è dedicato allo sviluppo della ricerca performativa, recuperando la tecnica del bottle crash e privilegiando per le sue ambientazioni i grandi spazi aperti. Presente a numerose edizioni della Biennale di Venezia (1999, 2003, 2004, 2007), è stato attivo anche in campo accademico presso la Tokyo University; pacifista convinto, candidato nel 2009 al Nobel per la pace per l’impegno sociale delle sue performance, tra le numerosissime mostre personali e collettive occorre citare per il periodo più recente quelle tenutesi al Centre Pompidou di Parigi (1986), alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma (2001), al Guggenheim Museum di New York (2013) e allo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano (2013).