SHĚLŌMŌH ben Yiṣḥāq (Salomone Isaacide, o più comunemente Rashī, denominazione costituita dalle iniziali delle parole Rabbī Shĕlōmōh Yiṣhāqī)
Dottore ebreo, nato a Troyes nel 1040, morto ivi il 26 luglio 1105 (la supposizione che fosse nato a Lunel aveva per base un'erronea risoluzione data da alcuni in passato della sigla Rashī in Rabbī Shĕlōmōh Yarḥī [ebr. yāreāḥ = Luna]). Prescindendo dalle numerose leggende che sono fiorite intorno alla sua persona, poco sappiamo della sua vita. Nella sua gioventù studiò nelle accademie talmudiche di Worms e di Magonza, che erano allora i centri principali della sapienza tradizionale ebraica.
Che Rashī vi avesse anche scuola, è notizia leggendaria, e la cosiddetta "cappella di Rashī", che ancora si mostra presso la sinagoga di Worms, è una costruzione del sec. XVII. Tornato poi a Troyes, in età di circa venticinque anni, fondò colà a sua volta un'accademia. Questa, che acquistò subito un'importanza considerevole, dopo la morte dei capi scuola di Worms e di Magonza, subentrò a quelle accademie come un cospicuo centro di studî ebraici, e valse in pari tempo a diffondere largamente nella Francia settentrionale, per mezzo dei discepoli che da essa si sparsero nelle provincie circostanti, l'amore e il culto degli studî biblici e talmudici.
Due furono infatti i campi principali in cui si svolse l'operosità di Rashī: l'esegesi biblica e quella talmudica. Nell'esegesi biblica, sebbene non fornito di una preparazione filologica e di una larga cultura generale quali possedevano gli esegeti ebrei di Spagna, egli riuscì però, grazie al suo innato senso della lingua, alla sua profonda conoscenza del pensiero ebraico, e alle sue geniali doti d'intuizione, a raggiungere risultati spesso ammirevoli per la comprensione del senso letterale dei testi. Scrisse commenti a pressoché tutti i libri della Bibbia (eccettuati cioè soltanto i libri di Esdra-Neemia e delle Cronache, i cui commenti che vanno sotto il nome di Rashī non sono effettivamente di lui). Particolarmente notevole è fra essi quello sul Pentateuco, che unendo alla ricerca del senso letterale anche l'illustrazione secondo il metodo del midrāsh caro all'anima delle folle, divenne popolarissimo nelle cerchie giudaiche, il più popolare forse dei libri ebraici dopo la Sacra Scrittura. È una prova di ciò il numero eccezionalmente ampio delle edizioni che ne furono fatte e dei supercommenti che furono composti per illustrarlo (v. sotto). L'influsso che il commento di Rashī al Pentateuco esercitò sulla letteratura esegetica ebraica medievale è naturalmente grandissimo. E anche molti esegeti cristiani, a partire da Nicolò Maniacoria (sec. XII) ebbero spesso a ricorrervi e a seguirne le tracce; specialmente notevole è l'influsso che esso ebbe su Nicolò da Lira.
Contemporaneamente alla Bibbia, Rashī commentò pressoché tutto il Talmūd babilonese (però il commento ad alcuni singoli trattati, per quanto vada col suo nome, non è effettivamente suo). Il valore e l'importanza di questo suo commento sono tali da sopravanzare di gran lunga tutto il complesso delle altre opere che furono composte in questo campo di studî. Con incomparabile lucidità esso rende limpidamente perspicuo il testo anche nei passi più intricati, fissandone la lezione ove occorra, ed esponendone il senso con magistrale sicurezza e con impersonale obiettività, sicché meritamente è divenuto il commento classico al Talmūd che ne accompagna di solito il testo nelle edizioni.
Nei suoi commenti biblici e talmudici Rashī adopera spesso, per chiarire con precisione il valore di determinate espressioni dei suoi testi, vocaboli francesi. Queste glosse francesi di Rashī (circa 1000 nei commenti biblici, circa 1100 in quelli talmudici) sono di grande interesse e di grande utilità per lo studio dell'antico francese (v. appresso).
Rashī scrisse inoltre: 1. Poesie liturgiche (piyyūţīm), di cui alcune accolte nel formulario a stampa delle preghiere di rito tedesco o in quelli di singole comunità; 2. commenti a composizioni poetiche della liturgia ebraica; 3. responsi giuridici (Těshūbōt); 4. compilazioni di norme giuridiche (Pisqē dīnīm) su singoli determinati argomenti. Dubbio è se è suo un commento al Bĕrēshīt Rabbā (v. midrash) che va sotto il suo nome. Sono ancora da ricordare varie compilazioni provenienti dalla cerchia dei suoi discepoli, ma costituite in gran parte da materiale dettato da lui o da note prese in base al suo insegnamento orale, e precisamente: a) Siddūr (Ordinamento), o Sēfer ha-Sědārīm (Libro degli ordinamenti), compilazione delle regole liturgiche relative alla preghiera e al culto; b) Maḥzōr Vitry (Ciclo di Vitry) analoga più ampia compilazione messa insieme da uno degli scolari di Rashī, Simḥāh di Vitry (è un estratto di quest'opera il Sēfer Issūr wě-Hettēr, Il libro delle cose proibite e di quelle permesse); c) Sēfer ha-Pardēs (Il libro del Paradiso), raccolta di norme giuridiche e di responsi; d) Sēfer hā-Ōrāh (Il libro della luce), altra compilazione giuridica.
Fra i discepoli di Rashī sono particolarmente da ricordarsi i suoi nipoti, figli di una sua figlia, Shĕm'ūēl b. Mē'īr e Ya‛qōb b. Mē'īr.
Edizioni, traduzioni, supercommenti e manoscritti. - Commento al Pentateuco. L'edizione principe è la prima (o forse la seconda) delle stampe ebraiche con data certa; fu finita di stampare a Reggio Calabria, a cura di Abrāhām b. Yiṣḥāq b. Garṭōn, il 5 febbraio 1475. Le successive ristampe del commento, solo o accompagnante il testo, sono innumerevoli. Edizione condotta con l'aiuto di manoscritti, a cura di A. Berliner, Berlino 1866; riveduta e corretta, Francoforte sul Meno 1905. Una traduzione latina (insieme eon quella del commento ai Profeti e agli Agiografi) ne fu data da J.F. Breithaupt, Gotha 1710-1714 (in tre volumi); per le traduzioni latine parziali vedi Steinschneider, Catalogus librorum hebraeorum in Bibl. Bodleiana, Berlino 1852-60, coll. 2347-48. Una traduzione in dialetto giudeo-italiano (limitata alla Genesi e all'inizio dell'Esodo) è conservata nel ms. Vat. ebr. 37, I. Per le traduzioni (parziali) in dialetto giudeo-tedesco vedi W. Staerk e A. Leitzmann, Die jüdisch-deutschen Bibelübersetzungen von den Anfängen bis zum Ausgang des 18. Jahrhunderts, Francoforte sul Meno 1923, pp. 182-184. Traduzioni tedesche: di L. Haymann, I (Genesi), Bonn 1833; di L. Dukes, Praga 1833-38; di J. Dessauer, Budapest 1863-67, e più volte di poi; di S. Bamberger, Amburgo 1922; 3ª ed., Francoforte sul Meno 1935. Traduzioni inglesi: di J. H. Lowe, I (Genesi), Londra 1928; di A. Rosenbaum e A. M. Silbermann, Londra 1929. Traduzione olandese, di A. S. Onderwijser, Amsterdam 1895. Supercommenti: 195 ne sono elencati, però con molti errori, da Y. M. Toledano, nel suo Appiryōn, Gerusalemme 1905; un'accurata bibliografia di A. Marmorstein, in Zeitschrift für hebräische Bibliographie, XI (1907), pp. 156-157, 188-191; XII (1908), pp. 26-28, è rimasta incompiuta.
Commenti ai Profeti e agli Agiografi. Stampati nella Bibbia Rabbinica, Venezia 1546-48 (per alcuni Agiografi già prima, a cominciare dal vol. III dell'edizione degli Agiografi pubblicata a Napoli 1487, e così per le lezioni profetiche [Hafṭārōt], a cominciare dall'edizione Venezia 1522), e molte altre volte di poi. Edizione moderna, a cura di I. Maarsen, I (Profeti minori), Amsterdam 1929; II (Isaia), Gerusalemme 1933; III (Salmi), in preparazione; su Ezechiele 40-48, a cura di A. J.Levy, Filadelfia 1931. Per le traduzioni latine dei commenti ai singoli libri biblici, oltre a quella sopra citata di J.F. Breithaupt, vedi la bibliografia datane da Steinschneider, op. cit., coll. 2350-52; per le traduzioni giudeo-tedesche v. Staerk e Leitzmann, op. cit., pp. 185-186.
Manoscritti dei commenti biblici: D.S. Blondheim, Liste des manuscrits des commentaires bibliques de Raschi, in Revue des études juives, XCI (1931), pp. 71-101, 155-174 (estratto, Parigi 1932, con l'aggiunta di un indice di nomi personali).
Glosse francesi nei commenti biblici. Esauriente è in proposito lo studio di A. Darmesteter, pubblicato postumo a cura di L. Brandin e J. Weill, col titolo Les gloses françaises de Raschi dans la Bible, in Revue des études juives, LIII (1907), pp. 161-193; LIV (1907), pp.1-34, 205-235; LV (1908), pp. 72-83; LVI (1908), pp. 70-98 (estratto, Parigi 1909).
Commenti talmudici. Commenti a singoli trattati furono stampati col testo già nel sec. XV (a cominciare da quello al trattato Bĕrākōt, Soncino 1483); la prima edizione di tutto il Talmūd col commento di Rashī è quella di Venezia 1520-22. Poi il commento è stato ristampato una quantità di volte, accompagnando di solito ogni edizione del Talmūd. Estratti nelle edizioni del compendio talmudico di Yiṣḥāq al-Fāsī. La parte relativa alla Mishnāh è stata più volte stampata con le edizioni della Mishnāh; e spesso a parte o nei formularî di preghiere è stato stampato il commento al trattato mishnico Ābōt.
Glosse francesi nei commenti talmudici: A. Darmesteter e D.S. Blondheim, Les gloses françaises dans les commentaires talmudiques de Raschi, I, Texte des gloses, Parigi 1929 (Bibliothèque de l'École des hautes études, Sciences histor. et philol., 254° fasc.).
Manoscritti dei commenti talmudici: vedi D.S. Blondheim, ibid., pp. vii-lxxvi.
Poesie liturgiche: elencate con la relativa bibliografia presso I. Davidson, Thesaurus of the Mediaeval Hebrew Poetry, New York 1924-1933 (v. indice, IV, p. 471). - Responsi (Tĕshūbōt): la bibliografia ne è data da S. Buber nella sua edizione del Sēfer hā-Ōrāh (v. appresso), pp. 152-167. Pisqē Dīnīm, la bibliografia ne è data dallo stesso Buber nella sua edizione suddetta, p. 4. - Commento al Běrēshīt Rabbā; pubblicato col testo, Venezia 1567, e altre volte di poi; vedi su esso J. Theodor, in Festschrift zu Israel Lewy's siebzigstem Geburststag, Breslavia 1911, parte ebraica, pp. 132-154
Siddūr: edito, con prefazione di S. Buber, da J. Freimann, Berlino 1910-11. - Maḥzōr Vitry: a cura di S. Hurwitz, Berlino 1890-93; Einleitung und Register, con contributi di A. Berliner, Berlino 1896-97. - Sēfer ha-Pardēs, Costantinopoli 1807, Venezia 1870, Budapest 1924; estratto (Liqquţē ha-Pardēs), Venezia 1519, Amsterdam 1715, e altre volte di poi. - Sēfer hā-Ōrāh: a cura di S. Buber, Lipsia 1905.
Bibl.: L. Zunz, Salomon ben Isaac, genannt Raschi, Berlino 1823; Histoire littéraire de la France, XVII, Parigi 1824, pp. 327-55; M. Steinschneider, Catalogus librorum hebraeorum in Bibliotheca Bodleiana, Berlino 1852-60, coll. 2340-2357; A. Geiger, Parschandata, die nordfranzösische Exegetenschule, Lipsia 1855; C. Siegfried, Raschis Einfluss auf Nikolaus von Lyra und Luther in der Auslegung des Genesis, in Arch. f. d. wissenschaftl. Erforschung des Alten Testam., I (1869), pp. 428-456; II, pp. 39-65 (continuazione, per l'Esodo, di F. Maschkowski, in Zeitschrift f. alttestam. Wissenschaft, XI, pp. 268-316; per Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, di A. J. Michalski, ivi XXXV, pp. 218-245, XXXVI, pp. 29-63; XXXVIII, pp. 300-307); N. Kronberg, Raschi als Exeget, Halle a. d. S. [1882]; H. Gross, Gallia Judaica, Parigi 1897, p. 226 e passim (v. indice, p. 719); A. Berliner, Zur Charakteristik Raschi's, in Gedenkbuch zur Erinnerung an David Kaufmann, Breslavia 1900, pp. 260-278; id., Beiträge zur Geschichte der Raschi-Commentare, Berlino 1903; id., Blicke in die Geisteswerkstatt Raschi's, Francoforte sul Meno 1905; [M.] Beermann e [M.] Doktor, Raschis Leben und Wirken, ivi 1905; M. Liber, Raschi: un rabbin de la France du Nord au XIe siècle, Parigi 1905 (traduzione inglese di A. Szold, Filadelfia 1906); M. Schloessinger, Raschi, his Life and his Work, Baltimora 1905; G. Wellesz, Rasi élete és müködése, Budapest 1905; A. Berliner, Raschi, in Jahrbuch für jüdische Geschichte und Literatur, IX, Berlino 1906, pp. 86-106; E. M. Lipschütz, R. S. Y., Varsavia 1912; S. Poznański, Kommentar zu Ezechiel und den XII kleinen Propheten von Eliezer aus Beaugency, Einleitung, Varsavia 1914, pp. xiii-xxi; S. Rothschild, Raschi, Worms 1924; D. S. Blondheim (oltre alle opere sopra citate), Les parles judéo-romains et la Vetus Latina, Parigi 1925, passim; I. Elbogen, Der jüdische Gottesdienst in seiner geschichtlichen Entwicklung, 3ª ed., Francoforte sul M. 1931, pp. 8, 335, 363, 562.