SHŌGUN
. Questo titolo, che tanto frequentemente appare nella storia del Giappone, indicò in origine propriamente un grado militare corrispondente a quello di "generalissimo", e appare, negli antichi tempi, per lo più unito ad altri specificativi (come, ad es., Sei-i-tai-shōgun o generalissimo inviato contro i barbari, e altri simili) connessi tutti con le lotte che i Giapponesi invasori dell'arcipelago ebbero a sostenere contro gli Ainu autoctoni.
Il titolo era provvisorio, cioè portato solo durante la spedizione per la quale veniva conferito. Nel 1192, l'imperatore Go Toba (1184-1198) conferiva il titolo di Sei-i-tai-shōgun o, brevemente, di Shōgun a Minamoto Yoritomo ma questa volta a vita, e con lui esso diviene ereditario e, mantenendosi tale, passò poi agli Ashikaga (1336-1573) e, infine, ai Tokugawa (1603-1868). Questi shōgun furono i sovrani de facto, che governarono il paese in luogo dell'imperatore, sovrano de iure, che viveva nel suo palazzo di Kyōto e che, come discendente degli dei, s'occupava solo di religione. Si è spesso ripetuto che gli shōgun furono usurpatori del potere imperiale, ma questo è ingiusto e inesatto, poiché essi venivano regolarmente investiti dall'imperatore, e d'altra parte la loro legittimità fu sanzionata da oltre sette secoli di possesso di tale carica.